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SEO

tecniche di black hat seo

Black Hat SEO: quali sono le tecniche da evitare

Vincenzo Calicchio No Comments



Già ho avuto occasione in questo blog di occuparmi di Black Hat SEO in questo articolo in cui parlo delle Piramidi di Link e dei pericoli connessi. Tuttavia, sarà l’aura di magia che ruota attorno a queste tecniche, sarà il fascino del proibito ma ho potuto constatare che è uno degli aspetti della SEO che più incuriosiscono chi si sta ora avvicinando al settore.

Ragion per cui ho deciso di fare chiarezza. Ho preso spunto dalle linee guida che stesso Google fornisce ed ho scritto quest’articolo in cui spiego brevemente, nella maniera più semplice possibile, cos’è la black hat, parlo delle sue tecniche più comuni (lo dico sin da subito… quelle da evitare!) e do qualche consiglio per non essere penalizzati.

Che cos’è la Black Hat SEO?

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Le tecniche Black Hat Seo da evitare

Per cominciare dobbiamo differenziare tra due tipologia di SEO, ovvero:

White Hat SEO (quella buona). Utilizza tecniche che posizionano le nostre pagine in maniera naturale. Questo senza dubbio costa più tempo per conseguire un buon posizionamento ma è immune da penalizzazioni ed è duratura nel tempo.

Black Hat SEO (quella cattiva). Utilizza tecniche di posizionamento poco etiche ed “illegali”, queste (prima o poi) sono penalizzate da Google. Posizionano più rapidamente ma prima o poi Panda, Pinguino o qualunque altro animale nell’algoritmo di Google passera per il tuo sito, ragion per cui si consiglia di usarle solo per progetti web “temporanei” per cui non importa di essere penalizzato dopo un determinato periodo di tempo.

aggiornamenti-panda-e-penguin

I due aggiornamenti dell’algoritmo di Google più famosi sono Panda e Penguin

Alcune tecniche di Black Hat Seo 

  • Contenuti generati automaticamente: da software e programmi ad hoc.
  • Piramidi di Link (Tiered Link Building): ovvero fare link building in costruendo la struttura di backlink su vari livelli in forma piramidale, assolutamente non spontanea.
  • Testo occulto (Hidden Text):  Consiste nello scrivere parole chiave con le quali vogliamo posizionarci nello stesso colore del fondo del testo, così da essere invisibile agli occhi del lettore ma non del motore di ricerca. Negli anni 2000 tale tecnica (usata anche con parole generiche ma con altissime query come tutte quelle a carattere sessuale) erano un must ed assicurava posizionamento e guadagni. Ad oggi è forse la tecnica più aberrata da Google… statene alla larga!
  • Abuso di parole chiave (Keyword Stuffing): Consiste nel ripetere moltissime volte la keyword in un testo col fine del posizionamento. Anche questa tecnica ere geologiche fa era una manna dal cielo, ad oggi è penalizzata. Google infatti vuole che qualsiasi contenuto venga scritto per l’utente non per il bot, quindi bisogna essere quanto più naturali possibile.
  • Reindirizzamenti ingannevoli (Sneacky Redirects):  Ovvero quando si fa click in una pagina che però reindirizza automaticamente verso un altra pagina (che non ha nulla a che vedere con la precedente).
  • Cloacking:  Consiste nel mostrare un determinato contenuto agli utenti ed un altro completamente diverso ai bot dei motori di ricerca.
  • Domini scaduti (Expired domains): Alcune imprese o utenti smettono di pagare per il loro dominio (per qualche ragione) che conserva però la sua autorità e può essere comprato da un altra persona. Volete un esempio di questa pratica? date un occhiata a fantacalcioformazioni, un sito dove tutti si aspetterebbero di trovare informazioni sul fantacalcio… ed invece?
  • Contenuti duplicati:  Consiste nel creare contenuti copiati totalmente o parzialmente da altri siti, ovvero il classico copia-incolla. Oltre che poco professionale e deontologicamente scorretta, tale tecnica è mal vista da Google.

Caratteristiche dei siti che utilizzano queste tecniche

Naturalmente i siti che fanno ricorso alla black hat (e sono quindi in odore di penalizzazione) non hanno tutti le stesse caratteristiche, anche un sito che all’utente si presenta bene può essere in realtà in pericolo. In ogni caso vi consiglio di stare alla larga, e soprattutto di non collegare in alcun modo il vostro sito alle seguenti tipologie di pagine, o se proprio dovete farlo utilizzate un NoFollow (come ho fatto per il link precedente al sito di fantacalcio):

  • Quelle che interrompono la navigazione degli utenti con molta pubblicità, popup e link che portano verso altri siti.
  • Quelli che presentano pagine disordinate, con molte parole e call to action apparentemente senza senso.
  • Quelli che presentano malware nel sito (ovvio).

Come sapere se sei stato penalizzato da Google?

Generalmente sapere ciò dipende dal tipo di penalizzazione ma, su tutte, la prova definitiva per avere la certezza di essere stati penalizzati per l’intero sito si ha mediante la ricerca del proprio dominio con comando site, quindi cercando in Google “site:miosito.com” se non appare alcun risultato allora dovete preoccuparvi.

Altri segnali preoccupanti sono:

  • Il traffico nel tuo sito si riduce drasticamente
  • Il sito perde di visibilità per alcune o tutte le parole chiave
  • Alcune o tutte le pagine scompaiono dai motori di ricerca
  • Il dominio scompare da Google e qualsiasi altro motore di ricerca
sito-penalizzato

Gli effetti in Analytics della penalizzazione di un sito

Conclusioni

Innanzitutto per chi è super affascinato da questo mondo oscuro vi condivido questo video di Paolo dello Vicario in cui si parla anche di altre tecniche che non ho menzionato…

Per il resto mi preme dire che c’è chi afferma con sicurezza che le tecniche di black hat sono ancora valide (probabilmente non quelle di cui ho parlato), personalmente vi consiglio di non credere a queste persone, di bufale sulla SEO se ne trovano… e tante!

Secondo la mia modesta opinione (ma direi secondo il buon senso) è sempre buona cosa stare lontani da tali tecniche e conseguire un buon posizionamento grazie al lavoro costante e soprattutto offrendo contenuti da Valore. In questo modo i risultati arriveranno… non passare al lato oscuro!

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    differenza-tra-link-nofollow-e-dofollow

    Link NoFollow: cosa sono, come funzionano e quando usarli

    Vincenzo Calicchio No Comments



    Se stai leggendo questo articolo, quasi sicuramente sarà perché hai cominciato a lavorare alla SEO del tuo progetto web col fine di migliorare il posizionamento in Google e quindi aumentare le conversioni. Come qualunque altra persona avrai cominciato a leggere articoli di settore, avrai scoperto che una delle cose più importanti è quella di lavorare alla Link Building ed avrai sentito parlare di link NoFollow.

    Bene, avrai già inteso che esistono due tipologia di link che si possono ricevere o creare nelle proprie pagine web, questi sono i link DoFollow e quelli NoFollow. Ognuno ha le sue proprietà, ognuno è usato con fini e scopi differenti ma entrambi sono utili ai fini del posizionamento (anche se in tanti non saranno d’accordo con questa affermazione).

    Senza prolungarmi di più andiamo ad approfondire l’argomento. Prima di tutto diamo un occhiata a cosa sono i link NoFollow e  DoFollow, poi scopriremo il loro funzionamento e soprattutto come e quando usarli.

    link-nofollow-meme

    Ovviamente nel Web si scherza molto sui Link NoFollow

    Cos’è un link NoFollow? Cos’è un link DoFollow?

    I Dofollow sono la tipologia di link più utile ai fini SEO giacché la pagina web che ci linka in questo modo ci trasferisce PageRank e ciò agli occhi di Google (ma se ci pensi bene anche agli occhi di un utente) conta come un feedback di qualità verso di noi. Quindi un link DoFollow apporta rilevanza al sito a cui viene diretto e nonostante sia solo uno dei fattori di posizionamento, per Google ricevere backlink di questo tipo è ancora fondamentale.

    I NoFollow, invece, costituiscono la maggior parte dei link ricevuti da un sito web e, al contrario dei DoFollow, non trasferiscono PageRank ed indicano al bot di Google che, sebbene linko ad un altro sito, non voglio trasferirgli rilevanza.

    In tanti pensano che non siano utili ai fini del posizionamento, ma Google continua a considerarli come un fattore positivo per la SEO giacché qualsiasi backlink è un segnale di qualità che prova che qualcun altro considera quel contenuto importante.

    link-nofollow-pagerank

    Trasferimento del Pagerank tra Link DoFollow e NoFollow

    Ovviamente Google non è stupido, e per questa ragione ogni backlink conseguito dev’essere il più spontaneo possibile (in realtà G non vuole che si faccia Link Building) quindi, benché i link DoFollow abbiano un peso maggiore dei NoFollow, una struttura di link ottimale prevede un buon equilibro tra gli uni e gli altri giacché avere solo backlink DoFollow (o solo NoFollow) suonerebbe come qualcosa di innaturale e ciò non piace ai motori di ricerca. A proposito dei fattori da tenere a mente nel fare Link Building vi consiglio la lettura di questo articolo:

    Ciò ovviamente vale anche per i link creati nelle nostre pagine web, assolutamente mai crearne solo DoFollow, ma utilizzare NoFollow per siti che non consideriamo sicuri al 100% o che non hanno relazione di argomenti con i nostri contenuti o il nostro business.

    Come creare link NoFollow?

    In genere i link DoFollow sono tali di default, per esempio tutti i quelli inseriti in WordPress lo sono. Se proprio vogliamo esserne certi (cosa inutile) il link deve avere questa struttura in HTML

    <a href=”http://www.sito.com” rel=”dofollow”> Testo </a>

    Ma ripeto, risulta DoFollow anche senza il rel.

    Per quanto riguarda poi creare link NoFollow abbiamo due opportunità:

    • Utilizzare un Plugin WordPress, su tutti “Ultimate NoFollow” semplice e veloce, che permette di trasformare qualunque link si voglia al momento dell’inserimento (scelta sconsigliata in quanto è davvero semplicissimo aggiungerlo direttamente in HTML ed un plugin in meno vuol dire meno peso al sito)
    come-inserire-un-nofollow

    Come inserire il rel”nofollow” con Ultimate NoFollow

    • Lavorare di HTML, inserendo il rel=”nofollow” al link, che quindi sarà così:

    <a href=”http://www.sito.com” rel=”nofollow”> Testo </a>

    Basta andare nella sezione “Testo” dell’editor di WordPress ed aggiungere l’attributo “nofollow” al link

    come-inserire-un-nofollow2

    Come inserire il rel=”nofollow” in WordPress

    Perché esistono i link NoFollow?

    Quale potrebbe essere il motivo per inventarsi qualcosa del genere? Bene, andiamo indietro di qualche anno (nel lontano 2005). In quell’era geologica l’algoritmo di Google era molto più semplice di quello di oggi ed il posizionamento dipendeva in larga parte dal numero di backlink (contava unicamente la quantità di link, a prescindere dalla qualità).

    Tenendo presente ciò, fare SEO in quel periodo significava mettere in pratica tecniche che oggi sono considerate Black Hat o quanto meno in odore di penalizzazione. L’unico obiettivo era conseguire link…qualunque fosse il mezzo! Ovviamente ciò spesso e volentieri voleva dire spammare di forma massiva altri siti, per esempio dei commenti dei blog, nei forum o anche in portali come Wikipedia.

    A proposito di tecniche Black Hat, se ti interessa l’argomento allora questo articolo è quello che fa per Te!

    Tiered Link Building: attenzione alle Piramidi di Link

     

    In circostanze come queste, Matt Cutts (capo dell’anti-spam di Google) propose la creazione dell’attributo “nofollow” motivandolo con l’evidenza che se i padroni dei forum e dei blog avessero potuto indicare a Google di non cedere pagerank ai siti degli spammer, allora lo spam avrebbe smesso di essere una tecnica utile ai fini del posizionamento in SERP.

    Cosa succede inserendo un link NoFollow?

    Quindi nel momento in cui creiamo o riceviamo un link, questo può essere DoFollow o NoFollow e la differenza tra l’uno e l’altro consiste nell’indicare a Google di passare parte del pagerank al contenuto linkato indicando al Bot di scansionarlo o meno.

    Nel caso di link DoFollow, indichiamo a Google che il contenuto linkato è rilevante, che il bot deve proseguire nella scansione trasferendo parte del nostro pagerank. Questi link sono sempre positivi per le pagine a cui puntano, a meno che il sito di origine non sia penalizzato o appartenga ad un altro settore (differenti tipologie di contenuti riferiti ad una utenza differente).

    Usando il rel=”dofollow” stiamo dicendo che il contenuto a cui puntiamo è importante e che, per questo motivo, vogliamo che ci sia comunicazione tra quella pagina e la nostra.

    D’altro canto, i rel=”nofollow” fanno esattamente il compito contrario, quindi indicano a google che quel contenuto non è rilevante (per una qualsiasi ragione) e quindi non va scansionato e non vogliamo trasferirgli PR.

    meme-link-nofollow

     

    Perché usare il rel=”nofollow”?

    E’ utile creare link NoFollow nei nostro progetti web essenzialmente in due situazioni:

    1. Quando non ci fidiamo tanto del sito a cui puntiamo e siti in odore di penalizzazione che per qualche ragione dobbiamo linkare (vedi contenuti utili agli utenti ecc…).
    2. Quando l’altro sito ha un DA ed un PA molto più bassi rispetto al nostro.
    3. Quando linkiamo ad un sito di un settore completamente diverso dal nostro core business, sia dal punto di vista merceologico che da quello contenutistico.

    Dal punto di vista dei backlink entranti, invece, i NoFollow influiscono (indirettamente) sulla SEO nelle seguenti modalità:

    1. Fanno arrivare al tuo sito un traffico maggiore da referral.
    2. Sono importanti dal punto di vista della Brand Awareness, in quanto in ogni caso agli occhi dell’utente c’è qualcuno che sta affermando che il nostro contenuto è utile.
    3. Possono potenzialmente farti aumentare i profitti, come conseguenza dei primi due punti.

    Conclusioni

    Nello scrivere questo articolo mi sono imbattuto in diversi altri articoli e tutorial, su tutti mi sento di consigliare questo di Giorgio Taverniti…prendete appunti!

    Spero che ora ti sia molto più chiara la differenza tra link NoFollow e DoFollow. Hai ancora qualche dubbio? Non sei d’accordo con quello che ho scritto? Fammelo sapere nei commenti o utilizza questo articolo “Open” sulle più comuni domande e risposte sulla SEO.

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      come fare link building su wikipedia

      Come fare Link building su Wikipedia

      Vincenzo Calicchio No Comments



      Se vi occupate di Web Marketing ed in particolare di SEO, allora saprete bene che Google assume determinati siti come fonte prioritaria di informazioni. Accade per portali verticali come Giallo Zafferano (per la cucina) o come il blog di Salvatore Aranzulla per quanto riguarda argomenti come tecnologia e Web. Ma accade anche a livello mondiale per portali orizzontali, su tutti c’è sicuramente Wikipedia, la più grande enciclopedia del mondo oltre che il miglior frutto del lavoro dell’intelligenza collettiva.

      Per questa ragione in tanti tentano in tutti i modi di fare link building su Wikipedia, ma tale operazione non è propriamente facile in quanto la community ha eretto dei veri e proprio muri anti-spammer (fortunatamente aggiungerei!). Gli esperti di marketing dei contenuti spesso non comprendono il funzionamento dei backlink in relazione con Wikipedia e pensano che, se l’argomento è rilevante, basta aggiungere un link alla sezione “link esterni” della pagina. Non è così.

      Aggiungere un link a Wikipedia è come operare, se non viene fatto correttamente può causare molti problemi, tra cui la possibilità che il vostro dominio finisca tra gli elenchi di spam e venga bannato da Wikipedia.

      Gli 8 errori SEO comuni che forse stai commettendo

      È così difficile ottenere e manutenere un link su Wikipedia che tanti professionisti hanno smesso di offrire questo servizio da tempo. Inoltre già in passato ci sono stai scandali a proposito di questo tipo di attività, come quello riguardante Wiki-Pr:

      Però, sapendo che molti agenti di marketing pensano di farlo ad ogni costo, voglio condividere alcune delle migliori pratiche per creare backlink in Wikipedia traducendo quest’ottimo articolo di Mike Wood su Content Marketing Institute. Ovviamente se fatta correttamente, la vostra SEO può beneficiarne molto.

      Il passaggio da DoFollow a NoFollow

      Innanzitutto, diamo un’occhiata a come sono cambiati i backlink in Wikipedia attraverso gli anni. Quando Wikipedia è stata lanciata nel 2001, i backlink erano tutti DoFollow e creati pensando alla SEO. Grazie al grosso contributo dato da Google (Wikipedia quasi sempre tra le prime posizioni della SERP) chi aveva link su Wikipedia ha potuto beneficiare rapidamente (e tanto) dei suoi effetti sulla SEO.

      Allo stesso tempo, gli editor di Wikipedia hanno realizzato che avrebbero raccolto un sacco di spam. La comunità ha fatto grandi cambiamenti per eliminare quanto più spam possibile, tra cui cambiare i link in NoFollow, cosa che diminuisce  l’impatto sulla SEO, e la creazione di una lista nera per bloccare i domini considerati come spam.

      Ora, anche se i backlink NoFollow hanno meno effetti sul posizionamento dei backlink DoFollow, i link in Wikipedia restano tra i più ambiti nel settore del marketing. Questo perché Google dà un grosso peso ed una grossa fiducia all’enciclopedia più grande del mondo, ed a chi la cura…ovvero la community! (Figo no?)

      Dove fare Link Building su Wikipedia

      Ora vado a condividere ciò che, secondo la mia esperienza professionale, funziona davvero per quanto riguarda la creazione di backlink in Wikipedia.

      • Non cercate voci che necessitano di conferma (citation needed). Wikipedia ricerca e analizza automaticamente gli elementi che necessitano conferma. Se i link aggiunti non migliorano la qualità della voce, verranno rimossi e probabilmente inseriti nella lista nera.
      • Trovate voci che necessitano di essere raffinate ed ampliate. In questi casi, avrai una migliore possibilità di migliorare la qualità del contenuto, aumentando la conoscenza condivisa a tal riguardo e supportando l’opera di diffusione del sapere, come da obiettivo di Wikipedia.

      Per trovare un articolo migliorabile, andate alla pagina tutti gli articoli da ampliare. Più di 1800 articoli ricadono in questa categoria ogni mese. Esplorate più di un singolo mese per avere una riserva infinita di articoli che possono beneficiare del vostro intervento.

      Conoscere le tipologie di link

      Ora che sapete dove trovare lo spazio per i vostri link, diamo un’occhiata alle caratteristiche dei link da utilizzare:

      • Controllate che Wikipedia consideri già affidabile la fonte. Vedete se il sito web citato ha già un articolo a suo nome. Per esempio, AdAge ha una pagina dedicata su Wikipedia, questo incrementa le possibilità che tutti i link provenienti da quel sito vengano considerati affidabili.
      • Verificate se il sito web che volete citare è già stato utilizzato come backlink. Andate nella casella di ricerca e digitate l’URL che volete verificare. Un sito che è già stato utilizzato numerose volte gode di più affidabilità e le possibilità che venga accettato come fonte sicura sono più alte.

      In questo screenshot potete vedere che AdAge è stato utilizzato 201 volte come referenza in Wikipedia in lingua inglese. Potete anche constatare che il primo risultato è la stessa pagina AdAge su Wikipedia.

      link-building-su-wikipedia

       

      • Assicuratevi che il link non diriga ad una “landing page”. Un link ad una landing page priva di informazioni che supportino il contenuto è giustamente considerato spam dagli editor di Wikipedia.
      • Linkate direttamente ai contenuti della pagina. Il link deve dirigere ad un contenuto che supporti le informazioni che avete aggiunto. Per esempio, se state aggiungendo informazioni sulla pubblicizzazione, non potete reindirizzare direttamente alla home del vostro sito come fonte autorevole. Dovete collegare alla pagina esatta che supporti quell’argomento, allo stesso modo con cui citereste le fonti in una ricerca o in uno studio tecnico.

      Un esempio di Link Building su Wikipedia

      Ora è tempo di aggiungere il link. Fate le cose correttamente, dovete contribuire all’enciclopedia aggiungendo più link dei backlink che volete includere.

      Ecco un esempio di come funziona:

      Diciamo che volete aggiungere un link da The Motley Fool all’articolo sul panino Big King di Wikipedia. Il link è relativo alla pubblicità 2014 del Big King e la relativa sezione ha una voce vuota. Aggiungere un link in questo caso non solo vi consente di guadagnare un backlink, ma anche di contribuire positivamente a Wikipedia.

      inserire un link in wikipedia

      Avete a disposizione anche citazioni da USA Today sulla pubblicità del Big King. Nonostante il vostro scopo non sia di assicurare un backlink a USA Today, inserirlo aggiungerà credibilità alla voce.

      Ora, bisogna scrivere il contenuto per la voce (supportato dalle citazioni), potrebbe essere il seguente:

      “Nel 2014, Burger King reintroduce il Big King in diretta competizione con il Big Mac di McDonald’s. (Citazione USA Today) Partedella sua campagna pubblicitaria si è basata sul maggiore contenuto di carne del Big King rispetto al Big Mac”

      Incorporando due fonti credibili alle informazioni aggiunte, aumenterete le possibilità che il link scelto (quello di The Montley Fool) superi lo scrutinio. Suggerisco anche di ampliare ulteriormente il contenuto della voce, in modo da migliorare il vostro contributo.

      Conclusioni

      Non smetterò mai di dirlo, mai potrò abbastanza…non aggiungete link con Wikipedia solo con l’intento di fare Link Building! Assicuratevi di farlo correttamente e di contribuire al progetto. Aggiungere contenuti che migliorino la qualità dell’enciclopedia è il modo giusto, più sicuro e alla lunga più conveniente in termini di SEO. Ricordate che non è mai una garanzia linkare a Wikipedia ed ogni azione intrapresa non è mai al sicuro da errori, è solo una best practice.

      In definitiva vale una sola regola (quella di sempre): Bisogna creare VALORE!

      Vuoi saperne di più sulla Link Building?

      Ti consiglio la lettura di questo articolo a proposito degli elementi da considerare prima di avviare una campagna:

      I 6 fattori della Link Building da tenere sempre a mente

      e di quest’altro articolo (più avanzato) riguardante una tecnica di link building “black hat”:

      Tiered Link Building: attenzione alle Piramidi di Link 

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        Translator: Valerio Graziano

         

        bufale-sulla-seo

        Le 7 Bufale sulla SEO a cui non credere

        Vincenzo Calicchio No Comments


        Tra le tante leggende che girano per il web ce ne sono tantissime che riguardano il web marketing, e tra queste le maggiori senza dubbio riguardano l’ottimizzazione per i motori di ricerca. Alcune (come spesso capita) hanno finito per diventare reali per il senso comune…ma non per Google! Quindi per prevenire errori, sia a livello strategico che tecnico, ho deciso di tradurre questo articolo di Luis Román a proposito delle più note bufale sulla SEO a cui non bisogna mai credere.

        Il perché di queste bufale sulla SEO

        La SEO è una disciplina lenta, che costa molto lavoro e pazienza. E ciò va contro la filosofia di molte imprese (per fortuna non tutte) e di monti clienti che invece vogliono risultati immediati e che sono a rischio di frustrazione in mancanza di quest’ultimi.

        Molto probabilmente è per questa ragione che molti consulenti vendono queste bugie che, oltre tutto, non potranno compiere.

        Quindi dopo aver già scritto a proposito dei più comuni errori SEO, in questo articolo ho deciso di racchiudere le più conosciute bufale ed ho ovviamente spiegato il relativo motivo per cui non bisogna crederle.

        #1 E’ possibile essere tra i primi 10 risultati di Google con poco sforzo

        La realtà è che un sito deve superare diversi milioni di altri risultati in SERP, ragion per cui capirete cosa significhi realmente posizionarsi in prima di pagina di Google. E’ qualcosa che si raggiunge solo con moltissimo sforzo e lavoro duro.

        Tanto per fare alcuni esempi vi passo il numero di concorrenti che ha la keyword “voli low cost”

        concorrenza-in-serp-keyword-short-tail

        Si dirà…“Si ma è una keyword super ricercata!”. Beh ecco invece i numeri delle risposte per una keyword a carattere locale come “pizzerie salerno”.

        concorrenza-in-serp-keyword-Local

         

        Per completezza di informazioni devo aggiungere che alla competizione nei risultati organici, c’è anche quelli coi risultati a pagamento (sempre posizionati in alto) e coi risultati della table di Google My Business (per quanto riguarda i le query a carattere locale). A proposito di quest’ultimo punto di consiglio la lettura del seguente articolo:

        Ovviamente non tutti i risultati corrispondono ad un concorrente dal punto di vista corporativo, ma rendono bene l’idea di quanto interesse ci sia dietro al posizionamento per ogni parola chiave

        #2 Il posizionamento SEO in prima pagina è garantito

        Questa affermazione è la regina delle bufale sui motori di ricerca. Chiunque vi dica questa frase è un venditore di fumo… se fate ancora in tempo allontanatevi!

        Nessun consulente SEO degno di tal nome vi dirà mai questa frase giacché il posizionamento non è mai garantito. Naturalmente nemmeno gli stessi impiegati di Google possono farlo!

        posizionamento-google-garantito

        Posizionamento garantito su Google…é una bugia!

        Pensateci solo un attimo…potete ottimizzare il sito nella maniera più perfetta (l’orrore grammaticale è voluto!) e potrete attuare la migliore strategia offline, ma se al mondo ci sono almeno 10 persone che lo fanno meglio di voi allora non sarete mai in prima pagina. Non sto qui a farvi notare che nessun consulente SEO al mondo può sapere quante persone al mondo stanno effettivamente lavorando per quella keyword in quell’istante…almeno non può saperlo con certezza ma può solo farne una stima.

        #3 La SEO è un attività low cost

        La SEO, quando è ben fatta, necessita di molte ore di lavoro ed ovviamente quando si contrattano i servizi di un consulente bisogna previamente accordarsi sui costi orari e le relative ore di lavoro stimate utili per il posizionamento.

        Lavorare sui motori di ricerca non è economico essenzialmente per due ragioni:

        • La semplice ottimizzazione del sito ha bisogno di molte ore di lavoro (poi è chiaro, dipende dal sito)
        • Non è un lavoro una tantum. C’è continuamente bisogno di ottimizzare, creare contenuti e verificare risultati.

        low-cost-seo

        #4 In due mesi possiamo arrivare in prima pagina di Google

        Come già detto prima la SEO è un lavoro continuo. Sono necessari come minimo sei mesi di modifiche, aggiustamenti, aggiornamenti, presenza sui social network, creazione di contenuti ecc…

        Lasciare il lavoro su un progetto web, anche solo per un periodo di tempo, può essere deleterio ed avere ripercussioni immediate sull’intero business. Una regola è fondamentale per ciò che riguarda la SEO: la continuità!

        #5 Nel fare SEO non c’è bisogno di continuità

        Questa bufala è diretta conseguenza della precedente. In molti pensano “Una volta arrivati al posizionamento non c’è da fare più nulla”.

        Tale affermazione è assolutamente sbagliata per due motivi:

        • Oramai fare SEO non vuol dire solo arrivare in prima pagina, ma significa arrivare a mantenere un certo livello di conversioni (se sei in prima posizione ma non hai contatti o clienti allora vuol dire che c’è un problema grave nella strategia)
        • Le posizioni così come si sono conquistare si possono perdere qualora non si faccia un adeguata manutenzione, non si facciano migliorie e non si creino contenuti in maniera continua.

        #6 Quante più parole chiave utilizzi più hai possibilità di posizionarti

        Un altra grande bufala sulla SEO è legata all’utilizzo delle keyword. Non solo riempire il tuo sito di parole chiave non ti aiuterà a raggiungere le prime posizioni ma addirittura ti metterà in odore di penalizzazione. Infatti questa pratica andava bene per strategie attuate nei primi anni del 2000 non certo dopo gli aggiornamenti di algoritmo che ci sono stati negli ultimi anni. Il riempire di keyword una pagina web (in gergo Keyword Stuffing)  è una pratica che Google aberra, ragion per cui è una pratica da cui tenersi lontano!

        E’ molto meglio optare per un numero ridotto di parole chiave, inserirle nei “posti giusti” del sito e soprattutto incorporarle ai contenuti senza forzature ed in maniera del tutto spontanea.

        Ovviamente è conveniente prendere in considerazione anche le keyword cosiddette Long Tail in quanto apportano:

        • Meno competizione
        • Traffico di maggiore qualità e più targettizzato
        • Possibilità di apparire in SERP specifiche
        keyword-long-tail

        Cos’è una keyword long tail?

        Come già spiego in questo articolo “Open” sulle più comuni domande e risposte sulla SEO, le keyword long tail sono parole chiave caratterizzate da un più basso volume di ricerca, una minor concorrenza ma una maggiore targettizzazione quindi un maggior interesse.

        #7 Le imprese che offrono servizi di SEO conoscono alla perfezione l’algoritmo di Google

        Questa è senza dubbio la più grande bugia sulla SEO… come se fosse plausibile che Google condividesse con le agenzie i dettagli del suo algoritmo!

        Che cos’è un algoritmo?

        E’ un insieme di istruzioni e regole predefinite, in pratica è una formula. Tutte le risposte che da un motore di ricerca vengono ricercate mediante questo algoritmo. Tale formula ovviamente nessuno la conosce, è un segreto e penso anche in Google siano in ben pochi ad averne notizie certe.

        Quello che si può arrivare a conoscere sono solo alcuni fattori (circa 200) che influiscono direttamente o indirettamente sul posizionamento.

        Tutti questi fattori sono conosciuti non certo per gentile concessione di Google ma per le ore ed ore trascorse da professionisti e consulenti a fare prove, errori ed a condividere le informazioni ricevute con il resto della comunità.

        i-segreti-dell-algoritmo-di-google

        I segreti dell’algoritmo di Google

         

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          SEO Locale: I 12 (anzi 13) Consigli per Natale

          Vincenzo Calicchio No Comments



          Il natale sta arrivando. L’ho detto. Si, mi detesto per averlo detto. Probabilmente anche voi mi odierete un po’ per averlo detto, ma (ahinoi) è la sacrosanta verità! Personalmente odio il Natale, ho sempre apprezzato la visione del Mondo del Grinch…ovviamente quello pre-conversione! Però lo ammetto non mi piace ma come Marketer ne apprezzo gli effetti. Ovvero le strade piene, i negozi affollati e l’aumento delle ricerche online! Quindi mi sono chiesto “Come ottimizzare la strategia SEO per il Natale?” ed ho trovato questo utilissimo articolo di Marcus Miller su Search Engine Land che ho deciso di tradurvi ed integrare.

          Noi del settore non possiamo seppellire la testa nella neve (mai vista a Salerno in tutta la mia vita!)…sbagliare a pianificare vuol dire pianificare di sbagliare. Dobbiamo pensare e agire ora per assicurarci che il nostro marketing digitale sia competitivo e per prosperare durante il periodo festivo.

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          Shopping: Online, Offline o Entrambi?

          I mondi dello shopping fisico e digitale ormai collimano. Gli acquisti possono iniziare online e concludersi in un negozio. Oppure gli acquisti possono iniziare in un negozio e concludersi online.

          I clienti fanno ricerche digitali, visitano negozi ed anche in quel caso acquistano online. Perfino nella folle corsa natalizia, che vede i centri commerciali ricolmi di pacchi fino in soffitta, tutti questi clienti sono armati di un assistente digitale instancabile che consente di effettuare rapide e facili ricerche (lo smartphone).

          Io sono probabilmente un ottimo esempio. Quando è il momento di comprare regali, annaspo vagando senza meta tra i negozi, in cerca di idee regalo. Poi mi arrendo, afferro un caffè e ci riprovo con Google. Cerco cose del tipo “idee regalo di Natale per lei” e passo in rassegna i risultati, cercando ispirazione tanto quanto un regalo vero e proprio.

          I clienti di oggi, infatti, non vagano semplicemente come zombie senza meta tra i centri commerciali o le vie del centro ma usano gli smartphone, i motori di ricerca ed i social per fare acquisti mirati.

          Come…niente SEO?

          Molti negozi fisici, bar, pub e ristoranti prestano poca attenzione alla loro presenza digitale. Anche quelli che sono stati abbastanza lungimiranti da reclamare la loro attività tra quelle elencate in Google My Business, probabilmente, non aggiorneranno i loro orari di lavoro in modo da rispecchiare quelli natalizi, ovvero, aprire presto e chiudere tardi.

          Cosa succede se qualcuno vi trova ma Google riporta che siete chiusi nonostante facciate apertura fino a tarda notte? Semplicemente, avete appena perso una vendita. Ma questa è solo la punta dell’iceberg di Natale.

          Questo articolo tratta 12 semplici, fattibili miglioramenti SEO per Natale che potete attuare per assicurarvi che il vostro negozio, ristorante o bar sia pieno durante le feste.

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          Ogni persona che fa Shopping a Natale oggi ha un arma in più: lo Smartphone

          #1 Sito Mobile-Friendly

          Davvero. Qualora non ve ne foste accorti, lo Smartphone è una realtà. Per quelli come voi, circondati da potenziali clienti a spasso, è una gran cosa.

          Piuttosto semplicemente, se volete incrementare l’affluenza dei clienti al vostro negozio durante la ressa natalizia, dovete assicurarvi che il vostro sito funzioni correttamente su ogni dispositivo. L’uso del cellulare è ormai più frequente dell’uso del desktop, in termini di volume di ricerche, e sta diventando un fattore capitale, sia per quanto riguarda le ricerche fatte dai clienti sia per i loro acquisti diretti.

          Avere un design responsive e dinamico è stato una scelta consigliata già dal 2012, ma poi è diventato un obbligo a partire dall’aggiornamento di Google definito Mobilegeddon. Se utilizzate WordPress, avete a disposizione un’infinità di templates e di framework responsive. Inoltre, esistono plugin come WP Touch che consentono di rendere mobile-friendly il vostro sito in pochissimo tempo.

          #2 Aspetti Pratici della SEO

          Il vostro sito così com’è non è ottimizzato come dovrebbe. Non giriamoci intorno. Azzarderei anche che il vostro sito probabilmente non è affatto ottimizzato per garantire la migliore esperienza di navigazione possibile e per il posizionamento nei motori di ricerca. Natale è un ottimo periodo per il commercio al dettaglio, ma i numeri che farete dipenderanno solo da:

          • Quanti clienti riusciranno a trovarvi
          • Se gli piacerà quello che avete da offrire

          Ragion per cui prendetevi un po’ di tempo per coprire i seguenti aspetti chiave:

          • Descrizione dei prodotti
          • Immagini dei prodotti
          • Recensioni dei prodotti
          • Titoli delle pagine
          • Meta-descrizioni

          Questi sono miglioramenti semplici che aiutano i tuoi utenti e non richiedono una grande conoscenza tecnica per essere realizzati. Sono tutte azioni che puoi mettere in pratica facilmente grazie a plugin come Woocommerce o Yoast.

          Dal punto di vista della SEO locale è importante non pensare solo alle ricerche online ma anche a quelle fisiche, Il sito meglio ottimizzato al mondo è inutile se poi contiene l’indirizzo e gli orari di apertura non aggiornati. E ciò è importante tanto sul sito quanto su Google My Business che sui Social. Pensate a ciò di cui il cliente può avere bisogno per trovarvi e ottimizzate la connessione tra il digitale e il materiale.

          Ci sono molte ragioni per cui la vostra SEO potrebbe non star funzionando così bene come vorreste, prendetevi un po’ di tempo per rivedere le cose, capire in quali aree apportare dei miglioramenti e, cosa più importante di tutte…pensate come farebbe il vostro potenziale cliente!

          #3 Marketing mirato

          Vi siete mai fermati a considerare chi sono i vostri clienti? Tramite una ricerca, è davvero troppo semplice affidarsi ai risultati di alcune parole chiave per lasciar intendere quello che si vuole offrire, ma dietro quelle tastiere ci sono persone reali con obiettivi e problemi reali.

          Dedicando del tempo a capire chi e come siano i vostri clienti, potrete aiutarli ed offrire soluzioni ai loro bisogni in modo molto più efficiente.

          Il marketing e la segmentazione della clientela arricchiscono tutti vostri canali di comunicazione (marketing dei contenuti, SEO, social e annunci a pagamento). Questo procedimento può essere relativamente semplice e per molti business sarà necessario definire solo alcune tipologie di cliente. Sono un grande sostenitore della segmentazione della clientela, sia da un punto di vista pratico che creativo.

          #4 Social Media

          Se le ricerche forniscono risultati immediati, l’importanza di una piattaforma sociale di supporto agli acquirenti cresce di anno in anno. In particolare, oserei quasi a dire che quella di piattaforme di visualizzazione come Instagram (benché ne parli sempre male in questo blog) danno agli utenti la possibilità di sfogliare immagini per ricavarne delle idee.

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          La carrellata di prodotti di un eCommerce di Occhiali

          I potenziali clienti si aspettano che siate visibili sui social, ma dovrete comunque dargli una ragione per seguirvi. Offerte speciali, coupon e assistenza negli acquisti vi aiuteranno a costruire una lista di potenziali clienti. Solo, assicuratevi di essere attivi e di poter rispondere alle domande che vi verranno poste.

          Capite il vostro cliente. Fornite contenuti utili che possano assisterli nel raggiungimento dei loro obiettivi, siate presenti e pronti a supportarli durante il processo di acquisto.

          Essere attivi sui social è un ottimo inizio, ma queste piattaforme forniscono anche grandi opportunità pubblicitarie. Facebook, in particolare, fornisce un gamma di strumenti per la selezione mirata permettendovi di puntare dritti alla vostra utenza preferita. Inoltre vi da l’opportunità di essere partecipi della vita privata della clientela, consentendovi di raggiungere persone che hanno appena iniziato una relazione, che si sono appena fidanzate o appena sposate. Non ci avete mai pensato ma queste sono tutte informazioni importanti se rappresentate, ad esempio, una nuova gioielleria.

          Quì è dove il vostro lavoro di segmentazione entra in gioco. Comprendendo e relazionandoti al meglio con il cliente che vorresti, potrete proporgli annunci mirati tramite la piattaforma sociale.

          Mira ad una specifica utenza, dalle ragioni per seguirti e supportala durante il processo di acquisto.

          #5 Annunci a Pagamento nella Ricerca

          Facendo una ricerca generica per scopi commerciali vi imbatterete in risultati che sono annunci a pagamento. Infatti, la stragrande maggioranza delle ricerche a scopi commerciali ora mostrano esclusivamente annunci a pagamento in cima alla lista.

          Molti business si sono bruciati a furia di sponsorizzazione AdWords, ma la SEM potrebbe essere un’ottima opportunità se sfruttata correttamente. Google sa dove sono gli utenti quando questi ricercano tramite smartphone e potete creare annunci mirati a tutti coloro entro 1 km dal vostro negozio. Potrete fare del vostro meglio sapendo che questi utenti sono vicini ed in cerca di prodotti da acquistare.

          Google AdWords fornisce anche molte estensioni per visualizzare informazioni sull’attività locale, come la vostra posizione ed il numero di telefono. A partire da queste informazioni, un utente può trovare le indicazioni per raggiungervi rapidamente e facilmente, oppure può farvi una telefonata.

          Creando annunci per la ricerca che vengano mostrati in una zona geografica ristretta e solo ad utenti “in cerca” tramite smartphone, potrete rendere consapevoli gli acquirenti della vostra presenza e delle vostre offerte, in modo semplice e rapido. Questo vi sarà utile per aiutare, da un lato, i potenziali clienti a raggiungere i loro obiettivi e, dall’altro, a concentrarvi sul modo di far rientrare le spese degli investimenti fatti.

          #6 Mostrare annunci nella Rete Display

          Costruendo annunci mirati per la ricerca, possiamo utilizzare anche immagini pubblicitarie, tramite la rete di Google Display. Anche stavolta, potrete fare uso di demografiche e di strumenti di localizzazione. Potete anche elaborare delle liste contenenti coloro che hanno già visitato il sito in precedenza e che poi inserirete nelle liste di re-marketing, che forniranno al cliente le informazioni relative alla sua ultima visita.

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          Differenza tra Rete Display e rete di Ricerca

          Ci accorgeremo che mostrare annunci di rete funziona bene solo quando sono parte di una chiara e definita strategia di vendite e solo se il loro ruolo è definito chiaramente sia nel caso in cui si voglia istruire i clienti sulle vostre offerte, che per persuaderli all’acquisto (o alla consumazione).

          Mostrare annunci è un metodo semplice economico per estendere il vostro raggio d’azione. Se ben fatto può avere un ottimo impatto sull’estensione della vostra utenza, informando i clienti e aiutandovi a convincere potenziali acquirenti che il vostro negozio o prodotto rappresenta la giusta scelta per le loro esigenze.

          Ma attenzione, gli annunci sulla Rete Display li consiglio nel solo caso in cui fanno parte di una strategia integrata. Altrimenti meglio lasciar perdere!

          #7 Clicca & Ritira

          Clicca & Ritira, il metodo con cui gli utenti comprano o prenotano un oggetto online per poi ritirarlo di persona, ha avuto molto successo durante i periodi natalizi 2013 e 2014. È lecito immaginare che questo metodo sarà ancora più importante durante la stagione di quest’anno perché è supportato da tutti i grandi protagonisti del commercio. Il Clicca & Ritira risulta molto conveniente agli acquirenti frettolosi del periodo natalizio.

          La sua crescita improvvisa ha causato dei problemi ad alcuni grandi protagonisti del mercato, ad esempio, l’anno scorso Tesco non è riuscita a soddisfarne la richiesta durante il Black Friday. Basta poco per rovinare uno strumento delicato come questo, un tempo di attesa eccessivo o un errore di consegna, quindi, se scegliete di farlo (e dovreste), fatelo bene.

          I maggiori player del mercato stanno già sfruttando le potenzialità di questa modalità di acquisto aspettandosi grandi cose per quest’anno, quindi potete tranquillamente implementarlo nella vostra attività, così da cavalcare l’ondata di guadagni che porta una clientela consapevole.

          In Italia tra coloro che offrono il Clicca & Ritira ci sono Carrefour e Coop.

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          coop-clicca-e-ritira

          Ricordate, stiamo cercando di aiutare i nostri clienti a risolvere i loro problemi, e la maniera più facile di farlo è far lavorare in sinergia i nostri piani di marketing online ed offline. L’integrazione di queste due strategie è fondamentale!

          #8 Indirizzo ed indicazioni

          Questo dovrebbe essere ovvio ma, spesso, i miglioramenti più ovvi sono anche i più sottovalutati. Come ho già avuto modo di dire prima, se un cliente vi cerca gli sarà facile trovare le indicazioni? Quanto sarà facile recuperare il vostro indirizzo? Dovranno visitare il vostro sito per averlo? C’è una pagina del sito ottimizzata affinchè questa informazione venga mostrata da un motore di ricerca? Il vostro indirizzo è sul profilo dei vostri social?

          Assicuratevi che l’indirizzo sia corretto sia sul vostro sito web che su Google My Business (collegato a Maps) e fornite qualunque informazione necessaria per aiutare i vostri clienti a raggiungervi. Questo può variare da indicazioni semplici per chi procede a piedi, a quelle per il trasporto pubblico, per le auto ed il parcheggio. Infine aggiungete il vostro indirizzo su tutte le piattaforme social e qualunque altra cosa consenta ai vostri clienti di trovarvi e raggiungervi facilmente.

          Considerate la possibilità di inserire una mappa con Google sulla pagina “contatti”, permettendo ai vostri clienti di generare indicazioni personalizzate scegliendo il loro mezzo di trasporto. Tanti template di WordPress già contemplano questa funzionalità.

          #9 Orari di apertura Festivi

          Google possiede un’eccellente funzionalità che comunica agli utenti del motore di ricerca quando siete aperti o chiusi…è Google My Business, il Top per la Local SEO. È naturale che vogliate mostrare degli orari di apertura sempre corretti. Ma cosa succede quando questi cambiano improvvisamente, solo per alcune settimane, durante il periodo più impegnativo dell’anno?

          Se non siete attenti, la vostra attività potrebbe anche essere tra i primi risultati di una ricerca ma che Google la riporta come chiusa. Google offre anche un semplice menù a tendina che riordina in base agli orari di apertura, non che tutti utilizzino questa funzione, ma se il risultato mostra che il vostro negozio è chiuso potreste perdere una potenziale vendita. Allo stesso modo, se negozi dei vostri concorrenti risultano chiusi mentre il vostro risulta aperto, avrete la possibilità di mettere a segno una vendita extra.

          Assicuratevi di reclamare la vostra pagina Google e fate tutte le necessarie modifiche alla data. Inoltre, assicuratevi di aggiornare ogni piattaforma social con ogni modifica agli orari di apertura. Non esitate a diffondere questa informazione su tutti i vostri canali social.

          #10 Recensioni & Reputazione

          Stando alle statistiche l’88% dei consumatori afferma di consultare e di fidarsi delle recensioni online, ma nonostante ciò molte attività non hanno ancora adottato un sistema di recensioni ottimale.

          Questo ha dei rischi. Pur avendo una buona base di clienti contenti e soddisfatti, è improbabile che questi lascino recensioni, a meno che voi non glielo chiediate. Senza recensioni, rischiate di non avere nessuna reputazione o, peggio, che quell’unico cliente che avete provato ad accontentare ma che non siete riusciti a soddisfare possa darvi la vostra unica (feroce) recensione. Questo accade troppo spesso e non rappresenta la realtà di molti business.

          Fortunatamente, sistemare questa cosa è relativamente semplice: vi basterà chiedere ai vostri clienti felici del servizio qualche recensione. Questo potrebbe darvi risultati inaspettati. Potrebbe infatti aumentare la vostra credibilità e, diffondendo queste recensioni su tutte le piattaforme social, potrete spiccare tra i concorrenti.

          I vantaggi di questa operazione sono evidenti dal punto di vista:

          • Di un utente
          • Della SEO
          • Della percentuale di click

          Le recensioni quindi aiutano il vostro posizionamento, vi aiutano a guadagnare click e vi aiutano a guadagnare clienti.

          #11 Supporto Live

          Implementare la comunicazione diretta nella vostra attività è un modo molto semplice per modificare gradualmente il vostro sistema di supporto clienti ed iniziare a comunicare con i visitatori del vostro sito. La comunicazione diretta può rappresentare il primo passo nella costruzione di una relazione con i futuri clienti.

          Sistemi come Olark ne semplificano l’integrazione e normalmente non richiedono altro che implementare alcuni script Java nel vostro sito web. Semplice. Facile. Migliora l’interazione con i visitatori del sito. Si integra perfettamente con i sistemi di gestione contenuti.

          #12 Tecnicismi

          Voi siete pronti per le feste di Natale…ma il vostro sito lo è? Avete una chiara idea di come risponderà al flusso aggiuntivo di visitatori? Il sito è veloce abbastanza per rispondere positivamente agli utenti via smartphone? Il sito si rallenta ricevendo un traffico intenso?

          Ora, date un’occhiata al vostro sito e assicuratevi che, oltre ad essere facile da trovare, funzioni perfettamente, rapidamente e che sia in grado di gestire un traffico di visitatori più intenso del solito. Questo è vitale e tutti i vostri sforzi saranno inutili se l’host del vostro sito non si dimostrerà in grado di reggere la pressione.

          Rivedete il vostro sito dal un punto di vista tecnico utilizzando strumenti come Google PageSpeed Insights e tenete conto di ogni suggerimento che questi strumenti vi forniranno. Raccomanderei anche di mettere alla prova il vostro host per assicurarvi che possa reggere il flusso di visitatori. Con la versione gratuita di Screaming Frog potrete fare una prova da sforzo molto semplice, bastano poche persone che navighino il sito.

          Prevenire è meglio che curare e venire a conoscenza di potenziali punti deboli è vitale prima che diventino un problema.

          I 12 Suggerimenti SEO di Natale

          Di seguito sono riepilogati i suggerimenti di base per aiutarvi a massimizzare la visibilità digitale del vostro negozio ed attirare più clienti durante il periodo festivo:

          • Assicuratevi di avere un sito web mobile-friendly.
          • Configurate correttamente gli elementi chiave della SEO (contenuti, titoli di pagina, meta-descrizioni).
          • Sviluppate una strategia mirata a specifiche tipologie di clienti per essere sicuri di soddisfare la vostra utenza.
          • Siate attivi sui social e utilizzate i potenti strumenti di indirizzamento pubblicitario basati sulle demografiche.
          • Agganciate gli utenti locali più attivi via smartphone con annunci a pagamento.
          • Utilizzate annunci di rete per migliorare la vostra visibilità e perfezionare la vostra strategia di marketing mirata ai clienti abituali.
          • Se adatto alla vostra attività, fornite e promuovete un servizio di Clicca & Ritira.
          • Assicuratevi che il vostro indirizzo e le indicazioni per raggiungervi siano corrette, sia tra i risultati di ricerca che sui vostri canali social.
          • Orari di apertura festivi: aggiornate i vostri orari di apertura sia tra i risultati di ricerca che sui vostri canali social.
          • Assicuratevi di avere recensioni oneste, positive e visibili tra i risultati di ricerca e sui vostri canali social.
          • Migliorate il coinvolgimento dei vostri visitatori integrando nel vostro sito una piattaforma per la comunicazione diretta.
          • Assicuratevi che il vostro sito sia veloce e abbastanza stabile da sostenere l’incremento di traffico.

          Un ultimo consiglio?

          Occhio al NeuroMarketing!

          Quanto scritto riassume i 12 (anzi 13!) miglioramenti importanti e relativamente semplici da mettere in pratica per assicurarvi di ottimizzare la SEO del vostro Business per questo Natale.

          Implementate tutto questo e porterete a casa il panettone!

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            Translator: Valerio Graziano

             

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            SEO su WordPress: 9 domande e risposte

            Vincenzo Calicchio No Comments



            Di tutti i diversi sistemi di gestione di contenuti e di tutte le piattaforme di pubblicazione web, senza ombra di dubbio WordPress è la più conosciuta. Ragion per cui ho deciso di tradurre l’utilissimo articolo di Search Engine Land “10 WordPress SEO Questions That Took Me 10 Years To Answer!” in quanto non si tratta di una guida passo passo alla SEO su WordPress, ma risponderà ad alcune delle domande frequenti che mi vengono poste (o che leggo online) in materia di SEO per siti costruiti con questo CMS. Vi aiuterà a familiarizzare con la SEO su WordPress, sfaterà alcuni miti ed un po’ di cattiva informazione sull’ottimizzazione per i motori di ricerca in generale.

            seo-wordpress

            Domande e risposte sulla SEO in WordPress

            Blog, siti web aziendali e shop online (e non) utilizzano WordPress. I designer sono affascinati dalla sua versatilità e dall’ampia gamma di soluzioni che presenta. Gli utenti amano la sua semplicità ed efficacia. Sicuramente il fatto di essere Open Source ha dato a questo CMS una marcia in più.

            È un sistema di blogging elementare che richiede poca o nessuna conoscenza di disegno web, scrittura o di altre specifiche tecniche. Quasi il 25% della top mondiale di 10 milioni di siti web — che include TIMEMashable ed altri portali che sono una pietra miliare del web marketing come Marketing Land e lo stesso Search Engine Land — sono costruiti con WordPress. Se volete conoscere altri siti famosi costruiti con wp vi rimando a questo articolo del blog!

            Proprio a causa della sua semplicità di utilizzo, con WordPress può capitare di manomettere dei parametri fondamentali — oppure di sottovalutare/ignorare elementi importanti della SEO che possono influire negativamente sulla crescita, il successo e la redditività di un qualsiasi business.

            Domanda #1: Ho sentito che WordPress è già Ottimizzato per i Motori di Ricerca. È vero?

            No, non esiste nessun CMS ottimizzato per i motori di ricerca. Nonostante WordPress sia particolarmente adatto ai motori di ricerca, dovrai comunque lavorare alla SEO per ottenere i risultati migliori. Passare a WordPress e basta non farà arrivare magicamente il tuo sito in prima pagina di Google.

            Il mito del “CMS ottimizzato per la SEO” continua a diffondersi solo perché i venditori di CMS ne hanno fatto un cavallo di battaglia per le loro strategie di mercato. Lo fanno presente agli incontri con i clienti. Lo sbandierano sui loro siti web. Gli danno risalto nei loro cataloghi. Ne parlano alle conferenze.

            E funziona!

            I proprietari e i direttori di business privi di conoscenze tecniche sulla SEO spesso non sanno cogliere la differenza tra “ottimizzato per i motori di ricerca” (search engine optimized) e “adatto ai motori di ricerca” (search engine friendly). Ho visto compagnie investire l’equivalente della somma degli stipendi annuali di un intero team di impiegati su un nuovo CMS, scelto tra molti altri solo perché ritenevano che avrebbe soddisfatto tutte le loro esigenze SEO.

            Purtroppo, non funziona così. Tutto ciò che offre WordPress è un buon punto di partenza. Potrete costruire un sito senza spendere molto tempo o denaro ed inserirvi facilmente alcuni elementi SEO addizionali (se sapete come farlo).

            seo-su-wordpress

            Domanda #2: Ho installato un plugin per SEO di Wordpress. Questo vuol dire che non ho più bisogno di un Consulente SEO, Giusto?

            Umm… no.

            La SEO non è una “cosa facile e rapida” e soprattutto non è un attività una tantum. Non è un pacchetto pronto all’uso. Non è un “metti e dismetti”. Non è così che funziona la SEO. Ogni attività di ottimizzazione è una procedura continua che dovrebbe far parte del tuo quotidiano impegno di marketing.

            Non c’è un solo plugin di WordPress che possa gestire tutti gli aspetti della SEO, così come non esiste un martello speciale che possa costruire da se una nuova, fantastica casa! Configurare correttamente il tuo plugin SEO rappresenta un passo nella giusta direzione – ma è solo il primo passo! L’intera faccenda è molto più complessa e articolata.

            Hai bisogno di uno specialista che lavori per te e che ne sappia di ricerca organica, che sappia in che modo la SEO può irrobustire il tuo lavoro di marketing e che possa impedirti di fare danni. Questa persona dovrebbe avere un rapporto di lunga collaborazione con te – sia come membro del tuo staff o come consulente/agenzia – perché tu possa essere sicuro di rendere al meglio.

            Forse un paio di esempi di vita reale renderanno meglio l’idea.

            • Aggiornare WordPress, o un plugin, o installare un nuovo plugin o un nuovo tema, altererà il codice del tuo sito. Questi cambiamenti possono avere un impatto negativo sulla sua SEO, se non opportunamente gestiti, che ti costerà parecchio rank.
            • Aggiungere nuovi plugin può rallentare il tuo sito. La sua velocità di caricamento è un fattore di posizionamento importante nell’algoritmo di Google – e quella piccola, innocente modifica potrebbe influenzarlo negativamente.
            • Il marketing dei contenuti è un aspetto critico per ogni business online. Ottimizzare i tuoi contenuti per keyword specifiche, basate su analisi della SEO, può fare meraviglie nell’attrarre i potenziali clienti ideali, coinvolgerli, e trasformarli in acquirenti. Il solo WordPress non è in grado di fornire suggerimenti circa le parole chiave di tendenza in base alle quali dovresti strutturare il contenuto.
            • Eseguire controlli periodici della SEO può assicurare che il tuo sito sia sempre ottimizzato e in grado di stare al passo con i cambiamenti di settore (e di algoritmo). Avere un consulente SEO pronto a fornire suggerimenti e indicazioni può incrementare così tanto il traffico organico che, alla lunga,i suoi costi saranno ripagati diverse volte.

            Domanda #3: Come faccio a scegliere i Plugin per SEO di WordPress più adatti al mio sito web?

            plugin-seo-wordpress

            Ci sono due plugin per la SEO che si distinguono tra tutti: All In One SEO Pack e WordPress SEO by Yoast. Il primo è un po’ più noto, mentre il secondo è valutato un po’ meglio. (Personalmente, uso Yoast.)

            Ricorda che potresti anche avere bisogno di plugin addizionali per gestire attività di supporto alla SEO, ad esempio, uno che ti consenta di implementare il codice di monitoraggio analitico nel tuo sito web.

            Prima di decidere quali plugin utilizzare, ecco alcune importanti domande a cui rispondere:

            • Compatibilità: Il plugin è compatibile con le altre funzionalità e tecnologie del mio sito? Continuerà ad esserlo in futuro? Non fare assunti. Scoprilo.
            • Supporto: Ci sarà un supporto tecnico adeguato per il plugin da parte degli sviluppatori o della community? Verifica i forum di supporto, recensioni e feedback dagli utenti di vecchia data per fare le tue valutazioni.
            • Utilizzo/Popolarità: Quanto è popolare il plugin? Molti download indicano un diffuso utilizzo e una comunità di utenti esperti che può offrirti idee o aiutarti a risolvere i problemi.
            • Sviluppo Futuro: Il team o la compagnia di sviluppo del plugin ha una cronologia di aggiornamenti e di revisioni delle loro soluzioni? Acquistare temi e plugin da venditori rinomati e da provider d’Elite su marketplace come themeforest e codecanyon è più sicuro che provarne uno da un provider sconosciuto e senza riferimenti cronologici sul loro lavoro.

            Domanda #4: I templates gratuiti di WordPress possono danneggiare la mia SEO?

            templates-wordpress

            Beh… si e no.

            Un grande beneficio di WordPress è la vasta gamma di temi gratuiti disponibili. Molti sono innocui e rappresentano un’ottima scelta per ogni sito web o blog. Altri, invece, possono danneggiare la tua SEO. Considera ciò che segue:

            • Contiene Link di Spam? Un tema WordPress che viene fornito come parte di una rete di link o di un’altra tattica SEO può danneggiare la tua visibilità naturale e i risultati ottenuti con la SEO. Se non ti è concesso di rimuovere i link, non usare quel tema o quel template.
            • Verrà Aggiornato e Supportato? Sono pochi i temi aggiornati contro le vulnerabilità della sicurezza o migliorati per implementare gli aggiornamenti futuri di WordPress. Questo può essere negativo per la tua SEO.
            • Cosa Ne Dicono gli Altri? Le recensioni degli utenti ed i loro feedback possono dirti se lo sviluppatore è fidato e se ha una buona reputazione.
            • Segue le Linee Guida di Google e le Migliori Pratiche SEO? Fai una rapida analisi della qualità del sito in demo e verifica se rispetta le linee guida di Google, se è mobile friendly, se carica velocemente ed è ben scritto. Questa ricerca può successivamente risparmiarti molta frustrazione.

            Domanda #5: Cos’è meglio per la SEO — Installare WordPress Su un nuovo dominio, sottodominio o sottocartella?

            Questa è una buona domanda se già hai il sito web di una compagnia e vorresti aggiungergli un blog. Dove installare WordPress? Diamo un’occhiata alle tue opzioni.

            I nuovi domini sono generalmente utili per campagne brevi, come eventi di marketing o lanci di prodotti. Fare hosting del tuo blog in un nuovo dominio è un’opzione. Anche se potresti non acquisire la stessa SEO del sito principale della tua compagnia, un consulente SEO con esperienza può aiutarti a raggiungere efficientemente la tua utenza, lavorando con la tua agenzia di creativi e gli sviluppatori per fare tutto nel modo giusto e prevenire un fiasco nella ricerca organica.

            Nell’aiutare i content marketer concentrati sui desideri della tua utenza, verificando se le idee creative possano funzionare e se, adattando le parole chiave del sito di conseguenza, le tue possibilità di successo possono massimizzarsi. Prima, però, chiediti se sei sicuro di volere un nuovo dominio.

            In caso contrario, il tuo blog potrebbe essere ospitato da un sottodominio, tipo “blog.latuacompagnia.com”.

            La mia stessa esperienza suggerisce che, per un blog, la cosa migliore per la SEO è installare WordPress in una sottocartella, tipo “latuacompagnia.com/blog”.

            Domanda #6: aggiungere un post a molte categorie di WordPress gioverebbe alla mia SEO?

            categorie-wordpress

            Su WordPress, hai la possibilità di assegnare le tue pagine ed i tuoi post a più di una categoria. Ma come influenzerà la SEO? Non troppo negativamente – se stai attento.

            Quando pubblichi lo stesso contenuto sotto diverse categorie come quelle che appaiono su più di un URL, tu duplichi il contenuto. Questo significa che dovresti evitarlo o quantomeno informare Google di quale versione della pagina sia l’originale che necessita di essere indicizzata. Puoi fare ciò utilizzando meta-direttive e “rel=canonical”.

            Se il tuo contenuto sarà solo su un URL, con tutta probabilità non avrai mai problematiche di contenuti duplicati (anche se altre pagine del tuo sito ne contengono un estratto). Assicurati di verificare con il tuo consulente SEO come il tema da te scelto gestisce le categorie.

            Domanda #7: il mio tema di WordPress nuovo fiammante utilizza HTML5 e presenta diversi casi di Tag H1 per pagina. Ciò è negativo per la SEO?

            Nonostante l’utilizzo di diversi tag H1 non sia sbagliato dal punto di vista della scrittura e del design, non è l’ideale per la SEO. HTML5 ha aperto le porte a questa pratica, ma quando le persone utilizzano tag H1 multipli su di una pagina, questa può risultare come fosse spam e danneggiare il posizionamento nella ricerca organica.

            Ti consiglio di utilizzare l’H1 solo per il primo titolo, che è spesso il più importante della pagina. Ricorda il vecchio adagio: se tutto è importante, allora niente è davvero importante!

            Domanda #8: come posso migliorare la mia SEO su WordPress con i widget?

            I widget di WordPress facilitano la pubblicazione dei contenuti in blocco su diverse pagine, come barre laterali e inferiori. Questo potrebbe non essere pericoloso o dannoso per la SEO, ma raramente offre dei vantaggi.

            Uno dei modi più astuti di utilizzare i widget di WordPress è quello di offrire contenuti correlati al tema della pagina. Questo aggiunge valore, è user-friendly e migliora l’esperienza di navigazione. Puoi utilizzare widget per

            • Aggiungere un livello social che promuova un collegamento col plugin di un’applicazione di una community BuddyPress.
            • Aggiungere un plugin media in modo che l’utente possa caricare immagini e video.
            • Dare visibilità ai nuovi membri del forum, i loro post e le loro foto.
            • Creare nuovi contenuti in forum e gruppi facili da scoprire.

            Una strategia come questa funzionerà altrettanto bene per ogni sito, che sia uno per l’addestramento di cani, uno di viaggi o di automobili. I widget di WordPress lasciano che sia tu a scegliere il target e la nicchia di utenza all’interno della tua nicchia, coinvolgendoli nei contenuti per i quali hanno espresso interesse. Saranno come un’iniezione di vitamine per il tuo business!

            • Deliziando i visitatori, avrai una più alta probabilità di ottenere link in ingresso, “like” di Facebook o +1 di Google.
            • In più, renderai i contenuti nuovi nei forum e nei gruppi più facili da scoprire, sia con i motori di ricerca che tramite i visitatori sulla home del tuo sito.

            La lezione chiave di SEO, qui, non è aggiungere molte cose nuove o una più vasta gamma di contenuti, funzioni e offerte, ma invece è di restare coerenti al tema principale dell’argomento trattato su quell’URL. Di meno è non di più. Rimuovi tutto ciò che non ti avvicina agli obiettivi del tuo business.

            Una cosa importante: Fai attenzione ai link diffusi che non sono rilevanti al 100%. Rimani concentrato sull’argomento. Se un link non è importante in quel contesto, rimuovilo.

            Domanda #9: non utilizzare la lingua degli utenti può danneggiare la mia SEO?

            Sebbene tu possa usare WordPress in un’altra lingua, dovresti sempre impostarlo per comunicare nella lingua dei tuoi visitatori. Ciò fornisce una migliore, più ricca e coinvolgente esperienza di navigazione, tutte cose che miglioreranno la tua SEO.

            La comunità di WordPress ha già tradotto lo strumento in molte lingue. Puoi configurare la tua installazione attraverso il pannello dell’amministratore – anche senza nessuna abilità di scrittura o tecnica.

            Poiché mescolare lingue diverse sul tuo sito web non assicura una bella esperienza all’utente, accertati di tradurre anche tutti i plugin di WordPress nel linguaggio scelto. Prima di acquistarlo, controlla se un plugin è configurato per la traduzione, in modo che tu possa tradurlo. Fai lo stesso per ogni tema WordPress che installi. Questo diventa particolarmente importante se pianifichi di espandere il tuo business in nuovi mercati, paesi e regioni.

            seo-per-wordpress

            Consigli sulla SEO per WordPress

            Conclusioni

            Spero che abbiate gradito questi suggerimenti pratici per la SEO di WordPress. Ho provato a concentrarmi sulle domande più comuni in base alla mia esperienza. Ho già avuto modo di scrivere a proposito delle domande sulla SEO più frequenti ma ho ritenuto importante scrivere questo articolo in modo da entrare più nel particolare.

            Potreste avere altri suggerimenti importanti da condividere o domande da fare. Unitevi pure alla discussione postando sotto commenti o dubbi.

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              Translator: Valerio Graziano

               

              tool-e-plugin-wordpress-seo

              Gli 8 migliori tool e Plugin WordPress SEO che devi assolutamente conoscere

              Vincenzo Calicchio No Comments



              I motori di ricerca rappresentano la principale fonte di traffico di molti siti web. Ecco perché i nostri utenti ci chiedono spesso suggerimenti per il posizionamento ed informazioni su strumenti free che possano migliorare i loro  risultati. In questo articolo, condividerò gli 8 migliori tool e plugin wordpress SEO con i quali ottimizzare il tuo vostro web.

              Ma badate bene. Forse starò esagerando nel paragone ma occuparsi di SEO è un po come fare l’amore. Non è importante utilizzare lo strumento migliore o saperlo usare al meglio, la cosa più importante è capire chi c’è dall’altra parte: l’utente. Per la stesura di questo post ho preso spunto da questo articolo di wpbeginner.com “9 Best WordPress SEO Plugins and Tools That You Should Use che ho tradotto ed approfondito.

              1. WordPress SEO by Yoast

              yoast-seo

              SEO WordPress by Yoast

              È uno dei plugin WordPress più scaricati di tutti i tempi. WordPress SEO by Yoast è una soluzione completa per  tutte le vostre esigenze di SEO on-site. Consente di aggiungere un title e meta description ad ogni post e ad ogni pagina del vostro sito.

              La lista delle caratteristiche di WordPress SEO by Yoast è molto lunga. Ovviamente lo usiamo anche in questo blog ed anche questo articolo anche è sottoposto al semaforo del plugin. Ma attenzione! Anche se Yoast su di un vostro contenuto vi da semaforo verde non vuol dire che sarà effettivamente efficace e posizionato. A proposito di ciò condivido una divertente immagine sull’argomento creata da Studio Samo.

              guida yoast wordpress

              Ovviamente prima di cominciare a studiare ed utilizzare Yoast vi invito a leggere questa nostra guida all’ottimizzazione di base di un sito WordPress.

              2. SEMrush

              guida-semrush

              E’ uno strumento utilizzato dai più esperti per estrapolare dati analitici e informazioni chiave dai loro competitor, con lo scopo di migliorare il proprio posizionamento sui motori di ricerca.

              SEMrush può esserti utile per:

              • Capire con quali parole chiave naturali classificarti
              • Capire da dove ottenere backlink
              • Avere intuizioni studiando la strategia dei competitor
              • Tanto altro.

              Ahinoi non è un tool free ma nonostante ciò viene utilizzato da migliaia di professionisti SEO in tutto il mondo. È in grado di fornire una ricca quantità di dati. Per un approfondimento a proposito di questo strumento, considerato da tantissimi il miglior tool SEO al mondo, vi rimando a questo prezioso articolo del Blog TagliaErbe:

              3. Google Keyword Planner

              guida-google-keyword-planner

              Nessuno sul pianeta sa meglio di Google cosa ricerchino le persone.

              Sapevate che potete ottenere idee e dati per le vostre parole chiave dallo stesso Google utilizzando lo strumento Google Keyword Planner?

              Questo strumento gratuito è liberamente offerto agli inserzionisti di Google e tutti possono utilizzarlo. La sua funzione principale è di sottoporre agli inserzioni dati ed idee sulle keyword su cui puntare per l’avvio di campagne AdWords. Aiuta anche a scegliere le parole chiave mostrando una stima di:

              • Volume di ricerca
              • Numero di risultati
              • Livello di difficoltà

              Come content marketerblogger, puoi utilizzare queste informazioni per trovare parole chiave di long, medium e short tail, parole affini o sinonimi di quelle che già usi, keyword con meno o con più concorrenza ecc… Tutti questi dati sono oro colato per la tua strategia SEO ed il tuo progetto web.

              Per approfondire l’utilizzo del Google Keyword Planner rimando a questo articolo di sos-wordpress:

              4. KeywordTool.io

              keyword-tool

              Keyword Tool è uno dei migliori strumenti gratuiti disponibili al momento per la ricerca di parole chiave. Consente di generare suggerimenti semplicemente digitando la parola di nostro interesse. Tali suggerimenti vengono raccolti direttamente dalla funzione di auto completamento di Google.

              Questi risultati sono informazioni davvero preziose. L’autocompletamento di Google suggerisce parole chiave basate sulla loro frequenza di utilizzo. Questo significa che i primi risultati mostrati sono i termini più utilizzati su Google per risalire a quella specifica keyword.

              Keyword Tool è incredibilmente veloce e, soprattutto, totalmente gratuito e fruibile. Potete utilizzarlo per ottimizzare i contenuti del vostro sito WordPress. Permette anche di ottenere suggerimenti per YouTube, Bing e App Store.

              5. PageSpeed Insight

              google-pagespeed

              Anche questo è uno strumento messo a disposizione stesso da Google. Tra gli oltre 200 fattori di posizionamento che considera il motore di ricerca c’è la velocità di caricamento del sito.

              Un sito lento è un sito non utile anche se al suo interno ci sono i migliori contenuti del mondo. Questo tool permette di verificare la pagespeed del proprio sito, comprovare se c’è da modificare qualcosa o se il sito è già ottimizzato in questo senso, e nel caso qualcosa non vada è Google stesso a suggerirti cosa fare e dove agire.

              6. Moz ToolBar

              moz-toolbar

              E’ una estensione disponibile per Google Chrome e Firefox che ti permette di studiare alcune componenti di qualunque sito web con un semplice click. Tra gli elementi analizzabili ci sono:

              7. Test di compatibilità con i dispositivi Mobile

              Google-test-mobile

              Era Aprile del 2015 quando Google introdusse il cosiddetto Mobilegeddon… tutti i siti web che non erano ottimizzati anche per la visita da smartphone e tablet sarebbero stati penalizzati nelle ricerche. Da quel momento in poi questo tool è diventato fondamentale! 

              Basta inserire la URL e sarò stesso Google a dirti se il tuo sito è mobile friendly o meno. Non lo è? Allora è il caso di darsi da fare! Anche perché il mobile non è solo il futuro degli eCommerce e di ogni progetto web, ma è anche il presente! Qui condivido due articoli di questo blog che potrebbero chiarirvi le idee in tal senso:

              8. Rel NoFollow Checkbox

              rel-no-follow-checkbox

              Quando linkate ad un sito esterno, tramite quel link fornite un po’ della vostra Domain Authority. Se volete evitarlo, potete aggiungergli la caratteristica nofollow.

              Infatti, potreste anche creare solo link esterni nofollow in WordPress. Anche se potrebbe non essere una buona idea. Talvolta potreste voler fornire la caratteristica dofollow a dei link diretti verso siti davvero utili.

              Rel NoFollow Checkbox è un plugin semplice di WordPress che aggiunge una casella al popup d’inserimento link nell’editor dei post di WordPress. Questo popup sarà già fornito di una casella che vi consentirà di aprire link in una nuova scheda. Tutte le volte che aggiungerete un link esterno potrete facilmente renderlo nofollow spuntando la checkbox.

              Ovviamente tale strumento è utile solo nel caso in cui non masticate proprio nulla di html, infatti potete rendere no follow qualsiasi link dalla sezione “testo” dell’editor di ogni WordPress.

              Conclusioni

              Questa è solo l’inizio della lista di tool e plugin wordpress SEO online che dovresti assolutamente usare! Nel tempo ne aggiungerò ancora ed inoltre man mano che andrò avanti nel lavoro, ne conoscerò altri e sicuramente ne usciranno di nuovi. Questo articolo sarà mantenuto vivo ed aggiornato con tutte le news del settore.

              Ora tocca a te! Conoscevi già i tool in questo articolo? o ne usi altri? se si quali? sarei ben felice di saperne di più per condividere idee e soprattutto esperienze. 

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                Translator: Valerio Graziano

                 

                ottimizzazione-seo-wordpress

                Guida all’ottimizzazione SEO in WordPress

                Vincenzo Calicchio No Comments



                In questa guida vedremo come ottimizzare il nostro sito WordPress in funzione SEO. Dove inserire le parole chiave, come migliorare i contenuti e come implementare le buone pratiche on page. In definitiva, scopriremo come strutturare il nostro wp in chiave SEO e ciò ci consentirà di porre solide basi per portare aventi il piano di posizionamento in Google. Come ci fa capire Julio Raga (l’autore originario del post) è infatti inutile, anzi direi deleterio, portare avanti una strategia senza aver posto le fondamenta…sarebbe come iniziare a costruire un palazzo senza la struttura in cemento armato.

                Perché l’ottimizzazione SEO di WordPress?

                Questa guida l’ho voluta adattare a WordPress perché è la piattaforma più diffusa al mondo per la creazione di siti web, però i metodi di cui parlo in questa guida sono adattabili a qualunque piattaforma.

                Come vedrai, ottimizzare un sito web in funzione dei motori di ricerca ingloba anche tantissimi aspetti che potremmo definire come non strettamente SEO (almeno ciò che i più immaginano sia la SEO) che però saranno fondamentali ai fini del posizionamento. Ragion per cui è giusto affermare che sempre più migliorare il nostro sito equivale a migliorare la nostra SEO.

                Ma prima di cominciare ad implementare i consigli che stai per leggere in questa guida mi preme dirti che, ancor prima di sviluppare una strategia SEO, è fondamentale studiare e seguire gli influencer del settore al fine di evitare sin dall’inizio gli errori più comuni magari esponendo direttamente alla rete le proprie domande ed i propri dubbi.

                Possiamo ora proseguire alla Guida per la ottimizzazione di un sito WordPress.

                Titolo del sito

                Il primo aspetto da tenere in contro per Wp è il titolo che vogliamo dare al nostro sito. Lo facciamo dal pannello “Impostazioni generali“:

                impostazioni-generali-wordpress

                Pannello “Impostazioni Generali” di WordPress

                E’ fondamentale inserire qui la keyword principale per la quale vogliamo posizionarci. In questo caso lo screenshot è preso dal nostro sito quindi noterete che la parola chiave è “Web Agency Salerno“. L’ideale sarebbe quello di inserire anche il brand anche perché suonerebbe più naturale. Per esempio quello della Coca Cola potrebbe essere “CocaCola, produttore di bevande“. E’ indifferente inserire prima la parola chiave o il brand, anche se secondo alcuni metter prima la parola chiave rafforzerebbe il potenziale di ricerca (ciò varrebbe anche per gli H1, H2 ecc…).

                Perché è importante?

                Perché facendo così faremmo si che il logo del nostro sito (quello che in questo sito trovate in alto a sinistra) tenga come attributo Alt la keyword principale e il brand. La presenza di questo logo con link praticamente in ogni pagina del sito darà alla parola chiave parecchia forza!

                Posizionamento delle Parole Chiave

                Come è noto, ancor prima di lavorare alla ottimizzazione SEO on page, dovremmo sapere su quali keyword dobbiamo lavorare per il nostro sito. Tali keyword devono essere uniche per ogni pagina, quindi la parola su cui ci concentriamo nella Home non sarà la stessa delle pagine di servizi o per esempio degli articoli del blog (ovvio!). Una strategia di keyword strutturata, lavora su parole chiave del settore tenendo presente il mercato, le query e le “spalma” nelle varie sezioni del sito.

                Una volta che abbiamo le keyword dobbiamo quindi inserirle correttamente nelle loro pagine corrispondenti. In ogni pagina che vogliamo ottimizzare dovremmo inserirle in:

                • Title. Che coincide con il titolo che diamo alla pagina wp o all’articolo.
                • Meta description. Alcuni template hanno una sezione apposita nello stesso editor di scrittura, altrimenti viene preso di default l’inizio del testo.
                • H1, H2 H3. L’H1 coincide con il titolo ma potrai inserirne altri anche nel testo. Mentre la struttura degli h2 ed h3 dovrai costruirla contestualmente al contenuto.
                • Alt delle immagini. Ottimizza le proprietà anche delle immagini e soprattutto aggiungi il testo alt che è quello con cui Google capisce il contenuto di un contenuto multimediale.
                • URL. Modificabile con WordPress
                • Primo paragrafo. Ovvero la primissima parte del testo.
                • Contenuti. Varie volte, e senza strafare. E’ fondamentale infatti scrivere testi diretti alle persone non ai bot, anche e soprattutto per non essere penalizzato per keyword stuffing.
                attributo-alt-immagini

                Dove inserire l’attributo Alt delle immagini

                Trucco: Per modificare le sezioni non modificabili direttamente con wp ti consiglio il plugin WordPress SEO by Yoast, che ti darà un grande aiuto per svolgere correttamente i “compiti”. Ma attenzione il semaforo verde di Yoast non è un buon indicatore SEO (se non sai di cosa sto parlando ti consiglio di provare il plugin!). Qui sotto l’esempio dell’utilizzo di Yoast per un articolo di questo blog.

                analisi-testo-yoast

                Come ottimizzare una pagina con Yoast

                Keyword relazionate, sinonimi e varianti

                Se vuoi sviluppare una strategia davvero efficace ti consiglio di utilizzare nei contenuti anche parole chiave relazionate, sinonimi e varianti della keyword principale. Per esempio, se stiamo ottimizzando una pagina per la parola chiave “giacca da uomo” ci converrà inserire anche parole come “giacca da uomo sportiva“, “giacca da uomo zara” ecc…

                Le parole chiave relazionate potremmo prenderle direttamente dai suggerimenti di Google o usare tool online appositi come keywordtool.io

                keyword-relazionate-e-sinonimi

                Keyword relazionate di “Giacca da uomo” con Google.it

                 

                keyword-relazionate

                Keyword relazionate di “Giacca da uomo” con keywordtool.io

                Per quanto riguarda quindi le parole relazionate, l’ideale sarebbe inserirle anche nei tag h2 ed h3. Per esempio si potrebbe creare un paragrafo dedicato a “giacche da uomo sportive” o “giacche da uomo a quadri” ovviamente contestualizzando il tutto col contenuto del testo.

                Ottimizzazione dei contenuti

                Ora che abbiamo reso chiaro ai motori di ricerca l’argomento della nostra pagina, è ora di ottimizzare i contenuti. Sarà importante farlo non solo in funzione dei bot ma soprattutto in funzione degli utenti!

                Ad ogni aggiornamento dell’algoritmo è sempre più importante nel fare SEO l’esperienza dei visitatori, quindi nostro obiettivo sarà quello di creare interesse al fine di aumentare il tempo di permanenza sul sito e diminuire il tasso di rimbalzo.

                Per cui fondamentale è creare valore con contenuti di qualità. E ciò vuol dire non solo contenuti lunghi (anche se la lunghezza del testo è un sintomo della qualità) ma anche contenuti che generano determinati comportamenti dell’utente, siano testi, immagini, video o qualsiasi altra tipologia di informazioni si tratti.

                Fai in modo che i tuoi contenuti rispondano ai seguenti requisiti:

                Rispondi a domande

                Quando stiamo cercando qualcosa in internet in realtà ci stiamo ponendo delle domande. Ciò che dobbiamo fare è immedesimarci nei nostri visitatori e rispondere con i nostri contenuti a queste domande. Per esempio se stiamo posizionando il sito di un idraulico, sarebbe utilissimo rispondere a domande riguardanti:

                • Orari di attività
                • Tariffe (magari comprese d’imposte)
                • Telefono ed ogni riferimento dell’attività
                • Indicazioni geografiche (se sono di Salerno non mi sarà molto utile chiamare un idraulico di Pordenone)

                Fai attenzione al Copywriting

                • Facilita la vita di chi ti legge
                • Evita paragrafi lunghi e monotoni
                • Usa colori, corsivi, grassetti e testi sottolineati
                • Usa immagini e video laddove possibile
                • Usa liste numeriche e puntate

                Fai attenzione al Meta title e alla Meta description

                Sono gli unici contenuti che l’utente vede dalle pagine dei motori di ricerca e quindi sono la tua unica arma per convincerli che le tue informazioni sono più utili di quelle dello snippet di sopra (o di sotto). Compilali rendendoti attraente ed inserisci una call to action tentando di rispondere a specifiche domande.

                Una buona idea è quella di osservare gli stessi risultati in SERP dei concorrenti. Fai una ricerca per la tua keyword specifica e “lasciati ispirare”…ma non fare mai copia-incolla dei testi altrui! Infatti oltre ad essere poco professionale e poco giusto, è una pratica che Google depreca.

                Inserisci il testo Alt per tutte le immagini 

                Come ho già ripetuto prima, questo è l’unico modo che ha Google per capire il contenuto di una immagine.

                Usa i Tag H1, H2 ed H3 correttamente

                I tag H1, H2, H3 devono usarsi correttamente per organizzare strutturalmente i contenuti, e non solo per ragioni estetiche. Servono infatti per organizzare i contenuti per paragrafi ed argomenti e pertanto devono avere una struttura logica. Per esempio, il primo da inserire dovrebbe essere un h1, all’interno del quale c’è un h2, in cui inserire poi gli h3 e così via. Non dobbiamo fare dei salti in questa struttura per esempio ponendo un h4 dopo un h2 senza alcun h3 di mezzo.

                Un ottimo strumento per analizzare e studiare la struttura di testi onlone è browseo.net

                Crea Link esterni

                Fai in modo che i tuoi contenuti siano collegati con siti esterni (magari affermati ed autorevoli) che amplino ed apportino maggiori informazioni ed approfondimenti ai tuoi testi. Non creare link solo per creare link, fallo non solo contestualizzando il tutto, ma anche con l’intento di apportare reale valore per i tuoi utenti.

                Fatti Social

                Aggiungi (assolutamente!) i bottoni di share nei Social Network e targettizza la condivisione a seconda del Social con Yoast che ti permette di cambiare descrizione, titolo ed immagine a seconda di dove viene condiviso il post. I bottoni di condivisione di questo blog vengono dal plug in Shareaholic che consiglio vivamente.

                yoast-seo-social

                La sezione di Yoast SEO in cui ottimizzare la condivisione nei Social Network

                Fai in modo che il visitatore prosegua navigando nel tuo sito 

                Una maniera di far si che l’utente continui a “consumare” i contenuti del tuo blog è quello di creare link interni verso altre pagine/articoli relazionati. Ciò lo puoi fare in due modi:

                Consiglio Video

                Sempre a proposito di ottimizzazione SEO di Wp ho trovato molto utile questo video che vi raccomando. Sono 12 minuti in cui potrete avere qualche approfondimento in più e soprattutto in cui potrete vedere materialmente come metter mano ai vari elementi di cui parlo in questo articolo.

                Conclusioni

                Bene, se segui tutto ciò che è scritto in questa guida di ottimizzazione SEO in Wordpess avrai posto delle solide basi sui cui lavorare alla strategia per la tua attività. Ma prima di concludere voglio lasciare un ultimo consiglio: sii sempre onesto ed umano!

                Mi spiego meglio. Quello che voglio dire è di non forzare nulla, non inserire per esempio keyword o sinonimi solo per “fare numero”, non inserire un testo Alt solo perché ha un alto tasso di ricerca. Probabilmente inizialmente non riuscirai a seguire tutte le indicazioni di questa guida, però è sempre preferibile apparire onesto e soprattutto naturale.

                Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

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                  user experience seo

                  User Experience: 7 consigli per migliorare la tua SEO

                  Vincenzo Calicchio No Comments



                  La User experience è uno dei fattori chiave del business da sempre, ma ora nelle attività online lo è ancor di più in quanto ci sono molti più fattori considerare. E’ evidente che tutti vogliamo avere una ottima esperienza quando andiamo al ristorante, al cinema o dal barbiere e lo stesso ovviamente vale anche per i siti Internet.

                  Per questa ragione ho deciso di tradurre e completare con alcune considerazioni questo articolo di Marketing para fotografos, e condividere alcune idee fondamentali a proposito di esperienza dell’utente che potranno esserti molto utili per migliorare il posizionamento SEO del tuo sito e quindi le vendite.

                  Ma prima forse questo video può chiarirvi ancor di più il concetto di Esperienza Utente.

                  User Experience Offline: in cosa consiste?

                  Potemmo definire come “Esperienza utente” tutte quelle cose come sensazioni, azioni ecc…che percepisce il cliente dalla prima volta che entra in contatto con un brand fino a che non termina la sua relazione (commerciale) con questo.

                  In questo modo, quando una persona cammina per la strada e vede i colori e la vetrina del tuo negozio entra per la prima volta in contatto con la tua attività, tenendo di fatto la sua prima esperienza come utente con il tuo brand. Il modo in cui ti percepisce questa prima volta, non solo in quanto te stesso ma anche il relazione con le attività vicine, determina un primo giudizio su di te,la tua professionalità ed il tuo Lavoro. In questo primo approccio l’utente si fa un idea a proposito di:

                  • Se sei caro o economico
                  • Se sei moderno o classico
                  • Se ti rivolgi ad un pubblico giovanile o meno.
                  • Ecc…

                  Il cliente ha cominciato a conoscerti e si è fatto un idea di te, senza conoscerti minimamente. Una volta entrato nel negozio poi avrà un impressione più dettagliata che confermerà (o meno) la sua prima impressione.

                  Nel caso in cui l’esperienza utente che offri non sia corretta, ovvero se non gli dai ciò che effettivamente si aspetta, potresti perdere clienti. Ma bada bene, la user experience va ottimizzata non per un cliente generico, bensì per il tuo cliente ideale.

                  L’esperienza dell’utente è il tuo primo agente commerciale, il tuo primo venditore, il tuo primo generatore di “lead” e sarà super utile per attrarre i tuoi clienti ideali. Ci avevi mai pensato? Credi che la tua attività compie tali obiettivi? O cambieresti qualcosa? Da ora in avanti dovrai far caso a queste cose sia se hai già un business avviato sia se stai ancora pensando di avviarlo.

                  Supponi che un pedone generico decida di entrare nel tuo negozio. Cosa farà inizialmente? Non lo immagini? Beh sicuramente noterà l’ambiente circostante, se fa caldo o fresco, se è comodo o no, ma (a questo non ci avevi mai pensato) soprattutto noterà l’odore del tuo negozio. Si, sembra strano ma è uno dei fattori di maggiore impatto, tant’è vero che se non c’hai mai fatto caso tutti i McDonalds hanno lo stesso odore!

                  Ciò che ho detto fin’ora è solo per fare un esempio di esperienza utente. Ma ci sono tantissimi altri elementi che potresti curare. Attrai il tuo cliente e fallo innamorare della tua attività!

                  User Experience Online: la nuova SEO

                  L’ottimizzazione dell’esperienza utente online si conosce come UXO (User Experience Optimization) e consiste nel mettere in pratica tutte quelle azioni che permettono di migliorare l’esperienza di coloro che arrivano sul nostro sito. Così come l’esperienza utente offline ha i suoi benefici che ho spiegato prima…che benefici ha per il nostro business una buona esperienza online?

                  Prima di addentrarci in tali benefici dobbiamo anzitutto definire cosa o che parametri di user experience siano identificabili e soprattutto misurabili. Ricorda, nel mondo online tutto ha bisogno di essere misurato al fine di poter migliorare costantemente (ed alla luce di dati reali) ogni nostra azione.

                  Ecco alcuni errori SEO e di usabilità che creano danni all’esperienza degli utenti sul nostro sito:

                  • La velocità del sito: se il sito carica lentamente è molto probabile che l’utente vada via.
                  • La facilità di navigazione: se chi arriva sul sito non trova facilmente ciò che cerca o si sente “sperduto”, finirà per chiudere la pagina.
                  • Elementi intrusivi della privacy: come la musica automatica che la stragrande maggioranza delle volta non ha altro effetto che dar fastidio.
                  • Titoli di pagine ed articoli poco accattivanti: se un titolo è noioso riceverà meno visite e le informazioni che contiene saranno perse. Non è la stessa cosa leggere “Idee per matrimoni” e “10 idee originali affinché il tuo matrimonio sia davvero speciale”. Il secondo attrae molto di più!
                  • La facilità per l’utente di trovare il contenuto che cerca: tanto per fare un esempio, se il visitatore sta cercando informazioni su un determinato tema sicuramente un solo articolo non basterà a soddisfare tutti i suoi dubbi, ragion per cui se inserisci link di contenuti correlati sicuramente faciliterai la sua ricerca.

                  Tale lista non pretende di essere unica e completa, sicuramente ci sono molti più elementi ma questi sono quelli secondo me più importanti in quanto non solo riguardano l’utente ma anche lo stesso motore di ricerca. Infatti Google tiene in conto questi fattori per posizionare meglio i contenuti in SERP. Lo sapevi?

                  Vediamo ora come questi fattori si riflettono sulla SEO.

                  Titolo dell’articolo o della Pagina

                  Uno dei fattori che Google tiene in conto per il posizionamento SEO è la qualità dei contenuti ed al fine di misurarla un elemento importante è la qualità del titolo. Un articolo di un blog con un titolo cattivo e noioso potrebbe essere ben posizionato per keyword eccellenti però dagli utenti potrebbe essere percepito come invisibile e così facendo nessuno ci clickerà. Il risultato? Tale contenuto sarà mostrato molte volte però avrà un bassissimo tasso di click a causa della cattiva gestione del titolo, ragion per cui avrà un CTR molto basso. Il CTR è la percentuale che c’è tra le volte in cui un contenuto è mostrato e quelle in cui è clickato.

                  Un CTR basso è sintomo di bassa qualità e quindi porta ad un peggior posizionamento in Google. Contrariamente a quanto accade per contenuti che hanno un alto CTR. Per controllare i dati riferiti al tuo sito puoi usare il Google Search Console.

                  percentuale-click-impression

                  Esempio di percentuale Click/Impression da Google Search Console

                  Velocità del sito (Pagespeed)

                  Il tuo articolo è di qualità ed il titolo e molto accattivante tanto che è in prima posizione di Google…però la pagina è lenta a caricare, tanto che tantissime persone non riescono a leggere il contenuto e chiudono presto la finestra. É quanto potrebbe accadere ai siti con una lenta velocità di caricamento.

                  Questo è uno dei fattori fondamentali per Google, tant’è vero che se se ne accorge ti penalizzerà sbattendoti in coda. Google infatti premia solo i risultati utili ed un contenuto che non carica, per quanto è scritto bene, non è un contenuto utile.

                  Puoi misurare il Pagespeed del tuo sito con questo strumento messo a disposizione stesso da Google.

                  analisi-pagespeed

                  Analisi Pagespeed di Google.com

                  Come migliorare il Pagespeed? Tanto per fare un esempio, se il tuo sito è in wordpress sai che i plugin hanno un peso? Hai mai provato a contare quelli scaricati ed attivi? O anche, hai mai ottimizzato il peso delle immagini?

                  La qualità dei contenuti

                  Tempo di permanenza nel sito

                  Ovvero un contenuto è di qualità se è letto per intero, fino alla fine. Se arrivi sul contenuto ma nel momento in cui cominci a leggere ti accorgi che non è l’informazione che stavi cercando o anche che il contenuto è fatto male e non risponde alle tue domande, senza dubbio andrai via dal sito senza finire di leggere. Il concetto di tempo di permanenza va ovviamente di pari passo con quello di Tasso di rimbalzo, ovvero la percentuale di coloro che entrano nel sito e vanno via senza aver aperto altra pagina, quindi senza aver approfondito i contenuti.

                  Google sa che una visita molto breve è un segnale di contenuti di cattiva qualità o di contenuti non ben relazionati con il titolo. Ragion per cui se tanti visitatori hanno lo stesso comportamento, per Google è un forte segnale che la pagina non merita di stare in prima pagina e quindi va declassata.

                  Di contro se un contenuto è oggetto di una lettura attenta, ovvero se la maggior parte dei visitanti passano molto tempo sul sito sfogliando più pagine, vorrà dire che crea attenzione degli utenti, risponde alle domande ed è effettivamente di qualità. Tale tipologia di contenuti sarà premiata!

                  Segnali Sociali

                  La qualità dei contenuti di un sito si misura anche con altri parametri che vanno al di là del tempo di permanenza e del tasso di rimbalzo. Altrettanto rilevanti sono anche gli indicatori “Social” come i commenti nel blog, il numero di volte in cui il contenuto è condiviso, il numero delle menzioni e la quantità (e la qualità) dei backlink.

                  Tali segnali danno a Google informazioni a proposito della qualità dei contenuti, un articolo non interessante oltre ad avere un alto tasso di rimbalzo, avrà anche pochissimi commenti e condivisioni (se non anche pari a zero). I commenti apportano effettivamente valore ai contenuti, generano un dibattito e fanno si che il sito sia vivo. Ad ogni commento migliorerà la nostra reputazione!

                  Il premere il pulsante di share altrettanto è un segnale di qualità, nessuno condividerebbe un articolo pessimo! Lo share di un articolo di un blog è un doppio atto di generosità, per primo con la tua rete di contatti in quanto diffondi valore, per secondo nei confronti dell’autore in quanto finisci per premiare la qualità che è stato capace di creare.

                  Ragion per cui se trovate utile questo articolo vi invito a condividere e commentare!

                  Usabilità con i contenuti relazionati

                  Se alla fine della lettura hai come saltare facilmente da un contenuto ad un altro relazionato vuol dire che chi scrive starà facilitando la tua visita con l’obiettivo di farti passare più tempo nel sito, di farti leggere più contenuti e soprattutto di migliorare la tua esperienza utente.

                  Google vedrà tale tuo comportamento come un segnale che i contenuti che stai leggendo sono effettivamente di valore giacché l’intero blog in se crea interesse.

                  Come migliorare i segnali che riceve Google dal nostro Sito Web

                  Tutti questi consigli miglioreranno il posizionamento del tuo sito, ragion per cui prendi nota.

                  1. Migliora il Pagespeed, ciò migliorerà il tuo tasso di rimbalzo.
                  2. Scrivi titoli accattivanti che incitano alla lettura e che soprattutto siano relazionati al contenuto, ciò migliorerà il tuo CTR.
                  3. Crea contenuti di qualità, originali e lunghi, includi anche contenuti multimediali. Ciò farà si che le visite durino più tempo, migliorerà il tasso di rimbalzo e la durata media delle sessioni.
                  4. Crea link nei contenuti non solo verso siti esterni ma anche verso pagine interne. Ciò aumenterà il tempo di permanenza e faciliterà che le visite durino più di una pagina.
                  5. Facilita, anzi provoca commenti, così facendo aumenterai i tuoi segnali sociali e manterrai il tuo sito vivo e partecipato.
                  6. Fai lo stesso anche per le condivisioni.
                  7. Aggiungi contenuti relazionati alla fine degli articoli, magari facendoti aiutare da alcuni appositi Plugin.

                  Solo con queste azioni riusciremo a migliorare la user experience del nostro sito, miglioreremo la nostra reputazione, l’autorità del nostro dominio (qui alcuni consigli su come aumentare questo fattore specifico) e ciò migliorerà il nostro posizionamento SEO.

                  Conclusioni

                  Come vedi potremmo fare moltissime cose per migliorare le nostre vendite, dall’odore del nostro negozio a modifiche al sito web, fino ad aumentare l’engagement dei social. Il segreto, se non si fosse ancora capito, sta in un unico ma fondamentale fattore: il creare e condividere Valore!

                  Ora tocca a te. Come gestisci questi elementi nel tuo sito? Credi che hai bisogno di modificare qualcosa? Se si, cosa? Hai delle domande sulla SEO che vuoi condividere? Commenta le tue impressioni e la tua esperienza, così facendo migliorerai non solo la reputazione di questo sito ma anche la qualità dei suoi contenuti.

                  Ah…Naturalmente non dimenticare di Condividere!!

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                    domande sulla seo

                    Le Domande sulla SEO più frequenti e le relative risposte

                    Vincenzo Calicchio No Comments



                    Spesso e volentieri mi capita di ricevere domande sulla SEO ragion per cui ho deciso di includere le più frequenti in quest’articolo (non perché mi annoi rispondere ma perché sono un buono spunto per informarsi).

                    Se vedi che alla fine del testo ti resta ancora qualche domanda, non preoccuparti e commenta liberamente. Lascia pure le tue domande sulla SEO e le pubblicherò man mano all’articolo. Desidero che questo post sia vivo e che si aggiungano nel tempo tantissimi dubbi a proposito di SEO. Ovviamente ad ogni domanda sarà data relativa risposta. Qual’è l’obiettivo di questo post? Evitare i più comuni errori SEO.

                    Sei dei nostri? Eccoci…

                    Le più frequenti domande sulla SEO relative ai concetti

                    La prima cosa da fare è render chiaro i concetti base per non confonderci sin da subito.

                    1. Che cos’è la SEO

                    Una delle domande più frequenti sull’ottimizzazione per i motori di ricerca è proprio in riferimento al suo significato. SEO è l’abbreviazione di Search Engine Optimization, che equivale a tutte quelle tecniche di ottimizzazione dei nostri siti web affinché risulti tra i primi risultati nei motori di ricerca come Google, Bing, Yahoo ecc…

                    In linea generale si tratta di sapere come i motori organizzano le informazioni, sapere a cosa danno rilevanza e scrivere i nostri contenuti in modo che Google (essenzialmente solo di G si tratta) gli dia rilevanza ed appaiano tra i primi siti per le ricerche di parole di nostra competenza.

                    2. Si possono pagare i Motori di Ricerca per apparire in prima pagina?

                    NO, un secco no. Anzi ti dirò di più, chiunque ti assicuri un buon posizionamento è un truffatore e chiunque ti dica di avere contatti in Google (è capitato a clienti di essere chiamati da sedicenti “Amici di Google”)  lo è ancor di più. Nessuno può dirti che se paghi Google sarai in prima pagina. Se fosse così l’unico risultato sarebbe una battaglia economica per essere primi ma senza dubbio finirebbero per essere visibili non i risultati migliori, mentre l’algoritmo di Google si evolve sempre più per dare le migliori risposte alle domande degli utenti.

                    Quindi se i Motori di Ricerca hanno avuto successo è proprio perché offrono risultati che sono utili agli utenti senza tener conto del peso economico delle attività che stanno dietro il risultato della ricerca. Così chiunque può apparire come primo su Google, l’unico requisito è convincerlo che i tuoi contenuti siano effettivamente utili e di qualità.

                    3. Gli annunci pubblicitari che appaiono in Google sono SEO?

                    No. Questo è una domanda sulla SEO che mi viene posta tantissime volte. Gli annunci su Google (il servizio si chiama Google AdWords) sono conosciuti come SEM, ovvero Search Engine Marketing o Marketing dei Motori di Ricerca.

                    I motori di ricerca si riservano uno spazio per la pubblicità a pagamento, ed è ciò di cui vivono (per la maggior parte) giacché per gli utenti ricercare su Google è gratuito. Ovviamente anche i risultati a pagamento hanno delle proprie regole e delle proprie modalità di ottimizzazione e gestione.

                    Naturalmente se paghi, e lo fai bene, puoi essere presente nella parte degli annunci (sebbene apparire non è immediato ma è conseguente ad un meccanismo di asta) anche se non sei tra i risultati organici…e viceversa.

                    4. Per fare SEO ho bisogno di un programmatore o di un sito speciale?

                    No. In tutti siti web si può fare SEO e non hai bisogno di sapere nulla di codice (anche se un po di html non farebbe male), basta conoscere il funzionamento dei Motori di Ricerca e fare di conseguenza. E soprattutto basta conoscere WordPress, che non a caso è il CMS più usato al mondo.

                    5. Che cos’è una keyword?

                    Una keyword è una parola chiave per il posizionamento. E’ un concetto, espresso in una parola o frase, che serve per descrivere il contenuto tematico basico e centrale di una pagina o di un intero sito web.

                    6. Tutte le keyword sono uguali?

                    No. Essenzialmente ci sono diverse tipologie di keyword:

                    Keyword di Brand: sono quelle che posizionano il nostro brand direttamente affinché appaia quando è cercato direttamente nei motori di ricerca.  (Per esempio quando si cerca “Barilla” deve apparire il sito della Barilla)

                    Keyword di contenuti: sono quelle che posizionano il nostro sito quando è trovato in riferimento ai contenuti di cui parla. (In questo caso Barilla dovrebbe apparire per keyword come “pasta italiana” o “pasta integrale” oppure “migliore pasta italiana” ecc….)

                    Per quanto riguarda questa prima differenziazione dobbiamo posizionare il nostro sito per entrambe le tipologie in maniera costante. Poi c’è una seconda differenziazione:

                    Keyword a basso contenuto di ricerca: ovvero keyword poco ricercate, le cosiddette keyword di long tail, per le quali è più facile posizionarsi.

                    Keyword ad alto contenuto di ricerca: quelle invece super cercate, per le quali c’è più concorrenza ed è quindi più difficile posizionarsi.

                    7. Quindi che cos’è una keyword Long Tail

                    Le keyword generiche si contrappongono a quelle Long Tail per la quantità di risultati che offre il motore di ricerca oltre che per la quantità di ricerche effettuate dagli utenti.

                    Tanto per fare un esempio “caffè” è una keyword generica, super cercata e che offre milioni di risultati in Google, contrariamente a quanto accade con “caffè macchiato con crema di nocciole”.

                    Le keyword long tail però hanno il grande vantaggio di corrispondere ad un utente web già super targettizzato, che già sa ciò che cerca e ciò di cui ha bisogno, ragion per cui è molto più predisposto a trasformarsi in cliente. Quindi le long tail hanno un tasso di conversione più alto rispetto a quelle generiche, ciò fa si che per i SEO sia più conveniente posizionarsi per tali tipologie di parole, a meno che l’obiettivo del sito non sia solo quello di fare branding.

                    Domande frequenti sulla SEO per la sua implementazione

                    Ok, queste domande sulla SEO in riferimento ai concetti penso possano bastare. Ora, come faccio SEO in pratica?

                    8. Come cerco le keyword giuste per il mio sito?

                    Questa è probabilmente una delle fasi più delicate. Per cominciare puoi analizzare i tuoi concorrenti, ovvero coloro che sono in prima pagina per i concetti per i quali vuoi posizionarti.

                    Un ottimo strumenti di analisi di keyword di altri siti web è il Google Keyword Planner. Andando in “Trova nuove parole chiave e ottieni i dati relativi al volume di ricerca” poi “Cerca nuove parole chiave utilizzando una frase, un sito web o una categoria”.

                    analisi concorrenza google keyword planner

                    Analisi concorrenza in Google keyword planner

                    Ed inserendo il sito che vuoi analizzare nella sezione “La tua pagina di destinazione”. Google ti darà risultati come il seguente.

                    analisi competitor google

                    Analisi Barilla.it con Google Keyword Planner

                    Osserva quindi quali sono le keyword che portano traffico a questi siti e prova con le stesse. Se a loro portano traffico significa che c’è gente che ricerca per queste parole chiave.

                    Però ovviamente per posizionarti in prima pagina dovrai farlo meglio dei tuoi concorrenti. Cosa vuol dire meglio? Tralasciando ogni tecnicismo essenzialmente dovrai fare contenuti di maggiore qualità e che apportino maggior valore agli utenti.

                    9. Come organizzo le keyword? Le metto tutte insieme nella stessa pagina?

                    Non devi assolutamente metterle tutte nello stesso posto! Così facendo sarai passibile di penalizzazione per keyword stuffing. Si tratta di fare esattamente il contrario. Devi gerarghizzarle ed organizzarle come i titoli dei capitoli di un libro ed assegnare a ciascuna pagina una parola chiave o un gruppo di parole chiavi della stessa famiglia.

                    Il motivo di ciò sta nel facilitare al Motore di Ricerca il lavoro di organizzazione e classificazione delle tue pagine web. Ragion per cui se sei uno di quelli che inseriscono in ogni pagina del tuo sito le keyword principali come per esempio “pizzeria salerno” o “pizzeria pulcinella salerno” non stai lavorando per il tuo posizionamento ma per la tua penalizzazione!

                    Questa tipologia di parole chiave non devono assolutamente essere per tutto il sito ma solo nella home. Il resto delle keyword, quelle long tail, devono essere “spalmate omogeneamente” per il resto delle pagine.

                    10. Come scelgo la keyword principale di una pagina?

                    La keyword principale di una pagina si distingue dalle parole “normali” in quanto devono soddisfare i seguenti requisiti:

                    • Deve apparire nel titolo della pagina sebbene accompagnata da altre parole. Per esempio se stiamo lavorando per una trattoria di Ariccia potremmo creare un contenuto del tipo “I 10 migliori ristoranti dove mangiare la porchetta ad Ariccia
                    • Deve apparire nella URL della pagina. Per esempio: …/10.migliori-posti-dove-mangiare-la-porchetta-ad-ariccia”
                    • Deve apparire nella meta description della pagina (niente paura con WordPress puoi gestire queste cose facilmente). Per esempio: “Tutti l’abbiamo sentita nominare almeno una volta ma probabilmente in pochi abbiamo mangiato quella vera. Ragion per cui se sei dalle parti di Ariccia ecco i migliori 10 posti in cui mangiare la porchetta
                    • Deve apparire nel primo paragrafo del testo.
                    • Deve apparire nel testo ALT delle immagini che includiamo in ciascuna pagina (anche in questo caso niente paura, WordPress è con noi). Il testo ALT è il modo in cui i motori di ricerca riconoscono cosa rappresenta una immagine, quindi è fondamentale non lasciare voto questo campo.
                    • Deve apparire nei titolo <h2> o <h3>. Una domanda sulla SEO molto frequente è proprio “Come si fa ciò?”. Ovviamente è molto semplice ed anche in questo caso WordPress ci viene in salvo. E’ infatti facilmente intuibile dall’editor dei testi in cui, tra le altre cose, possiamo assegnare titoli dall’1 al 6 che corrispondono ad <h1>…<h6>. I titoli sono utilissimi per dare una struttura al testo e piacciono molto a Google. Vuoi un esempio di testo scritto strutturato con titoli? Ovviamente anche questo testo lo è, ho usato <h2> per titoli generici e <h3> per le domande specifiche.

                      come modificare i titoli in WordPress

                      Come modificare i titoli in WordPress

                    • Deve apparire varie volte nel testo ma anche in questo caso attenzione al keyword stuffing! Infatti un vero testo di valore è scritto in funzione delle persone e non dei motori di ricerca. Per esempio ti sarai accorto che la keyword di questo testo è “domande sulla SEO” che ho ripetuto nel testo 5 volte.

                    11. Ho ottimizzato il sito in base alle keyword, ora vado in prima pagina?

                    No. O almeno ti posizionerai solo nel caso in cui per le tue keyword c’è una bassissima concorrenza (ma in tal caso neanche è detto). Occuparsi di SEO non vuol dire ottimizzare una tantum, il percorso è molto più completo e complicato, dovrai occuparti anche di tanti altri elementi come l’usabilità del sito, la velocità, la compatibilità mobile, la Link Building ecc…all’intero di questi elementi poi ci sono ancora tanti altri fattori da tenere a mente e curare giorno dopo giorno come per esempio questi sulla link building.

                    Domande frequenti sulla SEO: aggiungi la tua!

                    12. Domanda di Luca Bartolini

                    Quale strumento è possibile utilizzare per fare un’analisi del sito e valutare il suo posizionamento in merito a kw stabilite preventivamente per cui si intende posizionarsi? So che i risultati della SERP sono influenzati dall’essere loggato in Chrome, dalla cronologia delle ricerche, e dalla cache, quindi mi chiedevo se esisteva un tool per capire il reale posizionamento del sito senza essere influenzato da tali fattori.

                    Solitamente le alternative sono:
                    – Puoi fare ricerche in incognito con Chrome
                    – Puoi filtrare la query per “strumenti di ricerca” inserendo la località che ti interessa
                    – Puoi usare http://cuterank.net/
                    – Puoi usare https://www.epicbrowser.com/
                    – Usare http://www.seoutility.com/it/tools/google/posizionamento_su_google.aspx
                    – Utilizzare tool pay come SEMrush

                    13. Domanda di Luca Bartolini

                    Se un’impresa orientata ai mercati esteri, ed in essi le ricerche principali la fanno da padrona altri mdr come Yandex, Baidu o Yahoo! Japan, come dovrebbe muoversi l’impresa per posizionarsi? 

                    Si l’ottimizzazione SEO va fatta in funzione del prodotto, il suo mercato ed i tassi di utilizzo nei mercati dei vari motori di ricerca. Per esempio in Russia la maggiore quota di mercato è di Yandex mentre in Cina a farla da padrone e Baidu, in questi paesi è praticamente d’obbligo ottimizzare per questi motori di ricerca. Personalmente non mi sono mai trovato a lavorare in questi mercati ma ti condivido due articoli di alcuni tra i migliori professionisti italiani in tema SEO:
                    http://blog.tagliaerbe.com/2014/02/come-fare-seo-in-russia.html (Blog TagliaErbe su Yandex)
                    http://www.studiosamo.it/seo/seo-su-baidu/ (Studio Samo su baidu)

                    Ritengo siano due ottimi contenuti per cominciare ad approfondire l’argomento.


                    Ora tocca a te. Che dubbi hai sulla SEO? Qualche domanda che non è in questo articolo? Ti è tutto chiaro ora o ancora ci sono concetti oscuri? Commenta i tuoi dubbi e gli daremo risposta!

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