• +39 329 26 75 293
  • info@mianonnanonlocapisce.com

Tag Archives: Domande e Risposte sulla SEO

tempo per essere primi su google

SEO: Quanto tempo ci vuole per posizionare un sito?

Vincenzo Calicchio No Comments

In quanto consulente di Web Marketing ed in quanto il mio obiettivo di lavoro sia generare leads e vendite, una delle domande sulla SEO che mi fanno più spesso è: “Quanto tempo ci vuole per posizionare un sito in prima posizione per la parola chiave che ho scelto?”. Rispondere a tale domanda non è cosa semplice, infatti la domanda è mal posta (senza offesa) ed il quesito nasce da una concezione della SEO ormai superata.

Nuova SEO vs Vecchia SEO

La strategia di un tempo si basava sull’identificare le parole chiave più rilevanti per la vostra attività, che attraevano il maggior traffico e che non presentavano una grossa competizione. Bastava individuare 5-10 parole chiave “d’oro” che, da sole, avrebbero attirato una buona parte del traffico. Quando qualcuno si presenta da noi e dice “Ho bisogno di posizionarmi primo per queste parole chiave”, noi sappiamo che è chiaramente vittima quel paradigma.

Quella strategia di parole chiave va evitata perché, con rarissime eccezioni, non esiste nessuna parola chiave, o gruppo di parole, che attrarrà sul vostro sito la quantità di traffico desiderata, perlomeno non tanto quanto potrebbe fare una coda lunga di ricerca. L’aspetto da comprendere è che focalizzarsi solo su un gruppo di generiche parole chiave non basterà ad attirare tutti gli utenti che sono alla vostra ricerca.

tempo per posizionare un sito

La SEO attuale si costruisce sempre più sulle ricerche spontanee, ovvero sulle domande spontanee che scrivono gli utenti, generalmente composte da due o tre parole. Questo accade perché gli utenti si avvalgono anche di strumenti come Siri e Google Now per porre oralmente le loro domande, piuttosto che scriverle.

Inoltre, le persone includono sempre più dettagli nelle loro ricerche per arrivare ai risultati più velocemente. Queste parole chiave sono molto più facili da posizionare in quanto non sono molto competitive. Sono anche più rilevanti perché includono più dettagli ed il traffico per queste parole ha una maggiore velocità di conversione. Questo insieme di parole in coda trova molti più risultati di quanti ne otterreste adoperando le vostre “parole chiave d’oro”. Dunque, l’obiettivo per il posizionamento non è basarsi su poche parole chiave immutabili, ma focalizzarsi su un numero di ricerche spontanee molto più ampio, che cresce e cambia costantemente.

Posizionarsi non è poi così importante!

Posizionarsi è importante, ma non è il parametro sul quale dovreste concentrarvi. Se con la domanda “Quanto tempo impiega la SEO per essere efficace?” intendete “Quanto tempo ci vorrà per posizionarmi tra i primi?” allora state confondendo i risultati con il successo. Arrivare primo è un risultato che i consulenti SEO possono vendere con facilità, perché sono emozionalmente appaganti, ma non serve a nulla senza che il traffico generi lead e vendite, ovvero l’essenza del successo. Questo è il motivo per il quale dovreste affidarvi solo a SEO professionali, che si concentrano sui successi, piuttosto che sui meri risultati.

La domanda che dovreste fare

Ora che siete consapevoli di quanto la SEO sia cambiata e che volete i vostri lead e vendite piuttosto che solo il posizionamento, la domanda che dovreste porre è “Quanto impiega la SEO per iniziare a generare lead e volume di vendite?”

Ok perfetto, dunque quanto impiega la SEO per essere efficace?

Ora siamo pronti per rispondere alla giusta domanda e la risposta è… dipende. Frustrante, vero? Ma è la verità. Da cosa dipende? Dipende da vari fattori: da quanto tempo il vostro sito è in giro, quanta SEO è stata fatta su di esso precedentemente, in che stato è il sito, quanto contenuto c’è sopra, la situazione dei link e molti altri fattori SEO (vedasi l’infografica sotto). Nessun sito parte dalla stessa situazione di un altro, anche se sono nello stesso settore e competono per gli stessi clienti.

Ecco, invece,uno scenario plausibile (od ovviamente di massima) su quali dovrebbero essere le attività SEO da svolgere nei primi mesi e cosa potete aspettarvi.

  • Mese 1Ricerca e scoperta, ispezione del sito, strategia per le parole chiave e pianificazione. Se questa fase viene completata rapidamente, è possibile iniziare a fare aggiustamenti tecnici già nel primo mese. In altri casi, la fase di ricerca e analisi del sito può durare più di un mese.
  • Mese 2Iniziare il lavoro tecnico della SEO, che consiste nell’apportare modifiche al sito in base ai risultati della sua ispezione. In alcuni casi il sito web necessita di essere ristrutturato e possono volerci mesi. Altre attività SEO, come lavorare al profilo backlink e creare contenuti, possono essere svolte contemporaneamente alla ristrutturazione del sito ma se vi ritrovate in questa situazione, pur facendo SEO a tutti gli effetti, difficilmente vedrete miglioramenti in quanto i risultati saranno evidenti solo avendo definitivamente implementato tutte le modifiche della ristrutturazione.
  • Mese 3– Iniziate a focalizzarvi sulla creazione dei contenuti. Blogging, FAQ, guide ed istruzioni, articoli, nuovi prodotti, informazioni sulla compagnia etc… Dovreste iniziare a vedere dei risultati sul posizionamento entro la fine di questo mese e se ciò si trasforma in lead e vendite è ancora meglio, ma non è detto che sia ancora giunto il momento.
  • Mese 4– Creazione costante di contenuti, ottimizzazione tecnica del sito web, sviluppo di un profilo backlink sano (operazione che può includere la bonifica dei link di bassa qualità). Entro la fine di questo mese, potete aspettarvi di vedere un deciso miglioramento nel piazzamento, nel traffico e nella generazione dei lead. Non sarà assolutamente comparabile ai risultati che otterrete dopo 12 mesi di SEO, ma sarà abbastanza per iniziare a notare che sta effettivamente funzionando.
  • Mese 5– In questo mese, o forse già precedentemente, avrete iniziato ad incorporare la gestione social media nel vostro piano d’azione per diffondere i vostri contenuti ed incrementare il traffico verso il vostro sito, inventandosi (magari) le strategie più assurde come quelle dei due casi di seguito:
    ✓ La pazza strategia Social della Pizzeria Ugi’s di Buenos Aires
    ✓  Strategie Social per i B2B

    Questo può contribuire positivamente ad un profilo link sano, spontaneo e generare lead. Dovreste poter notare un incremento del traffico dovuto alla SEO ed un conseguente maggior numero di lead.

  • Mese 6– Se il vostro volume di traffico ha raggiunto i 5,000 visitatori mensili (bada bene dipende sempre dal settore!), potrebbe essere utile intervenire sul tasso di conversione per incentivare la quantità di traffico che si trasforma in vendite o lead. Da ora in poi, i vostri sforzi potrebbero concentrarsi sulla creazione dei contenuti e la loro promozione, oppure potreste dedicarvi ad altre attività più creative. Tali attività variano molto in base al tipo di compagnia e di sito web che avete.

Molti consulenti SEO vi diranno che servono dai 4 ai 6 mesi prima di vedere dei risultati. Questo è generalmente accurato, ma ricordate che questo corrisponde al tempo necessario per iniziare a vedere i risultati, e che l’efficacia della SEO cresce con il tempo. Qualunque risultato otterrete dopo 6 mesi sarà notevolmente minore di quello che otterrete dopo 12 mesi. Se invece notate un calo dei risultati, sarà meglio puntare a mantenerli stabili piuttosto che ad accrescerli.

Conclusioni: non fermatevi troppo presto!

Molte compagnie sottovalutano la quantità di tempo e denaro necessaria per essere efficaci con la SEO. Normalmente, il successo non si ottiene nei primi 3 mesi, anche con un sano budget SEO. Ho visto compagnie iniziare bene e concludere dopo 2 o 3 mesi, dicendo “Non stavamo ottenendo i risultati necessari a giustificare i costi”. Questo mi fa capire che hanno intrapreso l’operazione con delle aspettative irrealistiche. Se non avete le risorse per un periodo che va dai 6 ai 12 mesi, sarebbe meglio investire su altro.

Pagare per pochi mesi di SEO è, in genere, un totale spreco di soldi. La SEO è una tattica di marketing che rende sul lungo termine, non un modo per generare profitto immediato. Se, invece, fate un investimento adeguato e pianificate un’operazione di SEO che duri il tempo necessario, la tattica SEO è una delle strategie di marketing con il migliore ROI (Ritorno sull’Investimento) disponibili in circolazione.

Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

    La tua email (richiesto)

    Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

    Infografica di Search Engine Land

    infografica seo

    La tavola periodica della SEO

    Translator: Valerio Graziano Fonte: Forbes

     

    come-fare-un-redirect-301-in-wordpress

    Come fare un Redirect 301 in WordPress

    Vincenzo Calicchio No Comments

    Chi si occupa di SEO spesso si trova nella condizione di dover fare dei Redirect per alcune pagine web, e ciò accade o perché sono diventate obsolete o perché abbiamo sviluppato contenuti aggiornati ai quali ci interessa accedano gli utenti.

    Si ma effettivamente… come fare un Reindirizzamento? Per aiutarti ho deciso di tradurre questa semplice guida di Mayte Saa, una volta arrivato alla fine avrai le risposte alle tue domande! Per realizzare qualsiasi Redirect dobbiamo tenere a mente alcune raccomandazioni che ci aiutano a non perdere traffico e ad avere più visite. Ecco quali…

    Che cos’è un Reindirizzamento?

    I Reindirizzamenti (in inglese Redirect) permettono di inviare il traffico che si dirige verso una URL verso un altra URL differente. Così accade che, quando un utente o un bot di un motore di ricerca provano ad accedere ad una pagina in cui c’è un redirect, vengono automaticamente portati verso un altra pagina.

    redirection-301

    Che tipo di Redirect devi conoscere?

    I reindirizzamenti che bisogna conoscere sono sostanzialmente due:

    Redirect 301

    Il 301 è un reindirizzamento permanente, ossia, indica ai bot che la pagina è stata definitivamente spostata ad una nuova URL. Con questo redirect i motori di ricerca si dimenticheranno della URL vecchia e conferiranno alla nuova circa il 90% della sua autorità di pagina.

    Redirect 302 

    Il 302 è un reindirizzamento temporale che informa che il contenuto di una determinata URL è momentaneamente spostato verso un altra URL. Con il redirect 302 indirizziamo utenti e bot verso la nuova pagina però non conferiamo a questa alcuna autorità.

    Quando bisogna usare i Redirect 301?

    I reindirizzamenti sono utili per non perdere il traffico attraverso le pagine ben posizionate che, però, per qualche motivo non vogliamo continuare ad utilizzare. Ecco alcuni di questi motivi:

    • Pagine che sono diventate obsolete (prodotti di un eCommerce che non sono più venduti, articoli di un blog oramai non più utili ecc…).
    • Pagine che contengono contenuti duplicati… il male di ogni sito web! Un esempio? Il più classico dei classici è quando la home page di un siti è sia su http://www.sito.com che su http://sito.com.
    • Quando c’è un cambio di dominio da uno vecchio ad uno nuovo.
    • Pagine per cui ci interessa cambiare la URL per ragioni di SEO.
    • Pagine che contengono i tanto odiati errori 404.

    Non curare queste situazioni è sicuramente uno degli errori SEO più comuni, e ricorrere ai redirect 301 in questi casi permette di conservare il posizionamento nei motori di ricerca e quindi non perdere traffico.

    Come fare un Redirect 301 in WordPress?

    Se gestisci un sito in WordPress e ti occupi di SEO devi sapere che per poter fare un 301 nel nostro sito abbiamo due opzioni:

    • Reindirizzamenti tramite file .htaccess

    E’ l’opzione suggerita da Google, ma sicuramente molto più difficile da implementare. Se sei un impavido ti lascio questa utile guida:

    • Redirect 301 tramite Plugin

    Sicuramente avrai familiarità con i plugin. Esiste praticamente un plugin per tutto e, dunque, esistono anche per configurare reindirizzamenti di ogni tipo. Se, giustamente, hai paura a modificare il file .htaccess ti raccomando fortemente di utilizzare questa seconda opzione.

    Ecco una piccola lista di plugin utili per fare redirect 301 con WordPress:

    1. SEO Redirection Plugin: Sicuramente tra i migliori plugin con questo scopo. Permette di operare sui 301, 302 e di monitorare gli errori 404 (quest’ultimo passaggio potresti in ogni caso farlo con Google Search Console), molto ultile per fasi di cambiamento all’interno di un sito web.
    2. Redirection: Anche questo plugin permette di fare redirect 301 e di fare un monitoraggio degli errori 404. La cosa che più mi piace di questo strumento è la possibilità di analizzare il numero di volte che viene effettuato il reindirizzamento (numero di visite tramite la URL vecchia).
    3. Quick Page/Post Redirect Plugin
    4. Eggplant 301 Redirects

    E Tu? Monitori gli errori 404 del tuo sito? Fai i dovuti reindirizzamenti? Sono sicuro che con questa Guida Rapida per fare Redirect 301 in WordPress già puoi cominciare a lavorarci su…

    Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

      La tua email (richiesto)

      Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

       

      differenza-tra-link-nofollow-e-dofollow

      Link NoFollow: cosa sono, come funzionano e quando usarli

      Vincenzo Calicchio No Comments



      Se stai leggendo questo articolo, quasi sicuramente sarà perché hai cominciato a lavorare alla SEO del tuo progetto web col fine di migliorare il posizionamento in Google e quindi aumentare le conversioni. Come qualunque altra persona avrai cominciato a leggere articoli di settore, avrai scoperto che una delle cose più importanti è quella di lavorare alla Link Building ed avrai sentito parlare di link NoFollow.

      Bene, avrai già inteso che esistono due tipologia di link che si possono ricevere o creare nelle proprie pagine web, questi sono i link DoFollow e quelli NoFollow. Ognuno ha le sue proprietà, ognuno è usato con fini e scopi differenti ma entrambi sono utili ai fini del posizionamento (anche se in tanti non saranno d’accordo con questa affermazione).

      Senza prolungarmi di più andiamo ad approfondire l’argomento. Prima di tutto diamo un occhiata a cosa sono i link NoFollow e  DoFollow, poi scopriremo il loro funzionamento e soprattutto come e quando usarli.

      link-nofollow-meme

      Ovviamente nel Web si scherza molto sui Link NoFollow

      Cos’è un link NoFollow? Cos’è un link DoFollow?

      I Dofollow sono la tipologia di link più utile ai fini SEO giacché la pagina web che ci linka in questo modo ci trasferisce PageRank e ciò agli occhi di Google (ma se ci pensi bene anche agli occhi di un utente) conta come un feedback di qualità verso di noi. Quindi un link DoFollow apporta rilevanza al sito a cui viene diretto e nonostante sia solo uno dei fattori di posizionamento, per Google ricevere backlink di questo tipo è ancora fondamentale.

      I NoFollow, invece, costituiscono la maggior parte dei link ricevuti da un sito web e, al contrario dei DoFollow, non trasferiscono PageRank ed indicano al bot di Google che, sebbene linko ad un altro sito, non voglio trasferirgli rilevanza.

      In tanti pensano che non siano utili ai fini del posizionamento, ma Google continua a considerarli come un fattore positivo per la SEO giacché qualsiasi backlink è un segnale di qualità che prova che qualcun altro considera quel contenuto importante.

      link-nofollow-pagerank

      Trasferimento del Pagerank tra Link DoFollow e NoFollow

      Ovviamente Google non è stupido, e per questa ragione ogni backlink conseguito dev’essere il più spontaneo possibile (in realtà G non vuole che si faccia Link Building) quindi, benché i link DoFollow abbiano un peso maggiore dei NoFollow, una struttura di link ottimale prevede un buon equilibro tra gli uni e gli altri giacché avere solo backlink DoFollow (o solo NoFollow) suonerebbe come qualcosa di innaturale e ciò non piace ai motori di ricerca. A proposito dei fattori da tenere a mente nel fare Link Building vi consiglio la lettura di questo articolo:

      Ciò ovviamente vale anche per i link creati nelle nostre pagine web, assolutamente mai crearne solo DoFollow, ma utilizzare NoFollow per siti che non consideriamo sicuri al 100% o che non hanno relazione di argomenti con i nostri contenuti o il nostro business.

      Come creare link NoFollow?

      In genere i link DoFollow sono tali di default, per esempio tutti i quelli inseriti in WordPress lo sono. Se proprio vogliamo esserne certi (cosa inutile) il link deve avere questa struttura in HTML

      <a href=”http://www.sito.com” rel=”dofollow”> Testo </a>

      Ma ripeto, risulta DoFollow anche senza il rel.

      Per quanto riguarda poi creare link NoFollow abbiamo due opportunità:

      • Utilizzare un Plugin WordPress, su tutti “Ultimate NoFollow” semplice e veloce, che permette di trasformare qualunque link si voglia al momento dell’inserimento (scelta sconsigliata in quanto è davvero semplicissimo aggiungerlo direttamente in HTML ed un plugin in meno vuol dire meno peso al sito)
      come-inserire-un-nofollow

      Come inserire il rel”nofollow” con Ultimate NoFollow

      • Lavorare di HTML, inserendo il rel=”nofollow” al link, che quindi sarà così:

      <a href=”http://www.sito.com” rel=”nofollow”> Testo </a>

      Basta andare nella sezione “Testo” dell’editor di WordPress ed aggiungere l’attributo “nofollow” al link

      come-inserire-un-nofollow2

      Come inserire il rel=”nofollow” in WordPress

      Perché esistono i link NoFollow?

      Quale potrebbe essere il motivo per inventarsi qualcosa del genere? Bene, andiamo indietro di qualche anno (nel lontano 2005). In quell’era geologica l’algoritmo di Google era molto più semplice di quello di oggi ed il posizionamento dipendeva in larga parte dal numero di backlink (contava unicamente la quantità di link, a prescindere dalla qualità).

      Tenendo presente ciò, fare SEO in quel periodo significava mettere in pratica tecniche che oggi sono considerate Black Hat o quanto meno in odore di penalizzazione. L’unico obiettivo era conseguire link…qualunque fosse il mezzo! Ovviamente ciò spesso e volentieri voleva dire spammare di forma massiva altri siti, per esempio dei commenti dei blog, nei forum o anche in portali come Wikipedia.

      A proposito di tecniche Black Hat, se ti interessa l’argomento allora questo articolo è quello che fa per Te!

      Tiered Link Building: attenzione alle Piramidi di Link

       

      In circostanze come queste, Matt Cutts (capo dell’anti-spam di Google) propose la creazione dell’attributo “nofollow” motivandolo con l’evidenza che se i padroni dei forum e dei blog avessero potuto indicare a Google di non cedere pagerank ai siti degli spammer, allora lo spam avrebbe smesso di essere una tecnica utile ai fini del posizionamento in SERP.

      Cosa succede inserendo un link NoFollow?

      Quindi nel momento in cui creiamo o riceviamo un link, questo può essere DoFollow o NoFollow e la differenza tra l’uno e l’altro consiste nell’indicare a Google di passare parte del pagerank al contenuto linkato indicando al Bot di scansionarlo o meno.

      Nel caso di link DoFollow, indichiamo a Google che il contenuto linkato è rilevante, che il bot deve proseguire nella scansione trasferendo parte del nostro pagerank. Questi link sono sempre positivi per le pagine a cui puntano, a meno che il sito di origine non sia penalizzato o appartenga ad un altro settore (differenti tipologie di contenuti riferiti ad una utenza differente).

      Usando il rel=”dofollow” stiamo dicendo che il contenuto a cui puntiamo è importante e che, per questo motivo, vogliamo che ci sia comunicazione tra quella pagina e la nostra.

      D’altro canto, i rel=”nofollow” fanno esattamente il compito contrario, quindi indicano a google che quel contenuto non è rilevante (per una qualsiasi ragione) e quindi non va scansionato e non vogliamo trasferirgli PR.

      meme-link-nofollow

       

      Perché usare il rel=”nofollow”?

      E’ utile creare link NoFollow nei nostro progetti web essenzialmente in due situazioni:

      1. Quando non ci fidiamo tanto del sito a cui puntiamo e siti in odore di penalizzazione che per qualche ragione dobbiamo linkare (vedi contenuti utili agli utenti ecc…).
      2. Quando l’altro sito ha un DA ed un PA molto più bassi rispetto al nostro.
      3. Quando linkiamo ad un sito di un settore completamente diverso dal nostro core business, sia dal punto di vista merceologico che da quello contenutistico.

      Dal punto di vista dei backlink entranti, invece, i NoFollow influiscono (indirettamente) sulla SEO nelle seguenti modalità:

      1. Fanno arrivare al tuo sito un traffico maggiore da referral.
      2. Sono importanti dal punto di vista della Brand Awareness, in quanto in ogni caso agli occhi dell’utente c’è qualcuno che sta affermando che il nostro contenuto è utile.
      3. Possono potenzialmente farti aumentare i profitti, come conseguenza dei primi due punti.

      Conclusioni

      Nello scrivere questo articolo mi sono imbattuto in diversi altri articoli e tutorial, su tutti mi sento di consigliare questo di Giorgio Taverniti…prendete appunti!

      Spero che ora ti sia molto più chiara la differenza tra link NoFollow e DoFollow. Hai ancora qualche dubbio? Non sei d’accordo con quello che ho scritto? Fammelo sapere nei commenti o utilizza questo articolo “Open” sulle più comuni domande e risposte sulla SEO.

      Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

        La tua email (richiesto)

        Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

        come fare link building su wikipedia

        Come fare Link building su Wikipedia

        Vincenzo Calicchio No Comments



        Se vi occupate di Web Marketing ed in particolare di SEO, allora saprete bene che Google assume determinati siti come fonte prioritaria di informazioni. Accade per portali verticali come Giallo Zafferano (per la cucina) o come il blog di Salvatore Aranzulla per quanto riguarda argomenti come tecnologia e Web. Ma accade anche a livello mondiale per portali orizzontali, su tutti c’è sicuramente Wikipedia, la più grande enciclopedia del mondo oltre che il miglior frutto del lavoro dell’intelligenza collettiva.

        Per questa ragione in tanti tentano in tutti i modi di fare link building su Wikipedia, ma tale operazione non è propriamente facile in quanto la community ha eretto dei veri e proprio muri anti-spammer (fortunatamente aggiungerei!). Gli esperti di marketing dei contenuti spesso non comprendono il funzionamento dei backlink in relazione con Wikipedia e pensano che, se l’argomento è rilevante, basta aggiungere un link alla sezione “link esterni” della pagina. Non è così.

        Aggiungere un link a Wikipedia è come operare, se non viene fatto correttamente può causare molti problemi, tra cui la possibilità che il vostro dominio finisca tra gli elenchi di spam e venga bannato da Wikipedia.

        Gli 8 errori SEO comuni che forse stai commettendo

        È così difficile ottenere e manutenere un link su Wikipedia che tanti professionisti hanno smesso di offrire questo servizio da tempo. Inoltre già in passato ci sono stai scandali a proposito di questo tipo di attività, come quello riguardante Wiki-Pr:

        Però, sapendo che molti agenti di marketing pensano di farlo ad ogni costo, voglio condividere alcune delle migliori pratiche per creare backlink in Wikipedia traducendo quest’ottimo articolo di Mike Wood su Content Marketing Institute. Ovviamente se fatta correttamente, la vostra SEO può beneficiarne molto.

        Il passaggio da DoFollow a NoFollow

        Innanzitutto, diamo un’occhiata a come sono cambiati i backlink in Wikipedia attraverso gli anni. Quando Wikipedia è stata lanciata nel 2001, i backlink erano tutti DoFollow e creati pensando alla SEO. Grazie al grosso contributo dato da Google (Wikipedia quasi sempre tra le prime posizioni della SERP) chi aveva link su Wikipedia ha potuto beneficiare rapidamente (e tanto) dei suoi effetti sulla SEO.

        Allo stesso tempo, gli editor di Wikipedia hanno realizzato che avrebbero raccolto un sacco di spam. La comunità ha fatto grandi cambiamenti per eliminare quanto più spam possibile, tra cui cambiare i link in NoFollow, cosa che diminuisce  l’impatto sulla SEO, e la creazione di una lista nera per bloccare i domini considerati come spam.

        Ora, anche se i backlink NoFollow hanno meno effetti sul posizionamento dei backlink DoFollow, i link in Wikipedia restano tra i più ambiti nel settore del marketing. Questo perché Google dà un grosso peso ed una grossa fiducia all’enciclopedia più grande del mondo, ed a chi la cura…ovvero la community! (Figo no?)

        Dove fare Link Building su Wikipedia

        Ora vado a condividere ciò che, secondo la mia esperienza professionale, funziona davvero per quanto riguarda la creazione di backlink in Wikipedia.

        • Non cercate voci che necessitano di conferma (citation needed). Wikipedia ricerca e analizza automaticamente gli elementi che necessitano conferma. Se i link aggiunti non migliorano la qualità della voce, verranno rimossi e probabilmente inseriti nella lista nera.
        • Trovate voci che necessitano di essere raffinate ed ampliate. In questi casi, avrai una migliore possibilità di migliorare la qualità del contenuto, aumentando la conoscenza condivisa a tal riguardo e supportando l’opera di diffusione del sapere, come da obiettivo di Wikipedia.

        Per trovare un articolo migliorabile, andate alla pagina tutti gli articoli da ampliare. Più di 1800 articoli ricadono in questa categoria ogni mese. Esplorate più di un singolo mese per avere una riserva infinita di articoli che possono beneficiare del vostro intervento.

        Conoscere le tipologie di link

        Ora che sapete dove trovare lo spazio per i vostri link, diamo un’occhiata alle caratteristiche dei link da utilizzare:

        • Controllate che Wikipedia consideri già affidabile la fonte. Vedete se il sito web citato ha già un articolo a suo nome. Per esempio, AdAge ha una pagina dedicata su Wikipedia, questo incrementa le possibilità che tutti i link provenienti da quel sito vengano considerati affidabili.
        • Verificate se il sito web che volete citare è già stato utilizzato come backlink. Andate nella casella di ricerca e digitate l’URL che volete verificare. Un sito che è già stato utilizzato numerose volte gode di più affidabilità e le possibilità che venga accettato come fonte sicura sono più alte.

        In questo screenshot potete vedere che AdAge è stato utilizzato 201 volte come referenza in Wikipedia in lingua inglese. Potete anche constatare che il primo risultato è la stessa pagina AdAge su Wikipedia.

        link-building-su-wikipedia

         

        • Assicuratevi che il link non diriga ad una “landing page”. Un link ad una landing page priva di informazioni che supportino il contenuto è giustamente considerato spam dagli editor di Wikipedia.
        • Linkate direttamente ai contenuti della pagina. Il link deve dirigere ad un contenuto che supporti le informazioni che avete aggiunto. Per esempio, se state aggiungendo informazioni sulla pubblicizzazione, non potete reindirizzare direttamente alla home del vostro sito come fonte autorevole. Dovete collegare alla pagina esatta che supporti quell’argomento, allo stesso modo con cui citereste le fonti in una ricerca o in uno studio tecnico.

        Un esempio di Link Building su Wikipedia

        Ora è tempo di aggiungere il link. Fate le cose correttamente, dovete contribuire all’enciclopedia aggiungendo più link dei backlink che volete includere.

        Ecco un esempio di come funziona:

        Diciamo che volete aggiungere un link da The Motley Fool all’articolo sul panino Big King di Wikipedia. Il link è relativo alla pubblicità 2014 del Big King e la relativa sezione ha una voce vuota. Aggiungere un link in questo caso non solo vi consente di guadagnare un backlink, ma anche di contribuire positivamente a Wikipedia.

        inserire un link in wikipedia

        Avete a disposizione anche citazioni da USA Today sulla pubblicità del Big King. Nonostante il vostro scopo non sia di assicurare un backlink a USA Today, inserirlo aggiungerà credibilità alla voce.

        Ora, bisogna scrivere il contenuto per la voce (supportato dalle citazioni), potrebbe essere il seguente:

        “Nel 2014, Burger King reintroduce il Big King in diretta competizione con il Big Mac di McDonald’s. (Citazione USA Today) Partedella sua campagna pubblicitaria si è basata sul maggiore contenuto di carne del Big King rispetto al Big Mac”

        Incorporando due fonti credibili alle informazioni aggiunte, aumenterete le possibilità che il link scelto (quello di The Montley Fool) superi lo scrutinio. Suggerisco anche di ampliare ulteriormente il contenuto della voce, in modo da migliorare il vostro contributo.

        Conclusioni

        Non smetterò mai di dirlo, mai potrò abbastanza…non aggiungete link con Wikipedia solo con l’intento di fare Link Building! Assicuratevi di farlo correttamente e di contribuire al progetto. Aggiungere contenuti che migliorino la qualità dell’enciclopedia è il modo giusto, più sicuro e alla lunga più conveniente in termini di SEO. Ricordate che non è mai una garanzia linkare a Wikipedia ed ogni azione intrapresa non è mai al sicuro da errori, è solo una best practice.

        In definitiva vale una sola regola (quella di sempre): Bisogna creare VALORE!

        Vuoi saperne di più sulla Link Building?

        Ti consiglio la lettura di questo articolo a proposito degli elementi da considerare prima di avviare una campagna:

        I 6 fattori della Link Building da tenere sempre a mente

        e di quest’altro articolo (più avanzato) riguardante una tecnica di link building “black hat”:

        Tiered Link Building: attenzione alle Piramidi di Link 

        Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

          La tua email (richiesto)

          Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

          Translator: Valerio Graziano

           

          bufale-sulla-seo

          Le 7 Bufale sulla SEO a cui non credere

          Vincenzo Calicchio No Comments


          Tra le tante leggende che girano per il web ce ne sono tantissime che riguardano il web marketing, e tra queste le maggiori senza dubbio riguardano l’ottimizzazione per i motori di ricerca. Alcune (come spesso capita) hanno finito per diventare reali per il senso comune…ma non per Google! Quindi per prevenire errori, sia a livello strategico che tecnico, ho deciso di tradurre questo articolo di Luis Román a proposito delle più note bufale sulla SEO a cui non bisogna mai credere.

          Il perché di queste bufale sulla SEO

          La SEO è una disciplina lenta, che costa molto lavoro e pazienza. E ciò va contro la filosofia di molte imprese (per fortuna non tutte) e di monti clienti che invece vogliono risultati immediati e che sono a rischio di frustrazione in mancanza di quest’ultimi.

          Molto probabilmente è per questa ragione che molti consulenti vendono queste bugie che, oltre tutto, non potranno compiere.

          Quindi dopo aver già scritto a proposito dei più comuni errori SEO, in questo articolo ho deciso di racchiudere le più conosciute bufale ed ho ovviamente spiegato il relativo motivo per cui non bisogna crederle.

          #1 E’ possibile essere tra i primi 10 risultati di Google con poco sforzo

          La realtà è che un sito deve superare diversi milioni di altri risultati in SERP, ragion per cui capirete cosa significhi realmente posizionarsi in prima di pagina di Google. E’ qualcosa che si raggiunge solo con moltissimo sforzo e lavoro duro.

          Tanto per fare alcuni esempi vi passo il numero di concorrenti che ha la keyword “voli low cost”

          concorrenza-in-serp-keyword-short-tail

          Si dirà…“Si ma è una keyword super ricercata!”. Beh ecco invece i numeri delle risposte per una keyword a carattere locale come “pizzerie salerno”.

          concorrenza-in-serp-keyword-Local

           

          Per completezza di informazioni devo aggiungere che alla competizione nei risultati organici, c’è anche quelli coi risultati a pagamento (sempre posizionati in alto) e coi risultati della table di Google My Business (per quanto riguarda i le query a carattere locale). A proposito di quest’ultimo punto di consiglio la lettura del seguente articolo:

          Ovviamente non tutti i risultati corrispondono ad un concorrente dal punto di vista corporativo, ma rendono bene l’idea di quanto interesse ci sia dietro al posizionamento per ogni parola chiave

          #2 Il posizionamento SEO in prima pagina è garantito

          Questa affermazione è la regina delle bufale sui motori di ricerca. Chiunque vi dica questa frase è un venditore di fumo… se fate ancora in tempo allontanatevi!

          Nessun consulente SEO degno di tal nome vi dirà mai questa frase giacché il posizionamento non è mai garantito. Naturalmente nemmeno gli stessi impiegati di Google possono farlo!

          posizionamento-google-garantito

          Posizionamento garantito su Google…é una bugia!

          Pensateci solo un attimo…potete ottimizzare il sito nella maniera più perfetta (l’orrore grammaticale è voluto!) e potrete attuare la migliore strategia offline, ma se al mondo ci sono almeno 10 persone che lo fanno meglio di voi allora non sarete mai in prima pagina. Non sto qui a farvi notare che nessun consulente SEO al mondo può sapere quante persone al mondo stanno effettivamente lavorando per quella keyword in quell’istante…almeno non può saperlo con certezza ma può solo farne una stima.

          #3 La SEO è un attività low cost

          La SEO, quando è ben fatta, necessita di molte ore di lavoro ed ovviamente quando si contrattano i servizi di un consulente bisogna previamente accordarsi sui costi orari e le relative ore di lavoro stimate utili per il posizionamento.

          Lavorare sui motori di ricerca non è economico essenzialmente per due ragioni:

          • La semplice ottimizzazione del sito ha bisogno di molte ore di lavoro (poi è chiaro, dipende dal sito)
          • Non è un lavoro una tantum. C’è continuamente bisogno di ottimizzare, creare contenuti e verificare risultati.

          low-cost-seo

          #4 In due mesi possiamo arrivare in prima pagina di Google

          Come già detto prima la SEO è un lavoro continuo. Sono necessari come minimo sei mesi di modifiche, aggiustamenti, aggiornamenti, presenza sui social network, creazione di contenuti ecc…

          Lasciare il lavoro su un progetto web, anche solo per un periodo di tempo, può essere deleterio ed avere ripercussioni immediate sull’intero business. Una regola è fondamentale per ciò che riguarda la SEO: la continuità!

          #5 Nel fare SEO non c’è bisogno di continuità

          Questa bufala è diretta conseguenza della precedente. In molti pensano “Una volta arrivati al posizionamento non c’è da fare più nulla”.

          Tale affermazione è assolutamente sbagliata per due motivi:

          • Oramai fare SEO non vuol dire solo arrivare in prima pagina, ma significa arrivare a mantenere un certo livello di conversioni (se sei in prima posizione ma non hai contatti o clienti allora vuol dire che c’è un problema grave nella strategia)
          • Le posizioni così come si sono conquistare si possono perdere qualora non si faccia un adeguata manutenzione, non si facciano migliorie e non si creino contenuti in maniera continua.

          #6 Quante più parole chiave utilizzi più hai possibilità di posizionarti

          Un altra grande bufala sulla SEO è legata all’utilizzo delle keyword. Non solo riempire il tuo sito di parole chiave non ti aiuterà a raggiungere le prime posizioni ma addirittura ti metterà in odore di penalizzazione. Infatti questa pratica andava bene per strategie attuate nei primi anni del 2000 non certo dopo gli aggiornamenti di algoritmo che ci sono stati negli ultimi anni. Il riempire di keyword una pagina web (in gergo Keyword Stuffing)  è una pratica che Google aberra, ragion per cui è una pratica da cui tenersi lontano!

          E’ molto meglio optare per un numero ridotto di parole chiave, inserirle nei “posti giusti” del sito e soprattutto incorporarle ai contenuti senza forzature ed in maniera del tutto spontanea.

          Ovviamente è conveniente prendere in considerazione anche le keyword cosiddette Long Tail in quanto apportano:

          • Meno competizione
          • Traffico di maggiore qualità e più targettizzato
          • Possibilità di apparire in SERP specifiche
          keyword-long-tail

          Cos’è una keyword long tail?

          Come già spiego in questo articolo “Open” sulle più comuni domande e risposte sulla SEO, le keyword long tail sono parole chiave caratterizzate da un più basso volume di ricerca, una minor concorrenza ma una maggiore targettizzazione quindi un maggior interesse.

          #7 Le imprese che offrono servizi di SEO conoscono alla perfezione l’algoritmo di Google

          Questa è senza dubbio la più grande bugia sulla SEO… come se fosse plausibile che Google condividesse con le agenzie i dettagli del suo algoritmo!

          Che cos’è un algoritmo?

          E’ un insieme di istruzioni e regole predefinite, in pratica è una formula. Tutte le risposte che da un motore di ricerca vengono ricercate mediante questo algoritmo. Tale formula ovviamente nessuno la conosce, è un segreto e penso anche in Google siano in ben pochi ad averne notizie certe.

          Quello che si può arrivare a conoscere sono solo alcuni fattori (circa 200) che influiscono direttamente o indirettamente sul posizionamento.

          Tutti questi fattori sono conosciuti non certo per gentile concessione di Google ma per le ore ed ore trascorse da professionisti e consulenti a fare prove, errori ed a condividere le informazioni ricevute con il resto della comunità.

          i-segreti-dell-algoritmo-di-google

          I segreti dell’algoritmo di Google

           

          Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

            La tua email (richiesto)

            Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

            domande sulla seo

            Le Domande sulla SEO più frequenti e le relative risposte

            Vincenzo Calicchio No Comments



            Spesso e volentieri mi capita di ricevere domande sulla SEO ragion per cui ho deciso di includere le più frequenti in quest’articolo (non perché mi annoi rispondere ma perché sono un buono spunto per informarsi).

            Se vedi che alla fine del testo ti resta ancora qualche domanda, non preoccuparti e commenta liberamente. Lascia pure le tue domande sulla SEO e le pubblicherò man mano all’articolo. Desidero che questo post sia vivo e che si aggiungano nel tempo tantissimi dubbi a proposito di SEO. Ovviamente ad ogni domanda sarà data relativa risposta. Qual’è l’obiettivo di questo post? Evitare i più comuni errori SEO.

            Sei dei nostri? Eccoci…

            Le più frequenti domande sulla SEO relative ai concetti

            La prima cosa da fare è render chiaro i concetti base per non confonderci sin da subito.

            1. Che cos’è la SEO

            Una delle domande più frequenti sull’ottimizzazione per i motori di ricerca è proprio in riferimento al suo significato. SEO è l’abbreviazione di Search Engine Optimization, che equivale a tutte quelle tecniche di ottimizzazione dei nostri siti web affinché risulti tra i primi risultati nei motori di ricerca come Google, Bing, Yahoo ecc…

            In linea generale si tratta di sapere come i motori organizzano le informazioni, sapere a cosa danno rilevanza e scrivere i nostri contenuti in modo che Google (essenzialmente solo di G si tratta) gli dia rilevanza ed appaiano tra i primi siti per le ricerche di parole di nostra competenza.

            2. Si possono pagare i Motori di Ricerca per apparire in prima pagina?

            NO, un secco no. Anzi ti dirò di più, chiunque ti assicuri un buon posizionamento è un truffatore e chiunque ti dica di avere contatti in Google (è capitato a clienti di essere chiamati da sedicenti “Amici di Google”)  lo è ancor di più. Nessuno può dirti che se paghi Google sarai in prima pagina. Se fosse così l’unico risultato sarebbe una battaglia economica per essere primi ma senza dubbio finirebbero per essere visibili non i risultati migliori, mentre l’algoritmo di Google si evolve sempre più per dare le migliori risposte alle domande degli utenti.

            Quindi se i Motori di Ricerca hanno avuto successo è proprio perché offrono risultati che sono utili agli utenti senza tener conto del peso economico delle attività che stanno dietro il risultato della ricerca. Così chiunque può apparire come primo su Google, l’unico requisito è convincerlo che i tuoi contenuti siano effettivamente utili e di qualità.

            3. Gli annunci pubblicitari che appaiono in Google sono SEO?

            No. Questo è una domanda sulla SEO che mi viene posta tantissime volte. Gli annunci su Google (il servizio si chiama Google AdWords) sono conosciuti come SEM, ovvero Search Engine Marketing o Marketing dei Motori di Ricerca.

            I motori di ricerca si riservano uno spazio per la pubblicità a pagamento, ed è ciò di cui vivono (per la maggior parte) giacché per gli utenti ricercare su Google è gratuito. Ovviamente anche i risultati a pagamento hanno delle proprie regole e delle proprie modalità di ottimizzazione e gestione.

            Naturalmente se paghi, e lo fai bene, puoi essere presente nella parte degli annunci (sebbene apparire non è immediato ma è conseguente ad un meccanismo di asta) anche se non sei tra i risultati organici…e viceversa.

            4. Per fare SEO ho bisogno di un programmatore o di un sito speciale?

            No. In tutti siti web si può fare SEO e non hai bisogno di sapere nulla di codice (anche se un po di html non farebbe male), basta conoscere il funzionamento dei Motori di Ricerca e fare di conseguenza. E soprattutto basta conoscere WordPress, che non a caso è il CMS più usato al mondo.

            5. Che cos’è una keyword?

            Una keyword è una parola chiave per il posizionamento. E’ un concetto, espresso in una parola o frase, che serve per descrivere il contenuto tematico basico e centrale di una pagina o di un intero sito web.

            6. Tutte le keyword sono uguali?

            No. Essenzialmente ci sono diverse tipologie di keyword:

            Keyword di Brand: sono quelle che posizionano il nostro brand direttamente affinché appaia quando è cercato direttamente nei motori di ricerca.  (Per esempio quando si cerca “Barilla” deve apparire il sito della Barilla)

            Keyword di contenuti: sono quelle che posizionano il nostro sito quando è trovato in riferimento ai contenuti di cui parla. (In questo caso Barilla dovrebbe apparire per keyword come “pasta italiana” o “pasta integrale” oppure “migliore pasta italiana” ecc….)

            Per quanto riguarda questa prima differenziazione dobbiamo posizionare il nostro sito per entrambe le tipologie in maniera costante. Poi c’è una seconda differenziazione:

            Keyword a basso contenuto di ricerca: ovvero keyword poco ricercate, le cosiddette keyword di long tail, per le quali è più facile posizionarsi.

            Keyword ad alto contenuto di ricerca: quelle invece super cercate, per le quali c’è più concorrenza ed è quindi più difficile posizionarsi.

            7. Quindi che cos’è una keyword Long Tail

            Le keyword generiche si contrappongono a quelle Long Tail per la quantità di risultati che offre il motore di ricerca oltre che per la quantità di ricerche effettuate dagli utenti.

            Tanto per fare un esempio “caffè” è una keyword generica, super cercata e che offre milioni di risultati in Google, contrariamente a quanto accade con “caffè macchiato con crema di nocciole”.

            Le keyword long tail però hanno il grande vantaggio di corrispondere ad un utente web già super targettizzato, che già sa ciò che cerca e ciò di cui ha bisogno, ragion per cui è molto più predisposto a trasformarsi in cliente. Quindi le long tail hanno un tasso di conversione più alto rispetto a quelle generiche, ciò fa si che per i SEO sia più conveniente posizionarsi per tali tipologie di parole, a meno che l’obiettivo del sito non sia solo quello di fare branding.

            Domande frequenti sulla SEO per la sua implementazione

            Ok, queste domande sulla SEO in riferimento ai concetti penso possano bastare. Ora, come faccio SEO in pratica?

            8. Come cerco le keyword giuste per il mio sito?

            Questa è probabilmente una delle fasi più delicate. Per cominciare puoi analizzare i tuoi concorrenti, ovvero coloro che sono in prima pagina per i concetti per i quali vuoi posizionarti.

            Un ottimo strumenti di analisi di keyword di altri siti web è il Google Keyword Planner. Andando in “Trova nuove parole chiave e ottieni i dati relativi al volume di ricerca” poi “Cerca nuove parole chiave utilizzando una frase, un sito web o una categoria”.

            analisi concorrenza google keyword planner

            Analisi concorrenza in Google keyword planner

            Ed inserendo il sito che vuoi analizzare nella sezione “La tua pagina di destinazione”. Google ti darà risultati come il seguente.

            analisi competitor google

            Analisi Barilla.it con Google Keyword Planner

            Osserva quindi quali sono le keyword che portano traffico a questi siti e prova con le stesse. Se a loro portano traffico significa che c’è gente che ricerca per queste parole chiave.

            Però ovviamente per posizionarti in prima pagina dovrai farlo meglio dei tuoi concorrenti. Cosa vuol dire meglio? Tralasciando ogni tecnicismo essenzialmente dovrai fare contenuti di maggiore qualità e che apportino maggior valore agli utenti.

            9. Come organizzo le keyword? Le metto tutte insieme nella stessa pagina?

            Non devi assolutamente metterle tutte nello stesso posto! Così facendo sarai passibile di penalizzazione per keyword stuffing. Si tratta di fare esattamente il contrario. Devi gerarghizzarle ed organizzarle come i titoli dei capitoli di un libro ed assegnare a ciascuna pagina una parola chiave o un gruppo di parole chiavi della stessa famiglia.

            Il motivo di ciò sta nel facilitare al Motore di Ricerca il lavoro di organizzazione e classificazione delle tue pagine web. Ragion per cui se sei uno di quelli che inseriscono in ogni pagina del tuo sito le keyword principali come per esempio “pizzeria salerno” o “pizzeria pulcinella salerno” non stai lavorando per il tuo posizionamento ma per la tua penalizzazione!

            Questa tipologia di parole chiave non devono assolutamente essere per tutto il sito ma solo nella home. Il resto delle keyword, quelle long tail, devono essere “spalmate omogeneamente” per il resto delle pagine.

            10. Come scelgo la keyword principale di una pagina?

            La keyword principale di una pagina si distingue dalle parole “normali” in quanto devono soddisfare i seguenti requisiti:

            • Deve apparire nel titolo della pagina sebbene accompagnata da altre parole. Per esempio se stiamo lavorando per una trattoria di Ariccia potremmo creare un contenuto del tipo “I 10 migliori ristoranti dove mangiare la porchetta ad Ariccia
            • Deve apparire nella URL della pagina. Per esempio: …/10.migliori-posti-dove-mangiare-la-porchetta-ad-ariccia”
            • Deve apparire nella meta description della pagina (niente paura con WordPress puoi gestire queste cose facilmente). Per esempio: “Tutti l’abbiamo sentita nominare almeno una volta ma probabilmente in pochi abbiamo mangiato quella vera. Ragion per cui se sei dalle parti di Ariccia ecco i migliori 10 posti in cui mangiare la porchetta
            • Deve apparire nel primo paragrafo del testo.
            • Deve apparire nel testo ALT delle immagini che includiamo in ciascuna pagina (anche in questo caso niente paura, WordPress è con noi). Il testo ALT è il modo in cui i motori di ricerca riconoscono cosa rappresenta una immagine, quindi è fondamentale non lasciare voto questo campo.
            • Deve apparire nei titolo <h2> o <h3>. Una domanda sulla SEO molto frequente è proprio “Come si fa ciò?”. Ovviamente è molto semplice ed anche in questo caso WordPress ci viene in salvo. E’ infatti facilmente intuibile dall’editor dei testi in cui, tra le altre cose, possiamo assegnare titoli dall’1 al 6 che corrispondono ad <h1>…<h6>. I titoli sono utilissimi per dare una struttura al testo e piacciono molto a Google. Vuoi un esempio di testo scritto strutturato con titoli? Ovviamente anche questo testo lo è, ho usato <h2> per titoli generici e <h3> per le domande specifiche.

              come modificare i titoli in WordPress

              Come modificare i titoli in WordPress

            • Deve apparire varie volte nel testo ma anche in questo caso attenzione al keyword stuffing! Infatti un vero testo di valore è scritto in funzione delle persone e non dei motori di ricerca. Per esempio ti sarai accorto che la keyword di questo testo è “domande sulla SEO” che ho ripetuto nel testo 5 volte.

            11. Ho ottimizzato il sito in base alle keyword, ora vado in prima pagina?

            No. O almeno ti posizionerai solo nel caso in cui per le tue keyword c’è una bassissima concorrenza (ma in tal caso neanche è detto). Occuparsi di SEO non vuol dire ottimizzare una tantum, il percorso è molto più completo e complicato, dovrai occuparti anche di tanti altri elementi come l’usabilità del sito, la velocità, la compatibilità mobile, la Link Building ecc…all’intero di questi elementi poi ci sono ancora tanti altri fattori da tenere a mente e curare giorno dopo giorno come per esempio questi sulla link building.

            Domande frequenti sulla SEO: aggiungi la tua!

            12. Domanda di Luca Bartolini

            Quale strumento è possibile utilizzare per fare un’analisi del sito e valutare il suo posizionamento in merito a kw stabilite preventivamente per cui si intende posizionarsi? So che i risultati della SERP sono influenzati dall’essere loggato in Chrome, dalla cronologia delle ricerche, e dalla cache, quindi mi chiedevo se esisteva un tool per capire il reale posizionamento del sito senza essere influenzato da tali fattori.

            Solitamente le alternative sono:
            – Puoi fare ricerche in incognito con Chrome
            – Puoi filtrare la query per “strumenti di ricerca” inserendo la località che ti interessa
            – Puoi usare http://cuterank.net/
            – Puoi usare https://www.epicbrowser.com/
            – Usare http://www.seoutility.com/it/tools/google/posizionamento_su_google.aspx
            – Utilizzare tool pay come SEMrush

            13. Domanda di Luca Bartolini

            Se un’impresa orientata ai mercati esteri, ed in essi le ricerche principali la fanno da padrona altri mdr come Yandex, Baidu o Yahoo! Japan, come dovrebbe muoversi l’impresa per posizionarsi? 

            Si l’ottimizzazione SEO va fatta in funzione del prodotto, il suo mercato ed i tassi di utilizzo nei mercati dei vari motori di ricerca. Per esempio in Russia la maggiore quota di mercato è di Yandex mentre in Cina a farla da padrone e Baidu, in questi paesi è praticamente d’obbligo ottimizzare per questi motori di ricerca. Personalmente non mi sono mai trovato a lavorare in questi mercati ma ti condivido due articoli di alcuni tra i migliori professionisti italiani in tema SEO:
            http://blog.tagliaerbe.com/2014/02/come-fare-seo-in-russia.html (Blog TagliaErbe su Yandex)
            http://www.studiosamo.it/seo/seo-su-baidu/ (Studio Samo su baidu)

            Ritengo siano due ottimi contenuti per cominciare ad approfondire l’argomento.


            Ora tocca a te. Che dubbi hai sulla SEO? Qualche domanda che non è in questo articolo? Ti è tutto chiaro ora o ancora ci sono concetti oscuri? Commenta i tuoi dubbi e gli daremo risposta!

            Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

              La tua email (richiesto)

              Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

              1

              Contattaci per una consulenza gratuita...o per un caffè!

              Sei interessato ai nostri servizi? Vuoi parlarci di una tua idea? Siamo disponibili ad ascoltarti con piacere...