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Le Domande sulla SEO più frequenti e le relative risposte

Vincenzo Calicchio No Comments



Spesso e volentieri mi capita di ricevere domande sulla SEO ragion per cui ho deciso di includere le più frequenti in quest’articolo (non perché mi annoi rispondere ma perché sono un buono spunto per informarsi).

Se vedi che alla fine del testo ti resta ancora qualche domanda, non preoccuparti e commenta liberamente. Lascia pure le tue domande sulla SEO e le pubblicherò man mano all’articolo. Desidero che questo post sia vivo e che si aggiungano nel tempo tantissimi dubbi a proposito di SEO. Ovviamente ad ogni domanda sarà data relativa risposta. Qual’è l’obiettivo di questo post? Evitare i più comuni errori SEO.

Sei dei nostri? Eccoci…

Le più frequenti domande sulla SEO relative ai concetti

La prima cosa da fare è render chiaro i concetti base per non confonderci sin da subito.

1. Che cos’è la SEO

Una delle domande più frequenti sull’ottimizzazione per i motori di ricerca è proprio in riferimento al suo significato. SEO è l’abbreviazione di Search Engine Optimization, che equivale a tutte quelle tecniche di ottimizzazione dei nostri siti web affinché risulti tra i primi risultati nei motori di ricerca come Google, Bing, Yahoo ecc…

In linea generale si tratta di sapere come i motori organizzano le informazioni, sapere a cosa danno rilevanza e scrivere i nostri contenuti in modo che Google (essenzialmente solo di G si tratta) gli dia rilevanza ed appaiano tra i primi siti per le ricerche di parole di nostra competenza.

2. Si possono pagare i Motori di Ricerca per apparire in prima pagina?

NO, un secco no. Anzi ti dirò di più, chiunque ti assicuri un buon posizionamento è un truffatore e chiunque ti dica di avere contatti in Google (è capitato a clienti di essere chiamati da sedicenti “Amici di Google”)  lo è ancor di più. Nessuno può dirti che se paghi Google sarai in prima pagina. Se fosse così l’unico risultato sarebbe una battaglia economica per essere primi ma senza dubbio finirebbero per essere visibili non i risultati migliori, mentre l’algoritmo di Google si evolve sempre più per dare le migliori risposte alle domande degli utenti.

Quindi se i Motori di Ricerca hanno avuto successo è proprio perché offrono risultati che sono utili agli utenti senza tener conto del peso economico delle attività che stanno dietro il risultato della ricerca. Così chiunque può apparire come primo su Google, l’unico requisito è convincerlo che i tuoi contenuti siano effettivamente utili e di qualità.

3. Gli annunci pubblicitari che appaiono in Google sono SEO?

No. Questo è una domanda sulla SEO che mi viene posta tantissime volte. Gli annunci su Google (il servizio si chiama Google AdWords) sono conosciuti come SEM, ovvero Search Engine Marketing o Marketing dei Motori di Ricerca.

I motori di ricerca si riservano uno spazio per la pubblicità a pagamento, ed è ciò di cui vivono (per la maggior parte) giacché per gli utenti ricercare su Google è gratuito. Ovviamente anche i risultati a pagamento hanno delle proprie regole e delle proprie modalità di ottimizzazione e gestione.

Naturalmente se paghi, e lo fai bene, puoi essere presente nella parte degli annunci (sebbene apparire non è immediato ma è conseguente ad un meccanismo di asta) anche se non sei tra i risultati organici…e viceversa.

4. Per fare SEO ho bisogno di un programmatore o di un sito speciale?

No. In tutti siti web si può fare SEO e non hai bisogno di sapere nulla di codice (anche se un po di html non farebbe male), basta conoscere il funzionamento dei Motori di Ricerca e fare di conseguenza. E soprattutto basta conoscere WordPress, che non a caso è il CMS più usato al mondo.

5. Che cos’è una keyword?

Una keyword è una parola chiave per il posizionamento. E’ un concetto, espresso in una parola o frase, che serve per descrivere il contenuto tematico basico e centrale di una pagina o di un intero sito web.

6. Tutte le keyword sono uguali?

No. Essenzialmente ci sono diverse tipologie di keyword:

Keyword di Brand: sono quelle che posizionano il nostro brand direttamente affinché appaia quando è cercato direttamente nei motori di ricerca.  (Per esempio quando si cerca “Barilla” deve apparire il sito della Barilla)

Keyword di contenuti: sono quelle che posizionano il nostro sito quando è trovato in riferimento ai contenuti di cui parla. (In questo caso Barilla dovrebbe apparire per keyword come “pasta italiana” o “pasta integrale” oppure “migliore pasta italiana” ecc….)

Per quanto riguarda questa prima differenziazione dobbiamo posizionare il nostro sito per entrambe le tipologie in maniera costante. Poi c’è una seconda differenziazione:

Keyword a basso contenuto di ricerca: ovvero keyword poco ricercate, le cosiddette keyword di long tail, per le quali è più facile posizionarsi.

Keyword ad alto contenuto di ricerca: quelle invece super cercate, per le quali c’è più concorrenza ed è quindi più difficile posizionarsi.

7. Quindi che cos’è una keyword Long Tail

Le keyword generiche si contrappongono a quelle Long Tail per la quantità di risultati che offre il motore di ricerca oltre che per la quantità di ricerche effettuate dagli utenti.

Tanto per fare un esempio “caffè” è una keyword generica, super cercata e che offre milioni di risultati in Google, contrariamente a quanto accade con “caffè macchiato con crema di nocciole”.

Le keyword long tail però hanno il grande vantaggio di corrispondere ad un utente web già super targettizzato, che già sa ciò che cerca e ciò di cui ha bisogno, ragion per cui è molto più predisposto a trasformarsi in cliente. Quindi le long tail hanno un tasso di conversione più alto rispetto a quelle generiche, ciò fa si che per i SEO sia più conveniente posizionarsi per tali tipologie di parole, a meno che l’obiettivo del sito non sia solo quello di fare branding.

Domande frequenti sulla SEO per la sua implementazione

Ok, queste domande sulla SEO in riferimento ai concetti penso possano bastare. Ora, come faccio SEO in pratica?

8. Come cerco le keyword giuste per il mio sito?

Questa è probabilmente una delle fasi più delicate. Per cominciare puoi analizzare i tuoi concorrenti, ovvero coloro che sono in prima pagina per i concetti per i quali vuoi posizionarti.

Un ottimo strumenti di analisi di keyword di altri siti web è il Google Keyword Planner. Andando in “Trova nuove parole chiave e ottieni i dati relativi al volume di ricerca” poi “Cerca nuove parole chiave utilizzando una frase, un sito web o una categoria”.

analisi concorrenza google keyword planner

Analisi concorrenza in Google keyword planner

Ed inserendo il sito che vuoi analizzare nella sezione “La tua pagina di destinazione”. Google ti darà risultati come il seguente.

analisi competitor google

Analisi Barilla.it con Google Keyword Planner

Osserva quindi quali sono le keyword che portano traffico a questi siti e prova con le stesse. Se a loro portano traffico significa che c’è gente che ricerca per queste parole chiave.

Però ovviamente per posizionarti in prima pagina dovrai farlo meglio dei tuoi concorrenti. Cosa vuol dire meglio? Tralasciando ogni tecnicismo essenzialmente dovrai fare contenuti di maggiore qualità e che apportino maggior valore agli utenti.

9. Come organizzo le keyword? Le metto tutte insieme nella stessa pagina?

Non devi assolutamente metterle tutte nello stesso posto! Così facendo sarai passibile di penalizzazione per keyword stuffing. Si tratta di fare esattamente il contrario. Devi gerarghizzarle ed organizzarle come i titoli dei capitoli di un libro ed assegnare a ciascuna pagina una parola chiave o un gruppo di parole chiavi della stessa famiglia.

Il motivo di ciò sta nel facilitare al Motore di Ricerca il lavoro di organizzazione e classificazione delle tue pagine web. Ragion per cui se sei uno di quelli che inseriscono in ogni pagina del tuo sito le keyword principali come per esempio “pizzeria salerno” o “pizzeria pulcinella salerno” non stai lavorando per il tuo posizionamento ma per la tua penalizzazione!

Questa tipologia di parole chiave non devono assolutamente essere per tutto il sito ma solo nella home. Il resto delle keyword, quelle long tail, devono essere “spalmate omogeneamente” per il resto delle pagine.

10. Come scelgo la keyword principale di una pagina?

La keyword principale di una pagina si distingue dalle parole “normali” in quanto devono soddisfare i seguenti requisiti:

  • Deve apparire nel titolo della pagina sebbene accompagnata da altre parole. Per esempio se stiamo lavorando per una trattoria di Ariccia potremmo creare un contenuto del tipo “I 10 migliori ristoranti dove mangiare la porchetta ad Ariccia
  • Deve apparire nella URL della pagina. Per esempio: …/10.migliori-posti-dove-mangiare-la-porchetta-ad-ariccia”
  • Deve apparire nella meta description della pagina (niente paura con WordPress puoi gestire queste cose facilmente). Per esempio: “Tutti l’abbiamo sentita nominare almeno una volta ma probabilmente in pochi abbiamo mangiato quella vera. Ragion per cui se sei dalle parti di Ariccia ecco i migliori 10 posti in cui mangiare la porchetta
  • Deve apparire nel primo paragrafo del testo.
  • Deve apparire nel testo ALT delle immagini che includiamo in ciascuna pagina (anche in questo caso niente paura, WordPress è con noi). Il testo ALT è il modo in cui i motori di ricerca riconoscono cosa rappresenta una immagine, quindi è fondamentale non lasciare voto questo campo.
  • Deve apparire nei titolo <h2> o <h3>. Una domanda sulla SEO molto frequente è proprio “Come si fa ciò?”. Ovviamente è molto semplice ed anche in questo caso WordPress ci viene in salvo. E’ infatti facilmente intuibile dall’editor dei testi in cui, tra le altre cose, possiamo assegnare titoli dall’1 al 6 che corrispondono ad <h1>…<h6>. I titoli sono utilissimi per dare una struttura al testo e piacciono molto a Google. Vuoi un esempio di testo scritto strutturato con titoli? Ovviamente anche questo testo lo è, ho usato <h2> per titoli generici e <h3> per le domande specifiche.

    come modificare i titoli in WordPress

    Come modificare i titoli in WordPress

  • Deve apparire varie volte nel testo ma anche in questo caso attenzione al keyword stuffing! Infatti un vero testo di valore è scritto in funzione delle persone e non dei motori di ricerca. Per esempio ti sarai accorto che la keyword di questo testo è “domande sulla SEO” che ho ripetuto nel testo 5 volte.

11. Ho ottimizzato il sito in base alle keyword, ora vado in prima pagina?

No. O almeno ti posizionerai solo nel caso in cui per le tue keyword c’è una bassissima concorrenza (ma in tal caso neanche è detto). Occuparsi di SEO non vuol dire ottimizzare una tantum, il percorso è molto più completo e complicato, dovrai occuparti anche di tanti altri elementi come l’usabilità del sito, la velocità, la compatibilità mobile, la Link Building ecc…all’intero di questi elementi poi ci sono ancora tanti altri fattori da tenere a mente e curare giorno dopo giorno come per esempio questi sulla link building.

Domande frequenti sulla SEO: aggiungi la tua!

12. Domanda di Luca Bartolini

Quale strumento è possibile utilizzare per fare un’analisi del sito e valutare il suo posizionamento in merito a kw stabilite preventivamente per cui si intende posizionarsi? So che i risultati della SERP sono influenzati dall’essere loggato in Chrome, dalla cronologia delle ricerche, e dalla cache, quindi mi chiedevo se esisteva un tool per capire il reale posizionamento del sito senza essere influenzato da tali fattori.

Solitamente le alternative sono:
– Puoi fare ricerche in incognito con Chrome
– Puoi filtrare la query per “strumenti di ricerca” inserendo la località che ti interessa
– Puoi usare http://cuterank.net/
– Puoi usare https://www.epicbrowser.com/
– Usare http://www.seoutility.com/it/tools/google/posizionamento_su_google.aspx
– Utilizzare tool pay come SEMrush

13. Domanda di Luca Bartolini

Se un’impresa orientata ai mercati esteri, ed in essi le ricerche principali la fanno da padrona altri mdr come Yandex, Baidu o Yahoo! Japan, come dovrebbe muoversi l’impresa per posizionarsi? 

Si l’ottimizzazione SEO va fatta in funzione del prodotto, il suo mercato ed i tassi di utilizzo nei mercati dei vari motori di ricerca. Per esempio in Russia la maggiore quota di mercato è di Yandex mentre in Cina a farla da padrone e Baidu, in questi paesi è praticamente d’obbligo ottimizzare per questi motori di ricerca. Personalmente non mi sono mai trovato a lavorare in questi mercati ma ti condivido due articoli di alcuni tra i migliori professionisti italiani in tema SEO:
http://blog.tagliaerbe.com/2014/02/come-fare-seo-in-russia.html (Blog TagliaErbe su Yandex)
http://www.studiosamo.it/seo/seo-su-baidu/ (Studio Samo su baidu)

Ritengo siano due ottimi contenuti per cominciare ad approfondire l’argomento.


Ora tocca a te. Che dubbi hai sulla SEO? Qualche domanda che non è in questo articolo? Ti è tutto chiaro ora o ancora ci sono concetti oscuri? Commenta i tuoi dubbi e gli daremo risposta!

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    siti wordpress più famosi al mondo

    I più famosi siti Web al mondo sviluppati con WordPress

    Vincenzo Calicchio No Comments



    Quando ci viene commissionato un sito web, i clienti tendono sempre a domandarci se WordPress abbia il potenziale sufficiente per fare del loro sito un grande sito. Oggi ti dimostrerò che si (assolutamente si!) se wordpress è il più famoso CMS al mondo un motivo ci sarà. Come farò a dimostrartelo? Semplicemente mostrandoti alcuni dei siti web super famosi sviluppati proprio con WordPress.

    Le persone non conoscono a fondo questo CMS Open Source e non ne vedono le enormi possibilità che questo nasconde. WordPress permette di sviluppare progetti web tutt’altro che basilari!

    Vuoi sviluppare un sito per un hotel? Con wordpress puoi farlo!

    Vuoi sviluppare un sito di un evento dove si possono comprare i biglietti? Con wordpress questo è possibile!

    Hai bisogno di un sito dove condividere eventi? Anche questo è possibile farlo con wordpress.

    Perché creare siti web con WordPress?

    Prima wordpress era destinato unicamente a creare blog, sia personali che professionali, però grazie alla community ed agli sviluppatori propri di wp attualmente è possibile creare quasi ogni tipologia di portale.

    Ogni programmatore, secondo me, dovrebbe fare ogni volta un piccolo esame di coscienza e valutare se per ogni progetto non sia il caso di sviluppare in WordPress (so che in tanti si arrabbieranno per questa affermazione). Ma ci sono anche casi in cui accade il contrario ed è più conveniente optare per la creazione di siti in altre piattaforme, non perché in WordPress non si possa fare ma unicamente per ragioni di usabilità. Tanto per fare un esempio: non è la stessa cosa creare un e-commerce con un catalogo vasto in WordPress che in Magento o Prestashop, e ciò benché possiamo contare su sua maestà il plug in WooCommerce.

    Nel corso degli anni questo cms è diventato una piattaforma flessibile, rapida ed in cui si può risolvere ogni tipo di problematica e creare ogni tipo di progetto grazie ai suoi plug in ed i suoi template.

    Come dimostrare che WordPress fa per te

    Personalmente ritengo che la cosa più utile in questi casi sia mostrare esempi concreti, ragion per cui per togliere ogni dubbio (quanto a voi quanto ai clienti) condivido alcuni tra i siti web al mondo più famosi sviluppati propri in wordpress. Già mi è successo in passato di vedere le persone veramente meravigliate di questi siti e ciò mi lascia pensare che gran parte del potenziale di questo strumento non è arrivato ancora alle persone (almeno qui da noi nel bel paese).

    Siti web famosi creati con wordpress

    Ecco una lista solo di alcuni dei siti web più famosi al mondo sviluppati con questo cms.

    Techcrunch

    siti famosi wordpress

    Techcrunch è il blog per eccellenza sull’imprenditorialità, le startup, i prodotti tecnologici e i siti web di ogni tipo. Vero e proprio punto di riferimento per tutti gli startupper del mondo, non solo quelli della Silicon valley. Fondato nel 2005 da Michael Arrington, è tra i siti più famosi al mondo ed attualmente registra oltre 6 milioni di follower sui social network.

    Sony Music

    siti wordpress famosi

    Tutto il mondo conosce la Sony per i suoi prodotti tecnologici però, ciò che le persone non sanno è che può contare anche su una casa discografica tutt’altro che piccola, la Sony Music (o SME). E’ considerata la terza compagnia discografica del mondo e tra le sue etichette ci sono compagnie come Columbia, RCA ecc…

    Dallas Mavericks

    wordpress siti famosi

    Gli appassionati di NBA conosceranno sicuramente la questa squadra vincitrice del prestigioso torneo nel 2011 ed in cui giocano giocatori del calibro di Dirk Nowitzky, Juan Josè Barea, Devin Harrism Chandler Parsons ecc… In questo sito sviluppato con WordPress si può vedere il calendario delle partite, tutte le ultime notizie, le informazioni sui giocatori, video, foto ed uno shop online in cui acquistare i gadget della squadra.

    Beyoncé

    siti web famosi wordpress

    Ovviamente tutti sappiamo chi è Beyoncé. Ex Destiny’s Child è poi diventata tra le maggiori cantanti del pop a livello mondiale. Questo portento di donna ogni anno gira il mondo per concerti avendo sempre con se il favore della critica e del grande pubblico.

    The Rolling Stones

    siti web famosi wordpress

    Anche lor maestà i Rolling Stones hanno il sito sviluppato con WordPress! La band più famosa al mondo e tra le più longeve della storia lo usa per condividere concerti, notizie ed ogni tipo di contenuto multimediale. Per i poco informati (semmai esistano) i Rolling Stones iniziarono la loro carriera nel 1962 e da allora sono ancora sulla cresta dell’onda (e penso ci resteranno per sempre!).

    Mercedes Benz

    siti web wordpress famosi

    Le automobili Mercedes sono considerate le migliori al mondo per la loro affidabilità, stabilità e sicurezza. Nel loro sito sviluppato con WordPress è possibile informarsi su tutta la gamma di veicoli così come degli eventi che patrocinano, gli sport in cui competono ecc…

    Altri siti web famosi sviluppati con WordPress:

    Jay Z

    siti web sviluppati con wordpress famosi

    Blog di PlayStation

    siti web famosi creati con wordpress

    Matteo Renzi

    famosi siti sviluppati con wordpress

    Time

    siti web famosi realizzati con wordpress

    Ed ancora sono sviluppati in WordPress i siti di Usain Bolt, Sylvester Stallone ecc….

    Il sito creato in WordPress che più mi ha sorpreso

    Svezia

    siti famosi sviluppati con wordpress

    Se ancora avevate qualche dubbio sull’affidabilità di wordpress figuratevi che addirittura il governo della Svezia ha deciso di affidarsi al  questo cms. Molto probabilmente questo non accadrà mai in Italia (troppi interessi in un appalto di questo genere) però mi rende felice vedere come un governo decida di affidarsi ad una soluzione Open Source per il suo sito ufficiale. Un enorme complimenti quindi alla Svezia!

    Come vedere se un sito web è sviluppato in WordPress

    Se qualche volta siete curiosi e volete conferma di se un portale è sviluppato con questo cms o meno, esistono piattaforme come Is it wordpress che solo indicando una URL ti dicono se un sito è implementato in wp o meno.

    Conclusioni

    Sicuramente c’è da lavorare tanto ed abituare i clienti affinché non sottostimino questo tipo di piattaforme. Il web oramai è davvero a portata di tutti. Conoscete qualche altro sito famoso sviluppato in wordpress? Se si quale? Commentatelo e provvederò ad aggiornare l’articolo!

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      assoluzione erri de luca

      Assoluzione Erri De Luca: come ha reagito la Rete

      Vincenzo Calicchio No Comments



      Ne sono convinto, nelle ultime ore chiunque di voi abbia dato un occhiata nei Social ha notato che tutti (ma proprio tutti) hanno condiviso contenuti a proposito dell‘assoluzione di Erri De Luca in merito al processo per le sue dichiarazioni sulla TAV. Che si tratti di un articolo, una foto con citazione o una foto con Erri nel giro di pochi minuti tutti gli utenti della Rete hanno saputo la notizia. 

      Sono molto incuriosito ogni qualvolta c’è un effetto di Marketing Virale ed amo studiare come la rete reagisce in merito a notizie di questo tipo, diciamoci la verità tutta Italia è stata ben felice di gridare al mondo la tanto attesa notizia e ciò ha finito per creare un effetto virale come pochi nella storia (del Bel Paese intendo).

      Da buon appassionato di web e Social Media la prima cosa che ho fatto è utilizzare alcuni strumenti per verificare cosa (e come) è effettivamente successo. Ragion per cui vi condivido quest’analisi delle reazioni del Web.

      Come ha reagito la Rete in merito all’assoluzione di Erri De Luca?

      La prima cosa che ho fatto è stato vedere come hanno reagito le persone utilizzando Google Trends ed ho notato che precisamente alle 12:52 di oggi (19 Ottobre 2015) la notizia ha cominciato ad essere virale mentre vediamo il picco massimo della curva alle 13:24. In questa mezz’ora tantissimi italiani hanno effettuato una mole enorme di ricerche per avere informazioni in merito alla notizia. Ma per essere più chiari mi sembra giusto spiegare…

      assoluzione erri de luca

      Che cos’è Google Trends?

      Google Trends è un tool dell’Universo Google che permette di conoscere dati in merito alle ricerche effettuate sul più famoso Motore di ricerca al Mondo dagli utenti del Web. Le query possono essere facilmente targettizzate per:

      • Paese
      • Data ed orario
      • Categoria
      • Piattaforma di ricerca (ricerca Google, Immagini, YouTube, Google News ecc…

      Nell’analisi fatta a proposito dell’assoluzione di Erri De Luca ho filtrato per “tutto il mondo” ed “ultimo giorno”. Inoltre è utile sapere come leggere la linea che si vede nel grafico, ovvero:

      I numeri rappresentano gli interessi di ricerca rispetto al punto più alto del grafico. Se il 10% massimo delle ricerche per una regione e un periodo di tempo determinati riguardasse il termine “pizza”, verrebbe attribuito il valore 100. Questo valore non corrisponde al volume di ricerca assoluto.

      Quindi si tratta di dati relativi e non assoluti. Qui ulteriori informazioni.

      La maggior parte delle query arriva ovviamente dall’Italia, seguita dalla Francia (altro paese interessato alla TAV Torino – Lione)

      analisi assoluzione erri de luca

      Sono rimasto poi molto sorpreso nel constatare che la maggior parte delle ricerche non venga da Napoli (Erri De Luca è partenopeo) ma da Perugia. Questa cosa assolutamente non me la spiego considerando anche l’animo passionale dei Napoletani, ma facilmente nelle prossime ore tale dato potrebbe variare.

      assoluzione erri de luca

      L’analisi del caso Erri De Luca sugli strumenti di analisi delle voci Sociali

      Spostandomi di piattaforma ed analizzando il caso su Topsy scopro che nelle ultime 2 ore (quest’articolo è pubblicato alle ore 16) la notizia è stata ripresa 3851 volte su Twitter (i 2/3 del totale dell’ultima settimana)erri de luca assoluzione

      e che l’articolo più condiviso è quello di lancio di Repubblica.

      erri de luca repubblica

      Quest’ultimo articolo è stato condiviso su Facebook più di 8 mila volte in poco più di 2 ore (molto più bassi sono i dati sugli altri Social) e sono presenti più di 500 commenti sul sito stesso in cui continuano a controbattere persone a favore, persone contro e gli intramontabili “Gomblottisti”.

      la repubblica erri de luca

      Cosa mi ha sorpreso di più (o forse no)

      Ma ammetto che c’è un dato che mi ha sorpreso molto più degli altri. Ovvero nel vedere gli argomenti di tendenza in generale su Google Trends il caso de Luca lo troviamo al 5° posto ma, triste sorpresa, vedete un po che query troviamo al 3°…senza parole!

      tendenza google

      Conclusioni

      Questa è l’analisi a poco più di 2 ore e mezza dalla notizia. La rete ha fatto diventare immediatamente virale l’accaduto e la spiegazione di ciò la troviamo in questo post sulle persone che condividono i contenuti in rete tradotto dal New York Times ad inizio Settembre. A conclusione dell’articolo, tra i fattori chiave evidenziati dal NyT per rendere condivisibile un articolo c’è “dare un senso d’urgenza” (fattore a cui non sono molto affezionato come ribadisco nell’articolo stesso).

      Gli Italiani avevano urgenza di urlare al mondo la notizia dell’assoluzione di De Luca…ed è ciò che è successo! E voi avete notato qualche voce della rete in particolare? Cosa ne pensate della reazione del Web in riferimento alla notizia? E’ successo ciò che vi aspettavate?

      P.s. Modificherò questo articolo nelle prossime ore e nei prossimi giorni per rendere più completa l’analisi e senza dubbio più corrette le conclusioni.

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        tiered link building e piramidi di link

        Tiered Link Building: attenzione alle Piramidi di Link

        Vincenzo Calicchio No Comments



        Nei primi tempi in cui ho cominciato a studiare la SEO ovviamente sono rimasto molto incuriosito dalle tecniche di Black Hat che invece ora ripudio, infatti pur trovandole sempre affascinanti ritengo poco professionale affidare al caso (perché di questo si tratta) i progetti web dei tuoi clienti. Ma ognuno è artefice del proprio destino. Una tecnica al confine tra white hat e black hat è appunto la Tiered Link Building (o Piramidi di Link) di cui lessi per la prima volta in quest’articolo del blogger spagnolo Nicolás Marchal che oggi ho deciso di tradurvi ed integrare con alcune piccole considerazioni personali. Ma andiamo per gradi…

        Che cos’è la Link Building?

        La Link Building, ovvero la costruzione di link di qualità verso la tua pagina web, è uno dei fattori più importanti per il posizionamento nei Motori di Ricerca. Già mi è capitato di scrivere in passato a proposito di link building in un articolo sui fattori da tener presente durante nello sviluppare questa attività, ma c’è da ammetterlo, sta diventando sempre più complicato conseguire link nella maniera adeguata. Google pretende naturalità e grazie all’evoluzione del suo algoritmo si sta avvicinando parecchio a tale obiettivo ovvero una struttura web di contenuti e link assolutamente naturale. Una tecnica SEO (se così può essere definita) invece innaturale è proprio la Piramide di Link.

        Che cos’è la Tiered Link Building?

        Il web è pieno di forum e blog di black hat SEO dove si parla sicuramente con maggiore profondità di come sviluppare tali strategie, anche se la maggior parte sono in inglese (astenersi allergici alla black hat ed adoratori di Matt Cutts). La piramide di link consiste sostanzialmente nel realizzare vari livelli di link nella seguente maniera.

        piramidi di link

        Piramide di link: Livello 1

        Nel primo livello si realizzano verso il nostro sito (quello da posizionare) link in blog, directories o rassegne stampa (di qualità accettabile). Molto importante in questa fase è fare attenzione ai contenuti ragion per cui bisogna lavorare in siti che siano molto relazionati con la nostra tematica e possibilmente con valori accettabili di Domain Authority.

        Altra cosa importante da tenere a mente è che se, per esempio, in ogni pagina insieriamo 5 backlink, non possiamo utilizzarli tutti per indirizzare al nostro sito ed allora dovremmo linkare a 2 o 3 volte anche altri siti di settore rilevanti (che non siano competitors diretti). Se sei invece un fervido credente nella black hat sicuramente realizzerai 5 backlink verso il tuo sito.

        In rispetto, invece, agli articoli valgono le regole di sempre quindi:

        • Contenuti di qualità
        • Estensione minima di 400 parole
        • Contenuto 100% originale
        • Niente traduzioni con Translate
        • Aggiungere immagini, video e contenuti multimediali

        Secondo livello della Piramide di Link

        Qui inizia la parte interessante, che è ovviamente quella che comincia a puzzare di penalizzazione. Una volta che abbiamo terminato  il primo livello dobbiamo creare dei link in questo secondo che indirizzeremo ai siti su cui abbiamo lavorato nella prima fase, ovviamente faremo riferimento a tutti quegli articoli e contenuti che abbiamo realizzato prima (e che dunque linkano al nostro sito).

        Che tipo di Link dobbiamo realizzare in questa fase?

        Bookmark, wiki, o anche blog, commenti nei blog, link in directories, in video di youTube, Vimeo ecc…

        Terzo Livello

        E’ finalmente arrivato il momento dello SPAM puro. In questo livello e nei seguenti, tramite software come Senuke o anche tanti altri rintracciabili per il web, dobbiamo realizzare migliaia e migliaia di link verso il livello 2 (e poi verso il 3, il 4 e così via). Ovviamente si tratta di link della peggiore qualità. Un esempio lo potete vedere qui in basso in riferimento a dei commenti SPAM arrivati sul nostro articolo a proposito della Strategia Social della Pizzeria Ugi’s.

        commenti spam

        Altro aspetto da tener presente nello sviluppare una Piramide di Link o Tiered Link Building è quello degli Anchor text. Bisogna farci molta attenzione, bisogna diversificarli il più possibile così come la stessa regola vale anche per la pagina di atterraggio dei backlink del livello 2, quindi non solo verso la home page ma anche verso categorie di prodotti, articoli ecc…

        Se non ti è ancora ben chiara la struttura di una Piramide di Link condivido anche una immagine dello stesso Nicolás Marchal che dovrebbe renderti più facile la comprensione.

        tiered link building

        Tiered Link Building: perchè non usarla

        Una volta letto ciò sicuramente starai pensando che si tratta di una grande strategia con cui conseguire buoni risultati. Perché costruire una piramide di link dovrebbe far male alla SEO? La risposta è molto facile. La SEO è cambiata molto nel corso degli ultimi anni, tempo fa non era necessario variare l’anchor text, si poteva anche non tener presente il fattore tempo (velocità di conseguimento backlink) o anche il keyword stuffing era considerata una tecnica infallibile. Oggi però, cose così ti rendono passibile ti penalizzazione Google.

        Il fatto che oggi (per quanto ne sappia) le Piramidi di Link non sono direttamente penalizzanti, non vuol dire che Domani continuino ad esserlo giacché è palese che dal terzo livello in poi i link sono un autentica “merda” (scusate il francesismo), contrari ad ogni politica di qualità di Google. Rispondi alla seguente domanda:

        Realizzeresti mai link di terzo livello direttamente verso il tuo sito?

        Penso proprio di no (salvo casi estremi e comunque mai in una strategia a lungo raggio). Ed allora perché mai dovresti utilizzarli per contenuti che ti linkano direttamente? Google ogni volta migliora il suo algoritmo ed ogni volta scopre tutte le nuove tecniche per la manipolazione del posizionamento. Ed ogni volta penalizza chi usa queste tecniche dunque, perché correre il rischio? 

        Quando invece è raccomandabile fare Tiered Link Building e costruire Piramidi di Link

        Ciò però non vuol dire che in questi casi consiglio di usare queste tecniche, ma è altrettanto vero che dipende dal tuo settore e dalla tua strategia di Business. Ragion per cui non sconsiglio di usare le piramidi di link quando si tratta di:

        • Un attività stagionale unica. Ovvero per fare un esempio, se si avvicinano i mondiali e vuoi apparire in prima posizione per chiavi relative a scommesse o contenuti informativi sul mondiale puoi mettere in pratica una strategia di questo tipo in quanto il tuo interesse è scalare le SERP in poco tempo e per un periodo di tempo determinato. Una volta finito il mondiale, anche se Google ti penalizzerà poco importa.
        • Siti satellite. Puoi creare attorno al tuo sito di riferimento tutt’una serie di siti satellite che non indirizzino al sito ma che vendano i tuoi prodotti e servizi. Per tali siti puoi realizzare una strategia di tiered link building ma in ogni caso ti consiglio di non arrivare al terzo livello.

        L’articolo di riferimento da cui nasce questo articolo inserisce anche un altro caso in cui può essere utile costruire una piramide di link. Personalmente non sono convinto di ciò che dice l’autore in questo caso ma per completezza di informazioni condivido il punto.

        • Piccole nicchie di mercato. Laddove possiamo differenziare nicchia e piccola nicchia nel seguente modo:

          Nicchia: “Giocattoli
          Piccola nicchia: “Giocattoli per bambini con meno di 2 anni

        Se la funzione della SEO su una piccola o piccolissima nicchia è quella di posizionare un sito per parole chiave a basso o bassissimo volume di ricerca per poi passare alla keyword nella seguente piccola nicchia, allora la tiered link building può essere idonea a questo caso.

        In definitiva, e cosa fondamentale da tenere a mente, mai utilizzare questa tecnica per progetti a lunga scadenza o siti che sono la nostra fonte principale di ingressi!

        Non tutte le Piramidi di Link sono negative 

        Nei forum e nei gruppi spesso si aprono lunghe controversie a proposito di tiered link building. C’è chi le ama e chi le odia e di conseguenza ci sarà chi sarà totalmente d’accordo con quest’articolo e chi mi odierà per averlo condiviso.

        Nicolás, l’autore dell’articolo a cui mi riferisco, conclude dicendo che tali tecniche possono portare risultati totalmente negativi nel caso in cui non vengano applicate in maniera corretta, però se vengono utilizzate nella forma giusta e rientrando sempre nei canoni della qualità di un link (quindi se anche i link di 3 o 4 livello si mantengono di qualità accettabile) si possono raggiungere risultati molto positivi.

        L’ideale quindi per utilizzare questa tecnica è che tutti i link e quindi tutti i livelli in questione siano di qualità, ovvero che nessuno di questi sia in odore di penalizzazione. Così facendo si può anche raggiungere un posizionamento a largo raggio ed una ottima visibilità del progetto.

        A questo punto mi domando. Ma se costruiamo tutti link di qualità perché mai dovremmo farlo in una piramide di link? Non converrebbe più optare per una strategia di link building ordinaria? Il mio parere è che la tiered link building è utilizzabile (anzi non sconsigliabile) solo nei due casi descritti prima. Voi cosa ne pensate? Avete mai avuto esperienze in questo campo? Se si faccele sapere!

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          neuromarketing ecommerce

          Neuromarketing: 3 principi per migliorare il tuo E-Commerce

          Vincenzo Calicchio No Comments



          Secondo Wikipedia il Neuromarketing consiste nell’applicazione di tecniche appartenenti alla neuroscienza applicate nell’ambito del Marketing. Si, non lo sapevo neanche Io prima di leggere questo articolo sulla rivista Initcoms. Ammetto che la lettura mi ha sconvolto e mi ha aperto un mondo di idee, ragion per cui ho deciso di tradurre l’articolo.

          Che cos’è il Neuromarketing?

          I principi di neuromarketing si basano sull’applicazione della psicologia del comportamento, con l’obiettivo di arrivare a costruire (nel nostro caso) siti web che risultino migliori dal punto di vista dell’esperienza dell’utente e da quello dell’engagement. Quindi ciò su cui va a lavorare il Neuromarketing è il ROI (Return on Investment), contrariamente al Marketing Virale che agisce più sulla quantità delle visite (non certo sulla qualità).

          Il cervello umano processa efficientemente migliaia di decisioni al giorno. Sotto un certo punto di vista siamo stati programmati affinché reagissimo sempre nella stessa maniera a determinati stimoli.

          neuromarketing

          Dove nasce il Neuromarketing: mamma tacchino e il “cip-cip”

          Tutti gli esemplari femmine di tacchino con dei cuccioli hanno l’obiettivo di crescere i proprio figli. Però gli scienziati hanno dimostrato che tale affetto e protezione dipende da un unica variabile ovvero il suono “cip-cip” emesso dai piccoli tacchini. Tutte le altre variabili come l’odore, il tatto, l’apparenza o i movimenti sarebbero dei fattori secondari. Quindi se un piccolo emette un determinato “cip-cip” sua madre lo proteggerà, altrimenti non lo farà ed occasionalmente potrebbe ucciderlo.

          Durante l’esperimento, gli scienziati hanno avvicinato alla madre un furetto finto e logicamente questa lo attaccava, infatti sono nemici naturali. Una volta assunto che mamma tacchino identificava la replica del furetto come un nemico, hanno inserito dentro di questo un dispositivo che emetteva un suono identico al “cip-cip” dei piccoli.

          Ciò che scoprirono è che la madre non solo ora non lo attaccava ma addirittura lo proteggeva collocandolo sotto di lei. Quando il dispositivo  smetteva di suonare, la replica del furetto si convertiva di nuovo in un nemico e la madre tornava ad attaccarlo.

          I biologi hanno dimostrato che questi modi di fare sono presenti in molte specie, tra cui anche gli essere umani. Quindi gli scienziati sono stati capaci di identificare quali sono gli stimoli che attivano questi comportamenti ed il Marketing ha pensato a come trasformarli in valore per le vendite al fine di sedurre i consumatori.

          Sulla base di ciò, ecco i 3 principi di Neuromarketing che puoi facilmente implementare nel tuo sito web per renderlo più persuasivo e migliorare i tassi di conversione.

          3 principi di Neuromarketing per migliorare le conversioni del tuo sito web

          1. Principio di contrasto

          Se entrate in un negozio per comprare un vestito ed una giacca, quale vi mostrerà per primo il venditore? Molti di voi diranno la giacca in quanto dopo aver comprato un vestito (sicuramente più caro) è poco probabile che siate propensi a spendere ancora e comprare anche la giacca.

          Però la realtà è diversa. Molte grandi griffe infatti istruiscono i propri venditori affinché mostrino prima i vestiti più cari. Una giacca di 90 Euro può sembrare cara, però dopo aver comprato un vestito da 800 Euro non sembrerà poi tanto cara.

          Il principio di contrasto dice che le persone sono più predisposte a comprare qualcosa quando ci viene presentata come seconda opzione ad un prezzo più basso rispetto ad una prima soluzione.

          Immagina che vuoi vendere un corso online per 100 euro. Secondo il principio di contrasto avrai più successo se, invece di mostrare all’utente direttamente il corso da 100€, prima gli fai vedere un altro corso ad un prezzo superiore (per esempio a 1000 Euro). Nel caso il visitatore non accetti questa offerta allora un corso da 100€ sarà sicuramente più appetibile

          E, nel caso accetti anche il corso da 1000 Euro, è probabile che compri anche quello da 100 pensando “Se già ho speso 1000€ per un corso, ne spendo un poco di più e me ne compro due”

          neuromarketing principi

           

          1. Principio di Reciprocità

          Se qualcuno ci fa un favore, allora dovremmo farne un altro in cambio. Se qualcun’altro ci fa un regalo di compleanno, ci sentiamo in dovere di fargli un regalo per il suo. Così come se una coppia ci invita ad una festa, dovremmo ricambiare l’invito appena possibile.

          Il riassunto del principio di neuromarketing della reciprocità è che ci sentiamo in dovere di ricompensare qualcuno che ci ha offerto o regalato qualcosa.

          Puoi offrire ai tuoi visitatori delle informazioni esclusive, un ebook, un white paper, insomma qualsiasi cosa apporti valore chiaro ad un utente.

          Il risultato sarà che, in questo modo, il visitatore sarà maggiormente disposto a registrarsi alla nostra newsletter o anche ad acquistare un prodotto o servizio. Se per primo offri qualcosa, il potenziale cliente si sentirà più disposto a darti qualcosa in cambio.

          principi di neuromarketing

          1. Il principio di Scarsità

          Le opportunità sono percepite come qualcosa di maggior valore se hanno una disponibilità limitata. Quando scarseggia qualcosa o ne restano poche unità, la gente sente un senso di urgenza nell’acquistare qualcosa prima che si esaurisca.

          Se l’utente che accede al nostro shop online sa che può riaccedervi in qualsiasi momento per comprare un prodotto, non sentirà alcuna urgenza di effettuare l’acquisto.

          Senza dubbio, se facciamo si che nel nostro eCommere sia visibile il numero di unità rimanenti di ogni prodotto, o mostriamo un avviso quando lo stock diventa inferiore ad un certa quantità, automaticamente creeremo la sensazione di urgenza giacché l’utente o compra il prodotto ora, o potrebbe non trovarlo più disponibile.

          Gli esempi più famosi del web a proposito di questo principio del neuromarketing sono senza dubbio Booking e Ryanair, come si vede dalle immagini in basso.

          neuromarketing scarsità

          scarsità neuromarketing

          Un consiglio a proposito di Neuromarketing

          Hai mai pensato di utilizzare tutti, ma proprio tutti, gli attuali mezzi a disposizione applicando tecniche di Neuromarketing? Non dimenticare mai di utilizzarle anche nella tua strategia social ed addirittura potresti provare ad usarle in una strategia di Whatsapp Marketing! Pensaci e dicci poi com’è andata…

          Cosa sai sul Neuromarketing? ora è il tuo turno

          Sperando che quest’articolo a proposito delle tecniche di neuromarketing vi possa essere in qualche modo utile mi piacerebbe completare il post con il vostro aiuto. Domande? Commenti? Qualcosa che secondo te dovremmo aggiungere o qualcosa a cui non sei d’accordo? Commentacelo!

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            errori seo comuni

            8 Errori SEO comuni che forse stai commettendo

            Vincenzo Calicchio No Comments


            Senza dubbio la gente comincia ad essere cosciente che una buona strategia di SEO è fondamentale per lo sviluppo del proprio business e quindi sono sempre più coloro che si azzardano a intraprendere azioni per conto proprio. Ed è proprio in questi casi che avvengono i più comuni errori SEO commessi da principianti allo sbaraglio intenti ad applicare tecniche che non solo risultano inefficaci ma che spesso è volentieri sono in odore di penalizzazione.

            oops animated GIF

             

            Ma prima di parlare di quali sono gli errori più comuni per un SEO, diamo una rapida ripassata ad alcuni termini basilari relazionati che possono esserci utili per capire a meglio l’articolo.

            SEO. L’ottimizzazione per i motori di ricerca è il processo con cui si punta a migliorare la visibilità di un progetto online nei risultati organici dei differenti motori di ricerca. Come fa Google a decidere quali pagine mostrare per prime? Tenendo presente oltre 200 fattori di posizionamento come ben riassunti da questo articolo.

            SEM.  La pratica di pagare per annunci nei risultati dei motori di ricerca, il più noto strumento in questo senso è senza dubbio Google Adwords.

            SEO ON PAGE. Ottimizzazione di una pagina web fatta sulla stessa pagina web, sia nei confronti dei motori di ricerca che per migliorare l’esperienza dell’utente. Questa ottimizzazione si centra sul codice di programmazione, l’architettura web, i contenuti ecc…naturalmente in questa fase incontriamo la maggioranza degli errori SEO più comuni.

            SEO OFF PAGE. Azioni messe in pratica fuori dal sito web per migliorare il ranking nei motori di ricerca. Riassumendo consiste nel ricevere link (di qualità) da altri siti web e nel far si che i nostri contenuti vengano condivisi nei social network. Come ricevere questi link? Ciò è il compito della Link Building.

            LINK BUILDING. Consiste nel far si che altre pagine web linkino alla pagina (o alle pagine) del nostro sito che ci interessano. Generalmente fare Link Building consiste nel conseguire link in cambio di qualcosa (denaro, prodotti, menzioni ecc…) ma ciò è solo la base, ci sono da tenere in conto tantissimi fattori.

            Fate attenzione però. La Link Building è una pratica poco ben vista da Google in quanto è qualcosa di artificiale. G infatti non vuole che i link “appaiano” come naturali, bensì vuole che “siano” naturali! Se volessimo seguire tutte le leggi di Google non dovremmo fare Link Building, solo così realmente fuori da ogni possibilità di penalizzazione.

            LINK BAITING. Consiste nel creare contenuti tanto buoni e tanto incredibili da far si che altri soggetti del web vogliamo linkare o condividerli nelle proprie reti. Ciò ovviamente è più facile a dirsi che a farsi! Forse potrà esserti utile questa mini guida al Marketing virale.

            Qui passo un video di Matt Cutts a proposito di Link Building. Quali sono delle buone tecniche per conseguire link?

            Dopo questo ripasso generale, andiamo a vedere ora quali sono gli errori più comuni sulla SEO (che sicuramente anche alcuni pseudo professionista stanno commettendo!).

            Errori SEO comuni

            1. Contenuti duplicati

            Il re degli errori SEO è sicuramente il copiare parti di contenuti di altri siti web. Ciò non sono non aiuta nel raggiungimento del nostro obiettivo ma addirittura pregiudica il posizionamento SEO. Questo è comune specialmente in shop online dove si è soliti copiare direttamente le descrizioni dei prodotti del fabbricante o del fornitore. Ovviamente ciò fa male sia alla tua SEO che a quella del fornitore.

            Il contenuto del tuo sito dev’essere originale ed unico, altrimenti il tuo sito potrebbe essere penalizzato. Naturalmente ciò vale per testi copiati da altri siti web, ma vale anche per contenuti duplicati all’interno stesso del tuo sito!

            2. Non inviare a Google la tua Sitemap aggiornata

            La Sitemap è un riassunto (o mappa) della struttura e dei contenuti del tuo sito. Quando la inviamo a Google tramite la Google Search Console stiamo aiutando Google ad indicizzare più rapidamente e meglio il nostro sito web.

            Naturalmente la nostra sitemap dovrebbe contenere non solo le pagine del nostro portale, ma anche le immagini e qualsiasi altro tipo di elemento che vogliamo Google indicizzi. Se utilizzi wordpress tale compito viene svolto eccellentemente da plugin appositi, su tutti WordPress SEO by Yoast. Altrimenti puoi creare sitemap con strumenti online come questo.

            3. Bloccare parti importanti del tuo sito con il file robots.txt

            Ciò non è tra gli errori SEO più comuni in quanto solitamente i dilettanti non sono a conoscenza del file robots.txt. Questo è un file che si trova alla radice di un sito web ed indica a quali parti del tuo portale non vuoi che accedano i motori di ricerca. Normalmente si utilizza per evitare che Google indicizzi parti private o non importanti alla fine del business (come note legali o privacy policy).

            Un errore molto comune è che il file robots indichi di bloccare tutto il sito web. Ed è solito proporsi perché chi ha sviluppato il sito ha bloccato i contenuti finché non fosse del tutto finalizzato il lavoro dimenticando però di eliminare la direttiva una volta terminato lo sviluppo.

            Ovviamente la combinazione dell’errore 2 (mancato invio sitemap) con questo errore è catastrofica!

            4. Non utilizzare il Google Webmaster Tools

            Google Webmaster Tools è un servizio gratuito di Google per webmaster che, tra le altre cose, permette di:

            • Tenere sott’occhio lo stato di indicizzazione del sito.
            • Ottimizzare la visibilità.
            • Rendersi conto di qualsiasi tipo di problema.

            Attraverso il Google webmaster tools saremo avvisati di qualsiasi problema o errore trovato durante l’indicizzazione del nostro sito: contenuti duplicati, meta description e meta title troppo lunghi, link rotti ecc…

            5. Creare contenuti solo per riempire il sito

            Creare contenuti unicamente per creare contenuti non solo consumerà una parte importante del tuo tempo, ma addirittura pregiudicherà il tuo posizionamento in quanto uno dei fattori di posizionamento che Google tiene in conto è il comportamento dell’utente, ragion per cui devi creare contenuti che siano effettivamente utili a chi arriva sul tuo sito, possibilmente tanto utili da indurre alla condivisione.

            Se un utente arriva al tuo portale, legge tutto un articolo ed attraverso un link legge un altro articolo ancora e quindi rimane molto tempo nel sito, Google lo interpreta come sintomo che i tuoi contenuti siano effettivamente di qualità e ciò è oro colato per il posizionamento!

            Se al contrario gli utenti arrivano sul nostro articolo e lo abbandonano dopo pochi secondi (ciò è visibile dal tasso di rimbalzo del sito), Google capisce che il contenuto è di scarsa qualità e non è ciò che il visitatore si aspettava. Questo è ovviamente è pessimo per il posizionamento.

            6. Avere dei dead link

            I link in un sito si possono dividere in:

            • Link interni. Link ad altre pagine del nostro stesso sito.
            • Link esterni. Link a pagine di altri siti.

            Che si trattino di link interni o esterni, assicurati che il tuo sito web non contenga broken link (o dead link) e tanto meno i famosi errori 404. In quest’ultimo caso dovrai lavorare alle redirection 301 come ben consiglia questa guida.

            Puoi comprovare che il tuo sito abbia errori 404 e dead link attraverso il Google Webmaster tools o anche tramite svariati strumenti free.

            7. Ripetere troppe volte la keyword

            Tale tecnica SEO è completamente passata di moda ed è nota come Keyword stuffing. Ed è forse l’errore SEO più diffuso tra i principianti allo sbaraglio. Si, bisogna utilizzare le keywords, ma in maniera assolutamente naturale e senza sovra-ottimizzare.

            Invece di ripetere la parola chiave tantissime volte nell’articolo, utilizza quindi sinonimi e termini in qualche modo relazionati. Così facendo il tuo articolo sarà molto più leggibile e chiaro agli utenti ed inoltre sarà ottimizzato in maniera migliore per i motori di ricerca.

            8. Non utilizzare link interni per i tuoi articoli

            I tuoi articolo devono contenere link verso altri articoli del tuo stesso sito web, la risposta di ciò è sempre in riferimento a ciò che abbiamo detto prima sul tasso di rimbalzo.

            Questi link interni, non solo sono utili per il lettore giacché può continuare ad informarsi ed approfondire l’argomento di cui sta leggendo, ma appunto fanno aumentare il tasso di permanenza nel sito. Quindi far si che i tuoi contenuti siano intrecciati tra loro, in maniera logica, rinforza (e non poco) il posizionamento del tuo sito.

            Quali altri errori SEO comuni conosci che non sono presenti nell’articolo?

            Senza dubbio ci sono ancora tantissimi errori SEO che potrebbero essere aggiunti alla lista, quindi se qualcuno lo consideri davvero importante e credi dovrebbe apparire sarei felice di leggerlo nel commenti e di aggiungerlo nell’articolo.

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              crowdfunding giardino minerva salerno

              Crowdfunding a Salerno: salviamo l’affresco del Giardino della Minerva

              Vincenzo Calicchio No Comments



              Anno solare 2015, un anno che sarà ricordato per tante cose come gli avvenimenti di Charlie Hebdo, la Guerra in Siria, la riapertura di un consolato USA a Cuba o per il referendum in Grecia promosso da Tsipras. Ma tornando su scala cittadina sarà un anno da ricordare in quanto finalmente anche il Crowdfunding è arrivato a Salerno, e ad accorgersene per primi è stato proprio chi gestisce uno dei gioielli più importanti della Città: il Giardino della Minerva.

              agenzie pubblicità salerno

              Giardino della Minerva, uno degli angoli più belli.

              Cos’è il Crowdfunding?

              Il Crowdfunding è una metodologia di finanziamento collettiva propria del web. Attraverso piattaforme virtuali che abilitano la diffusione di apporti economici da parte degli utenti, si permette a progetti di varia natura che mai conseguirebbero fondi in maniera tradizionale (banche, sussidi ecc…) di vedere la luce.

              Come funziona il Crowdfunding?

              Il meccanismo di finanziamento attraverso il crowdfunding si articola nei seguenti step:

              1. Pubblicare l’Idea: chiunque abbia un progetto (che sia di lavoro, d’impresa, artistico, di vita ecc…) lo presenta su una delle piattaforme a disposizione, tra le più famose ci sono Kickstarter (da qualche mese attivo in Italia) ed Eppela. In tale maniera le persone possono informarsi su tali progetti, farsene un idea ed eventualmente finanziarli con offerte che possono essere anche minime. La piattaforma utilizzata per la campagna del Giardino della Minerva è la napoletana Derev. Ovviamente ogni piattaforma è specializzata in determinate tipologia di progetti.
              2. Decidere Tempo ed Obiettivi: per finanziare un progetto in maniera collettiva è necessario  stabilire il monte di denaro obiettivo ed il tempo in cui lo si vuole raggiungere (tempo in cui la campagna sarà attiva).
              3. Decidere le ricompense: c’è da decidere anche i premi da dare per qualsiasi ammontare di finanziamento (sia per gli ammontari minimi che per quelli più importanti). Tali ricompense possono andare da un semplice grazie, ad una copia del prodotto che si sta finanziando, o un biglietto del cinema per il film che si farà grazie al tuo contributo ecc…
              4. La diffusione: una parte importante di questo processo è la diffusione dell’idea, in ciò ovviamente i social network sono fondamentali. Ciò che bisogna fare è condividere il più possibile la notizia in reti sociali, blog, portali, mail ecc….in tanti casi può essere fondamentale anche il fissare un budget da investire per la promozione del progetto, ed è ciò che stanno facendo al Giardino.
              5. La chiusura della campagna: se questa non raggiunge l’obiettivo non succede nulla ed il denaro donato tornerà ai donatori, se si raggiunge l’obiettivo si riceve il denaro per sviluppare l’idea e la piattaforma prenderà una percentuale sul totale. Ci sono anche casi di campagne in cui, anche se non si raggiunge l’obiettivo il promotore decide comunque di prendere il denaro ed è il caso della campagna del Giardino della Minerva (come da foto).
              crowdfunding giardino minerva

              Il Giardino della Minerva ha optato per una campagna “Keep it all”

              Un esempio di Crowfunding di successo

              Un telescopio spaziale: nato nel 2013, Arkyd è stato il primo oggetto finanziato tramite Crowdfunding ad andare nello spazio, partito a Giugno del 2015 renderà fruibile al grande pubblico l’osservazione dell’Universo. Solo un dato…l’obiettivo raggiunto dalla campagna ha superato il milione e mezzo di dollari!

              Il Crowdfunding al Giardino della Minerva

              Ma veniamo alla campagna organizzata dal Giardino della Minerva. L’obiettivo degli organizzatori (nella persona di Luciano Mauro, il direttore del sito) è quello di salvare e rendere fruibile un affresco del XVIII secolo situato all’ingresso dello storico Giardino, ad oggi in pessime condizioni.

              crowdfunding salerno

              L’affresco da restaurare grazie al Crowdfunding.

              La ditta che si occuperà (o potrebbe occuparsi) dei lavori ha preventivato un costo di 15.229,005 Euro, compreso di IVA al 10%. Ed infatti tale è l’obiettivo di finanziamento della campagna (forse non hanno tenuto conto della percentuale da dare a Derev?) e ad oggi ci sono 6 finanziatori per 162 Euro totali raccolti. Al termine della campagna mancano 71 giorni.

              Quindi Salernitani…diamoci una mossa e diamo una mano al gioiello del nostro Centro Storico!

              Questo è il sistema di ricompense:

              • Per un offerta di 6 Euro è previsto un ingresso gratuito al giardino.
              • Per 10 Euro sono previsti una tisana presso l’ottima tisaneria della struttura ed un ingresso.
              • Per 40 Euro c’è un abbonamento annuale al Giardino.
              • Per 100 Euro una visita guidata tenuta dallo stesso Luciano Mauro per un massimo di 30 persone (quindi tale ricompensa è pensata appositamente per gruppi).

              La reazione dei Salernitani

              Ma come hanno reagito i salernitani a questa proposta del Giardino della Minerva? Beh dirlo è presto in quanto la campagna è attiva da pochissimi giorni. In ogni caso il post di annuncio ha avuto un boom di like e condivisioni e questo lascia ben sperare per il prosieguo, anche se non manca chi non ha potuto fare a meno di polemizzare.

              reazioni crowfunding

              reazioni crowdfunding

              La colpa ovviamente non è di queste persone che probabilmente non conoscono il crowfunding, non conoscono le sue immense potenzialità e quindi lo scambiano per elemosina. Ricorre spesso la frase “perché non lo fa il comune?“, beh a mio modesto parere il crowdfunding è il miglior modo per liberarsi di questo giogo che è il soggetto pubblico in Italia. Basta aspettare…cominciamo a prenderci cura di ciò che è nostro!

              E devo dire che il gestore della pagina del Giardino della Minerva è sempre stato sul pezzo con risposte all’altezza come la seguente. Bravi!!

              facebook-giardino-minerva-salerno

              Alcuni consigli per la campagna di Crowdfunding del Giardino della Minerva

              Naturalmente tutti speriamo che l’affresco venga recuperato e benché ad oggi l’ammontare raccolto sia ancora basso siamo convinti della riuscita della campagna. Mi permetto, qualora possa dare qualche spunto, di dare qualche consiglio per l’ottimizzazione del progetto.

              • Abbassare la ricompensa più bassa da 6 a 3 euro sottolineando il fatto che si tratta dell’effettivo prezzo d’ingresso al Giardino. Ovviamente il premio dovrebbe essere un ingresso free.
              • Per quanto riguarda la ricompensa da 100 Euro coinvolgere le Scuole. Sarebbe una bella occasione per tutti di avvicinare i più piccoli alla storia di Salerno e fargli conoscere ciò che è oramai una realtà, ovvero il Crowdfunding che se già per noi grandi è la rivoluzione, darà a loro enormi possibilità in futuro!
              • Considerare per l’obiettivo finale anche la percentuale sul totale da dare alla piattaforma. Come stanno ora le cose infatti anche ad obiettivo raggiunto mancherebbe qualcosina per soddisfare il preventivo.
              • Lasciamo parola a voi…qualcuno ha altre idee? Come si può migliorare tale campagna? commentate ed informeremo l’Ente Giardino di tali proposte!

              Conclusioni e riferimenti

              Per chiunque volesse avere maggiori informazioni sulla campagna lasciamo il riferimento web:

              www.derev.com/it/giardinodellaminerva

              Mi raccomando commentate, condividete, avvisate parenti ed amici ma soprattutto mettete mano al portafogli così da diventare dei veri e propri mecenati!

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                google my business guida

                Google My Business: SEO per dare visibilità al tuo Business Locale

                Vincenzo Calicchio No Comments



                Se hai un business locale ed ancora non conosci Google My Business ora è il momento giusto per fare una buona attività di Local SEO ed avere quindi maggiore visibilità su base locale. Ma partiamo dalle basi, di cosa hai bisogno per posizionare localmente la tua attività?

                • Una pagina web
                • Una mail Gmail
                • Un profilo in Google My Business

                Se hai solo i primi due puoi accedere alla pagina di My Business a questo link. Una volta che hai finito di leggere questo articolo, se seguirai tutti i miei consigli, i tuoi clienti ti troveranno molto più facilmente, in una massimo due settimane di tempo!

                Ci sono dei piccoli requisiti per raggiungere quest’obiettivo:

                • Che il tuo settore di riferimento non abbia una forte concorrenza online;
                • Che la tua città non sia Milano, Roma, Napoli o Torino (insomma una grande città/metropoli). In questi casi non ti prometto nulla, in quanto ci sarebbero da fare operazioni più mirate e specifiche.

                C’è tanto da dire in merito a Google My Business ragion per cui ho diviso l’articolo il 4 parti.

                Indice:

                1. Introduzione alla SEO Locale – Aiutati con Google My Business.
                2. Come registrarti a GMB?
                3. Fattori che influenzano la Local SEO
                4. Trucchi di Local SEO

                Si ma prima di tutto, Sai cosa è Google My Business?

                Cosa è Google My Business?

                Google My Business è una piattaforma attraverso la quale le attività locali (negozi, uffici, ristoranti, pizzerie ecc…) si vincolano con il territorio in cui operano. Se ancora continui a non capire a cosa mi stia riferendo ti condivido uno screenshot di una pagina esempio:

                google my business

                query: Pizzerie Salerno

                Come vedi, i primi risultati in SERP per keyword locali sono sempre tabelle con i profili Google My Business delle attività di settore. Approfondendo troviamo questa pagina in cui è possibile trovare:

                • Le pizzerie più vicine a te, nel momento della tua ricerca;
                • Le recensioni dei clienti di queste pizzerie;
                • Le pizzerie con i voti maggiori;
                • Ogni riferimento sull’attività in questione come orari, telefono, indirizzo, ecc.
                google my business

                query: Pizzeria Resilienza Salerno

                Inoltre per ogni attività che ha e cura un profilo in My Business per query specifiche vengono mostrate tabelle come questa riferita a questa famosa pizzeria di Salerno, in cui troviamo:

                • Foto
                • Mappa
                • Street view di indirizzo
                • Possibilità di indicazioni stradali specifiche
                • Voto totale dei clienti
                • Breve descrizione dell’attività
                • Indirizzo stradale
                • Telefono
                • Orari di apertura e relativo stato al momento della ricerca (Aperto/Chiuso)
                • Grafico a barre per orari e giorni in cui l’attività è maggiormente frequentata
                • Recensioni clienti

                Insomma un po’ come se un intero sito con tutte queste informazioni fosse racchiuso in una tabella!

                Vantaggi di Google My Business e della SEO Locale

                Dando uno sguardo agli esempi riportati prima, Google mette a disposizione:

                • Una ricerca più indirizzata alla conversione giacché alla query è direttamente collegata la localizzazione esatta del negozio ed il numero di telefono;
                • La possibilità di geolocalizzare foto di qualità del tuo negozio, questo per dare una visibilità maggiore e facilitare la ricerca;
                • Un valido strumento di conversazione e feedback con i clienti: ad ogni recensione, sia questa positiva o negativa, c’è la possibilità di rispondere per il proprietario dell’attività;
                • Tantissime statistiche, in riferimento alla pagina del business;
                • Un validissimo strumento di SEO che permette alle attività locali di essere competitive in chiave locale e non trovarsi a combattere contro dei veri “titani” (così per la query “pizzerie” non troviamo colossi come “PizzaHut” ma la pizzeria sotto casa).
                • Raddoppiare la possibilità di essere trovati facilmente, dunque non più solo nella SERP organica.
                statistiche google my business

                Statistiche di Google My Business

                 

                Info-grafica: Vantaggi di Google My Business per la Local SEO

                vantaggi goole my business

                I 6 vantaggi di Google My Business

                 

                Gli strumenti che offre Google My Business

                • Google+: oltre ad essere un Social Network, G+ aiuterà a posizionare più rapidamente il tuo sito ed a migliorare la tua visibilità per la Local SEO;
                • Insights: una volta che hai verificato la tua attività potrai accedere alle statistiche del tuo profilo e da qui monitorare la tua visibilità, la tipologia di tuoi utenti e l’engagement di riferimento;
                • Google Analytics:  ti offre un link diretto a tutti i dati di Google Analytics;
                • Hangout: ti permette di realizzare facilmente conferenze online con tutti gli altri utenti della rete di Google;
                • Reviews: attraverso questa finestra potrai monitorare ed amministrate tutte le recensioni avute dai clienti. Questo è molto importante in quanto tali messaggi sono pubblici, quindi leggibili da ogni tuo potenziale cliente.

                Introduzione alla Local SEO – Aiutati con Google My Business

                Tutti i risultati di attività commerciali che vedi su Google Maps non sono il risultato di una magia o del funzionamento dell’Algoritmo di Google, bensì sono i risultati di una, anzi tantissime, strategie di SEO Locale.

                Bene, in questa parte dell’articolo ti spiegherò come aprire un profilo in Google My Business (le fondamenta per la SEO Locale) e come far si che questa scheda GMD appaia delle ricerche con keyword a carattere geografico ristretto. Però, prima di tutto, consiglio la visione di questa breve video introduzione.

                Come registrarsi su Google My Business?

                1. Profilo in Google: la prima cosa da fare, ed è imprescindibile, è aprirsi un profilo nella rete di prodotto Google (innanzitutto Gmail);
                2. Accedi alla pagina www.google.com/business e seleziona “Inizia ora” per registrare il profilo della tua attività locale;
                3. Cerca la tua impresa nella mappa:
                  – Se appare, selezionala e chiedi i diritti di amministrazione;
                  – Se non appare, vai in “Aggiungi la tua attività” ed inserisci tutti i dati che GMB stesso ti chiede e scegliendo bene tra i diversi tipi di Business proposti;
                4. Verifica la tua impresa: Google invierà (dopo la tua effettiva richiesta) un codice all’indirizzo postale che hai inserito. La cartolina arriverà in 1 massimo 2 settimane ed una volta inserito tale codice nel profilo GMB della tua impresa l’iscrizione è completata;
                5. Completa il tuo profilo: fai una verifica in query e completa nei dettagli descrizione e tutte le informazioni richieste. Raccomando di seguire le istruzioni in Trucchi di Local SEO che trovi più in basso in questo articolo.

                Fattori che influenzano la SEO Locale

                Coerenza dei dati

                Naturalmente la coerenza dei dati non si riferisce solo al fatto che i dati che inserisci debbano avere un senso, ma questi devono anche essere esattamente identici a quelli che appaiono nel tuo sito ed in tutti i Social Network e directories in cui hai registrato la tua impresa.  Ti consiglio quindi di non dimenticare MAI di inserire:

                • Nome esatto dell’impresa
                • Indirizzo postale
                • Codice Postale
                • Numero di Telefono
                • E-mail

                Numero di attività simili in Google My Business

                La quantità di attività identiche o simili che già sono registrate in GMB influisce senza dubbio nella lista di imprese che appaiono per ogni ricerca, tenendo presente sempre che i primi ad apparire sono quelli con una votazione più alta ed i più vicini geograficamente.

                Rilevanza della localizzazione nella Local SEO

                La rilevanza della localizzazione per la tipologia di attività è forse un fattore chiave per la SEO a carattere locale. Questo fa si che Google terrà in conto di:

                • Recensioni e voto delle attività;
                • Categoria in cui l’attività è stata inserita!

                Questo è facilmente dimostrabile verificando che per determinate query ad apparire nelle prime posizioni sono le imprese con migliori feedback, questo a discapito di quelle localizzate più vicine mentre per altre query Google da più importanza al fattore geografico. Si può quindi affermare che l’algoritmo distingue se la vicinanza o meno è rilevante al fine della ricerca che si sta effettuando. Cerco di spiegarmi meglio con un esempio:

                • Per una Web Agency non è importante se questa sia vicina o lontana al luogo di riferimento della ricerca, questo perché l’utente è interessato a sapere unicamente come la stessa lavora e cosa ne pensano i suoi clienti passati (attraverso le recensioni);

                Contrariamente al primo caso Google sa molto bene che, se stiamo cercando una Farmacia, il fattore della localizzazione diventa fondamentale, ragion per cui farà apparire sempre prima le farmacia più vicine alla nostra posizione!

                fattori seo locale

                Query: Farmacie Salerno

                Le recensioni della tua attività

                I feedback del tuo business sono vitali per la SEO Locale. Se vogliamo occupare le famose e tanto ricercate “prime posizioni” e quindi ricevere più visite è necessario che il nostro voto medio delle recensioni sia tra le 4 e 5 stelle.

                Cosa ci darà un buon punteggio?

                Maggiore visibilità e quindi un maggior CTR, soprattutto nel caso in cui le altre imprese del settore non abbiamo tali recensioni;

                • Maggior rilevanza per Google,anche in chiave SERP organica.

                Affinché la tua attività cominci ad apparire nei risultati (con annesse stelline) è necessario che si abbiano almeno 5 recensioni. Se vuoi conoscere qualche trucchetto per ottenere un voto maggiore e migliore, te lo dico dopo, più in basso in questo articolo!

                Riferimenti in directories locali e di settore

                Possedere dei link in pagine con alto PA fa bene tanto alla SEO “normale”, quanto a quella Locale. Questo fattore farà capire a Google e al suo Algoritmo che la nostra attività ha rilevanza e non è fittizia (giacché le attività di puro SPAM solitamente non sono iscritte a portali o Reti Sociali).

                Vi lascio qui alcuni tra le maggiori directories a carattere Locale:

                Autorità della nostra attività in Rete

                Data la grande rilevanza dei Social Network non solo come mezzo di comunicazione, Google oggi più che mai avvalora l’autorità che il tuo business ha in rete in termini di followers, fans, likes, +1, ecc. L’Algoritmo G considera positivi segnali di questo tipo, migliorando il tuo ranking su scala Locale (e non solo) e dandoti maggiore possibilità di visualizzazione nelle ricerche organiche ed in Google Maps.

                Altro punto importante da tenere in conto è la presenza (o meno) nel Social preferito da Google ovvero Google Plus. Pubblicare, interagire, condividere ed essere condivisi su G+ , oltre che commentare e essere commentati, aiuterà senza l’ottimizzazione in chiave di Motori di Ricerca.

                Autorità del dominio

                L’autorità del dominio è un altro punto che Google tiene in conto. Google infatti preferirà sempre, o almeno darà qualche punto in più, a tutti quei domini considerati autorevoli. Come fare per aumentare la tua Domani authority? Ti consiglio di seguire questa semplice guida:

                Recensioni in altri portali

                I portali di feedback e recensioni sono un altro fattore da tenere in conto, giacché sono un modo per confermare a Google la veridicità di ciò che si dice nei prodotti della sua rete. Approfitto di questo argomento specifico per suggerire (anzi intimare!) di non comprare mai recensioni di alcun tipo, infatti nel momento in cui Google se ne accorge si diventa passibili di penalizzazione (pratica che accade praticamente ogni giorno e ad ogni aggiornamento dell’Algoritmo).

                Alcuni tra questi portali sono:

                 

                fattori local seo

                Infografia: 8 Fattori che influenzano la Local SEO

                 

                Trucchi di Local SEO

                SEO Locale nel tuo profilo di Google My Business

                La configurazione dei seguenti elementi dev’essere perfetta, per apparire nelle ricerche locali di Google:

                • NAP (Name, address, phone)

                Usa lo stesso nome, indirizzo e numero di telefono. Se puoi copiali direttamente dalla pagina web perché l’ideale è che sia tutto esattamente lo stesso. Fai questo sempre, sia per GMB, sia per G+ che per gli altri portali su cui sei presente con la tua attività.

                • Categorie

                Riempi le categorie. E’ importante inserirne almeno 3 diverse, ovviamente sempre pertinenti all’ambito della tua attività.

                • Orari

                Sempre devono essere riempiti per intero. Google considera fondamentale quest’informazione, questo per dare valore e migliorare sempre il servizio ai suoi utenti.

                • Immagini

                A Google piacciono le immagini, ancor di più quelle originali e di impresa. In questa sezione caricarne 5 va più che bene, più avanti parlerò di alcuni trucchetti sulle immagini che è importante che tu conosca!

                • Presentazione

                Una presentazione lunga tra le 200 e le 300 parole che spieghi alla perfezione a cosa si dedica la tua attività, senza dimenticare di inserire le parole chiave per cui si vuole esser trovati e ricercati. Contrariamente a ciò che è il pensiero comune, Google tiene molto in considerazione il fatto che la descrizione d’impresa coincida precisamente con quella del quadro generale di Google stesso.

                google my business

                Pagina di Mia Nonna non lo capisce in Google My Business

                Trucchi di Local SEO con immagini

                Bisogna fare molta attenzione alle immagini che carichi in Google. Solitamente tutti pensano che non sia un fattore importante, invece questa pratica può darti dei punti in più, che possono fare la differenza contro la tua concorrenza! Ecco alcuni di questi trucchi:

                • Una buona pratica è quella di cambiare il nome di questa immagine. Ed ovviamente andremo a mettere come nome la o le parole chiave per cui ci interessa posizionarci localmente. Non ripetere sempre le stesse parole e se puoi inserisci un nome correlato al contenuto che vai ad inserire;
                • Prima di caricare una foto geo-localizzala. Come? Con strumenti online come GeoImgrche è molto facile da usare:
                  – Carica l’immagine che vuoi geo-localizzare;
                  – Segnala nella mappa la sua localizzazione;
                  – Scarica l’immagine geolocalizzata e caricala in Google My Business!

                Consiglio di ripetere ciò anche per le immagini chiave del sito web dell’attività. Questa pratica è molto efficace in termini di ottimizzazione Locale, quindi non dimenticare mai di effettuarla!

                Trucchi di Local SEO On Page

                Ripeti sempre la tua città e provincia! Questo affinché, a Google e alla sua utenza, risulti molto chiaro dov’è la tua attività e che questa appaia nelle ricerche locali. Fai in modo che questa appaia in:

                • Meta Titolo: è più che raccomandabile inserire la città o la provincia alla fine o ancora meglio all’inizio del titolo. Già solo grazie a ciò sarà possibile apparire nelle SERP a carattere locale. Se per esempio gestisci una pizzeria dovrai scrivere in questo modo: Meta Titolo: Pizzeria Salerno – Nome pizzeria;
                • Meta description: Suggerisco che questa sia uguale alla descrizione in Google My Business;
                • Nella URL: questa pratica moltiplicherà tantissimo la tua forza in chiave locale, ma fallo solo se effettivamente la tua attività ed i tuoi clienti sono vincolati al 100% al territorio (ad esempio: SI per un bar, NO per una web agency);
                • Nei contenuti: questo renderà ancora più coerente il tutto;
                • Nel testo Alt delle immagini: questo è un fattore che in pochi tengono in conto ed ottimizzano.

                Le recensioni aiutano la tua SEO Locale

                Un altro buon trucco per fare Local SEO è quello di conseguire buoni feedback dai clienti, infatti a partire dalla quinta recensione, queste cominceranno ad apparire nel nostro profilo GMB. Naturalmente questo plus ci darà visibilità e migliorerà di molto il nostro CTR. Dunque, come ricevere più recensioni e migliorare la nostra media?

                • Incentivi o sconti personalizzati a coloro che lasciano un feedback sulla tua pagina GMB;
                • Aggiungere link in posti visibili, affinché nel momento in cui un cliente ritorni sul sito si ricordi di lasciare il suo parere e la sua esperienza;
                • Inviare e-mail nel post acquisto, chiedendo di lasciare una recensione!

                Non dimenticare mai di rispondere alle recensioni! (soprattutto a quelle negative…)

                Come aumentare tale traffico?

                • Social Network: condividi la URL di Google+ sui tuoi Social;
                • Pubblicazioni: pubblica ogni giorno, commenta altri profili e partecipa ogni giorno alle community di settore;
                • Followers: quanti più followers hai tanta più rilevanza avrai per Google.
                  • Segui altre imprese e fai in modo che queste ti seguano;
                  • Condividi il profilo di G+ nel tuo sito affinché sia facilmente raggiungibile dai tuoi visitatori.

                Evidenziatore di dati per imprese locali

                Se hai accesso alla tua pagina di Google Webmaster Tools ti raccomando l’utilizzo dell’Evidenziatore di Dati. A questi potrai accedere dalla sezione “Aspetto nella ricerca” una volta dentro, devi “dire” a Google che l’informazione da porre in risalto è quella di impresa locale, così facendo la tua attività sarà più facilmente riconosciuta.

                Qui ti lascio un video esplicativo che spiega facilmente come evidenziare i dati nella tua pagina web:

                Segmentazione internazionale GoogleWebmaster tools

                Altro trucco per la Local SEO, sempre se hai accesso al Webmaster Tools, è l’orientazione del tuo sito. Naturalmente se il tuo dominio e .it / .es / .co.uk / ecc. non avrai bisogno di questa pratica in quanto questa informazione è già presente nel dominio. In caso contrario invece devi specificarla così:

                • Andare nella sezione “traffico di ricerca” / “targeting internazionale
                • Indicare a Google il paese verso cui è orientato il nostro sito.
                targeting internazionale google

                Google Webmaster tools / Traffico di Ricerca / Targeting Internazionale

                Conclusioni

                Spero che questa lunga guida all’utilizzo di Google My Business sia stata in qualche modo utile. Se gestite un attività locale e volete un consiglio andate immediatamente ad aprirvi un nuovo profilo! Siete d’accordo con quello che avete appena letto? Conoscete altri trucchi per la Local SEO? Se si vi prego di commentare… condividere è bello!

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                  foto su instagram

                  Foto su Instagram: quello che non ti mostrano

                  Vincenzo Calicchio No Comments



                  Realizzare correttamente quella determinata postura di Yoga necessita di ore ed ore di Yoga…oppure dell’aiuto di una buona amica che ci trattenga le gambe per non farci rotolare a terra! L’importante è fare i fighi con le nostre foto su Instagram. Ragion per cui “Internet” ha inventato migliaia di strumenti per ritagliare e modificare foto…se non per questa ragione allora perché? Perché lasciare che la realtà rovini un ottima foto?

                  In Thailandia a mostrare la verità ci ha pensato, a quanto apprendo da quest’articolo di Bored Panda,  la fotografa Chompoo Baritone che ha fatto sua la battaglia contro lo “Spararsi le pose” con una serie di immagini in cui svela ciò che realmente si nasconde dietro molte di queste.

                  Le foto di Chompoo si sommano ad altre foto, come queste di Barbie Hipster, che prendono di mira proprio il ritrovarsi in Instagram (se nei social in generale) a rincorrere stereotipi e mostrare il lato migliore di se che spesso e volentieri neanche esiste.

                  Non so se si evince dall’articolo ma non sono un simpatizzante di questo social network e delle foto su Instagram in generale. Questo è solo il primo di tanti articoli in cui ne parlo male anche se spero vivamente in qualcuno che mi faccia cambiare idea. Tu cosa ne pensi? Lo trovi realmente utile? Pensi che ne sia un reale bisogno? La mia risposta penso sia facile da intuire!

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                    marketing virale

                    Marketing Virale tra Strategia e Spontaneità: il caso di “Sono Giapponese”

                    Vincenzo Calicchio No Comments



                    “Traffico” è una delle parole cruciali in materia di Online Marketing. Senza traffico web e visite alla nostre pagine è tutto inutile, anche se abbiamo i contenuti migliori, i prodotti migliori o il sito più bello di tutti i nostri competitor. Sarebbe come avere un negozio in un centro commerciale abbandonato… ma il Marketing Virale può venire in nostro soccorso!

                    Decidendo di elaborare un buon piano ed entrare in azione, potrete generare grandi quantità di traffico e visite. Gli strumenti ed i metodi a disposizione sono gli stessi per tutti, l’unica differenza sta nella vostra creatività. Ciò che rappresenta allo stesso tempo uno dei migliori risultati ottenibili e un elemento propulsivo della vostra attività è il Marketing Virale, che possiamo definire come:

                    L’uso di tecniche di marketing online che vengono impiegate affinché una campagna, un prodotto o un’informazione si propaghi attraverso i social network, nei forum, nei blog e in tutti gli altri canali di comunicazione, in modo da creare una reazione a catena che faccia espandere rapidamente il messaggio. 

                    Il marketing virale aiuta a generare traffico e presenta anche eccellenti benefici in termini di branding, giacché il marchio che diffonde il messaggio sarà esposto a migliaia, milioni di visualizzazioni.

                    Esempio di Marketing Virale – Blendtec Blender

                    Uno dei casi di marketing virale che ha avuto più successo nel web è stata la campagna realizzata da Blendtec, una impresa statunitense (ad oggi forse la più famosa) che vende frullatori.

                    Per dimostrare il potere dei loro prodotti (specialmente il Total Blender) hanno caricato in Youtube video in cui il fondatore dell’impresa Tom Dickson frulla differenti prodotti di ogni tipo, dal cibo ad oggetti elettronici ecc….

                    Il loro canale conta più di 700 mila iscritti e le visualizzazioni totali hanno superato i 300 milioni…e ciò senza dubbio ha aiutato sia il branding che la vendita di frullatori!

                    Qui il video in cui vengono frullati l’iPhone 5c ed il 5s (rammaricato per gli Apple-dipendenti!)

                    Strategia di Marketing Virale in Internet

                    In questo articolo vedremo alcune delle principali modalità in cui si può mettere in pratica una strategia virale nel web. Alcuni implicano lo spendere soldi e tempo, altre solo tempo.

                    Considero il Marketing virale come una serie di strumenti e tecniche che funzionano se messe in pratica tutte insieme. Non si tratta, quindi, di strategie isolate o individuali da eseguire una sola volta, ma di tutto un sistema che si aiuta e si alimenta in se stesso affinché la campagna può esser considerata di successo. .

                    Video marketing

                    I video sono una forma eccellente di creare e condividere contenuti in Internet, soprattutto se stiamo parlando di video divertenti, che intrattengono. Conosciamo bene i tanti casi di video virali che riescono ad avere milioni di visite, e ce ne sono in tutti i settori, per tutti i temi e non sempre “volontari”.

                     Consigli di video marketing

                    • Video per intrattenimento.  Più i video sono divertenti, più piaceranno alle persone e più saranno condivisi. Nessuno condivide un video noioso!
                    • Durata perfetta. I video non devono essere troppo lunghi ma nemmeno troppo corti, devono avere una durata tra 1 e 3 minuti in linea generale, ma ovviamente tutto dipende da settore, nicchia di mercato e messaggio da trasmettere.
                    • Requisiti. Non c’è bisogno di essere registi per creare video virali, basta infatti una camera discreta (come quella di uno Smartphone) ed un software basico di video editing.
                    • Qualità è meglio che quantità. Ma nonostante ciò, è meglio postare un video di alta qualità che 5 di pessima.

                    I video sono un pilastro del marketing virale e senza dubbio hanno un livello di interazione superiore a quello di testi o anche di immagini.

                    Social Network

                    Se il video funge da mezzo di interazione con gli utenti del web, i social network funzionano affinché tali video vengano condivisi in ogni lato e affinché abbiamo effettivamente impatto ed influenza.

                    Il successo delle campagne web dipenderà in larga parte dall’effetto a macchia d’olio in Facebook e Twitter ( i due titani dei Social media).

                    Facebook

                    La rete sociale più grande ed estesa del web, offre strumenti differenti al fine di portare avanti una strategia di marketing virale:

                    • Pagine fan. Per essere sempre in contatto con la propria utenza e condividere contenuti di valore ed intrattenimento, l’obiettivo della gestione di queste pagine è avere il maggior engagement possibile.
                    • Facebook Ads. E’ il sistema di pubblicità di Facebook e funziona per far crescere pagine fan o dirigere traffico verso il tuo sito. In una strategia di viral marketing può essere molto importante al fine di dare un impulso iniziale alla campagna abbassando poco a poco l’investimento man mano che aumentano le condivisioni ed i like spontanei.

                    Facebook è un potenziale enorme per qualsiasi campagna!

                    Twitter

                    Secondo me è il miglior social network per campagne che hanno l’obiettivo di diventare virali giacché consiste in piccoli messaggi di 14o caratteri ed avere un retweet di un influencer è molto più facile rispetto a Facebook.

                    Un semplice retweet di qualcuno con un buon numero di follower può fare la differenza tra una campagna fallimentare ed una di successo. Ora immagina 10, 20 o 30 retweet da parte di questa tipologia di utenti.

                    Consigli sui Social Network

                    • Non abbandonare mai i tuoi fan o i tuoi follower. Che si tratti di Facebook o di qualsiasi altro social è sempre importante mantenere una comunicazione costante con il tuo pubblico. Smettere di postare per alcuni giorni o addirittura settimane fa si che i tuoi utenti si sgancino dal tuo brand e dai tuoi prodotti.
                    • Crea relazioni. Come già abbiamo visto, conoscere persone con influenza nella tua nicchia o settore è importantissimo oltre che necessario!
                    • Crea solo contenuti originali, genuini e divertenti. 
                    • Cura il copywriting. Quello che scrivi nei tuoi post da un lato può attrarre l’attenzione ed i click ma dall’altro lato può essere come se non fosse mai stato pubblicato.

                    Plugin WordPress per la Viralità

                    Se usi WordPress (e te lo raccomando tanto!) esistono diversi plugin che si possono usare affinché i tuoi contenuti diventino virali. Qui ci sono alcuni esempi.

                    • Optin Monster. Per creare popup, generare iscritti e raggiungere più persone.
                    • Click to Tweet. Affinché i tuoi lettori tweettino frasi o link tramite il tuo utente.
                    • Social Locker. Eccelente plugin per far si che gli utenti tengano accesso a determinati regali, contenuti unicamente se condividono sui social media.

                    Qual’è la parola magica? GRATIS!

                    Una buona strategia di viral marketing è quella di regalare o offrire qualcosa di gratuito, sicuro e che apporto reale valore come può essere un eBook, un corso, un plugin, un applicazione ecc…ovviamente questo regalo dev’essere qualcosa relazionato con il tuo business.

                    Anche i concorsi (contest) funzionano molto bene, si può sorteggiare un regalo al compiere di un azione, per esempio tra tutti coloro che condivideranno un post.

                    Altre fonti di traffico per il Viral Marketing

                    • Forum. Eccellente opzione in quanto sono (ancora) il posto dove si riuniscono ed interagiscono utenti con passioni ed interessi in comune. Ovviamente la scelta dei forum dev’essere ben pensata e specifica in riferimento al settore.
                    • Email marketing. Si, la mail è ancora un validissimo strumento nel marketing online.

                    Il Marketing virale è un opportunità per tutti?

                    Ovviamente il marketing virale può avere anche un effetto negativo se si fa nella forma sbagliata in quanto il messaggio può arrivare a milioni di persone, ragion per cui la campagna va ben pianificata e bisogna fare attenzione.

                    Un consiglio importantissimo è quello di far si che la campagna non lasci indifferenti a nessuno. Bisogna creare emozioni nella gente, che si tratti di felicità, di sdegno, di rabbia…l’importante è emozionare. Non è importante se a qualcuno non piacerà, è impossibile piacere a tutti.  

                    “Sono giapponese” – Quando la viralità è spontanea

                    Sicuramente negli ultimi giorni avrete visto nelle forme più variegate questo video:

                    Benché non si tratti di una strategia comunicativa d’impresa, è il re del web in Italia in questo momento e forse non sono l’unico a chiedermi..ma lui lo saprà?!?!

                    In ogni caso trattasi di un intervista rilasciata durante la festa di San Gennaro a Napoli nel Settembre 2014 da FanPage e dopo un anno esatto questo piccolissimo pezzo di un video ben più ampio è diventato virale.

                    Perché?

                    Sarebbero tanti i motivi, infatti contiene tutti i punto spiegati in quest’articolo:

                    • Contenuto video.
                    • Fa ridere.
                    • Diffusione nelle reti sociali (Facebook su tutti).

                    Ma penso che l’elemento di differenza sia stato soprattutto l’intrecciarsi con un altro fenomeno virale del momento ovvero la canzone dell’ora esatta del TG5. Infatti gira per i social il video in cui l’intervista al malcapitato nipponico è remixata in chiave canzone dell’ora esatta. E che io sappia è l’unico caso in cui da un fenomeno virale ne nasce un altro, un po come se ne fosse il figlio.

                    Oppure sbaglio? Conoscete altri casi simili? Sapete spiegarvi la nascita e la diffusione del fenomeno? E più in generale quali pensi che siano le chiavi per il successo? Commenta per farci sapere la tua esperienza e la tua visione!

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