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WhatsApp Marketing: la mini guida

Vincenzo Calicchio No Comments



Controllare Whatsapp è probabilmente la prima cosa che facciamo ogni giorno. Controllare Whatsapp è anche una delle attività che facciamo più spesso durante il resto del giorno. E’ presente in ogni istante delle nostre giornate, e ciò per qualcuno è sicuramente una croce ma per tanti può diventare una delizia…mi riferisco al Whatsapp Marketing.

Ora rispondi a questa domanda:

Perché ancora non vendi attraverso Whatsapp?

Non so esattamente a cosa tu stia pensando in questo momento, ma consiglio di leggerti questo post in cui parlerò di come spremere fino all’ultima goccia le potenzialità di questa applicazione geniale. Lo stanno cominciando a fare anche i Brand più importanti e sicuramente è un occasione da non lasciarsi scappare.

Dunque parlerò del Whatsapp Marketing e di come stia diventando uno degli strumenti più redditizi per fare e-commerce e soprattutto parlerò di come dovrebbe essere utilizzato per iniziare a vendere e fidelizzare i clienti del tuo business online.

Facebook statistiche 2015

Perché è importante vendere via Whatsapp?

  • E’ tra le piattaforme sociali col maggior numero di utenti attivi!

  • Perché il commercio elettronico si sta spostando sempre di più sul mobile, tant’è vero che si inizia a parlare già da un po di Mobile Commerce.
  • E’ economico, molto economico. Per meno di un euro l’anno puoi usarlo come mezzo di comunicazione.
  • E’ una forma molto affidabile di arrivare alla tua utenza in qualsiasi momento.  Praticamente tutto il mondo usa Whatsapp ma non solo, tutte queste persone (e dunque anche tu) lo consultano decine di volte al giorno, tutti i giorni della settimana per 365 giorni l’anno. Conosci un altra forma di arrivare più facilmente ad un qualsiasi target? 
  • Permette di relazionarti in modo molto più personale con la tua clientela. Tutti conosciamo il tipo di linguaggio che si usa su Whatsapp, è un tono amichevole ed informale ciò senza dubbio finisce per avvicinare il tuo pubblico, anche se ovviamente bisogna sempre fare attenzione al target.
  • E’ una fonte affidabile per raccogliere feedback dai tuoi utenti. Essendo una via di comunicazione molto diretta, gli utenti sono soliti scambiare informazioni apertamente e ciò ovviamente può riguardare anche il processo d’acquisto o il tuo prodotto.

statistiche whatsapp

Premesse per vendere con Whatsapp

Ora che ti stai convincendo ad implementare le tue vendite tramite WhatsApp ti vado a svelare alcuni punti essenziali prima di iniziare a metter mano all’operazione:

  • Proibito fare SPAM. Già ho detto prima che la comunicazione via Whatsapp è caratterizzata dal fatto che è la più naturale tra tutti gli strumenti di Marketing, ed è proprio per questo motivo che è proibito saturare i tuoi clienti con comunicazioni commerciali indesiderate, altrimenti finiranno per sentirsi trattati come clienti ordinari e cominceranno a porsi male nei tuoi confronti.
  • Scegli la persona giusta. Per la gestione della comunicazione via Whatsapp bisogna designare una persona capace di trattare correttamente con ogni tipo di cliente e con ogni tipo di situazione. Inoltre è fondamentale scegliere qualcuno che non commetta errori grossolani di grammatica o di scrittura. Lo screenshot può trasformarsi in un arma contro la tua professionalità.
  • Non utilizzare mai il profilo personale. Nel momento di sviluppare una strategia per Whatsapp assicurati innanzitutto di avere un numero telefonico proprio e specifico del tuo business, non utilizzare mai il tuo numero personale. Te lo consiglio anche perché altrimenti non riusciresti più a staccare il lavoro dalla tua vita privata.
  • Scegli una foto profilo adeguata. L’immagine di profilo sarà determinante per generare fiducia nei clienti e se ci pensi bene è l’unico riferimento visivo che l’utente avrà nel momento in cui ti contatta. Quello che consiglio è di inserire il logo dell’attività o, ancora meglio, una foto personale professionale con logo.
  • Fai attenzione allo stato. Scrivi gli orari ed i giorni in cui risponderai, ringrazia e possibilmente scrivi qualcosa di divertente legato all’attività.
  • Rispondi quanto più rapidamente possibile ai messaggi. Come ben sai nel fare business (soprattutto sul web) la velocità di risposta a dubbi e bisogni dei clienti è fondamentale. Questa cosa su Whatsapp si moltiplica per 100. Ma se vuoi un consiglio, come già detto al punto precedente, dai degli orari di risposta certa, il resto del tempo tienilo per te.

Consegui contatti per la tua strategia di vendita su Whatsapp

La cosa più importante nel momento di iniziare una strategia di vendite con quest’applicazione è sicuramente avere una buona base di dati. Inizialmente potresti iniziare a mandare messaggi ai numeri di telefono che già possiedi dei tuoi clienti, però è un azione che non ti consiglio.

Perché?

Perché è fuori dubbio che tantissimi utenti che ricevono un messaggio da un impresa sul loro numero personale considererebbero ciò un intrusione. Così facendo quindi potresti avere l’effetto inverso.

Quindi, per iniziare col piede giusto, ti consiglio:

  • Prima opzione: Invia una mail a tutti i tuoi contatti, qualcosa del tipo…
    Ciao XXX, Tutto bene?
    E’ un piacere salutarti di nuovo.Sperando di fare cosa gradita  ti scrivo per informarti che noi di XXX siamo diventati Mobile friendly ed ora comunichiamo ed offriamo promozioni speciali anche su Whatsapp! A partire da questo momento, se hai dubbi in merito ai nostri prodotti o ai nostro servizi, o semplicemente se hai voglia di sfogarti ci puoi scrivere al nostro numero:
    XXX XX XX XXXChiaramente abbiamo preso questa decisione unicamente per offrire un miglior servizio ai nostri clienti ed in nessuno modo faremo SPAM. Inoltre potrai essere cancellato/a dai contatti in qualsiasi momento. Grazie!Un Abbraccio!Nome Cognome
  • Seconda opzione: comincia a raccogliere numero di telefono da zero. Questa è l’opzione più “legale” oltre che la più utile infatti ti permette di fare una segmentazione sin dal primo momento ed è meno intrusiva. Fondamentale è, però, verificare che i numeri di telefono che hai tra le mani siano reali e funzionanti. Importante inoltre per questa seconda opzione sarà il costruire call to action specifiche per contattare via Whatsapp e per avvisare chiunque arrivi sul tuo sito di questo nuovo servizio. Importantissimo l’ottimizzazione in questo senso sia per desktop che per mobile.

Facilita la comunicazione creando un gruppoWhatsapp

Una volta che hai i contatti degli utenti sarà fondamentale creare un gruppo (si proprio quello…) per rendere più facili tutte le comunicazioni.

Grazie al gruppo, non sono eviteremo di contattare uno ad uno tutti i clienti (o potenziali tali) ma farai si che questi si sentano parte di una piccola casta a cui, questo si è fondamentale, saranno concessi sconti e promozioni speciali.

Cosa comunicare ai contatti via Whatsapp

Questa è la “Grande domanda” del Whatsapp Marketing…come ho detto prima la gente odia lo SPAM e lo odia soprattutto in questa applicazione. La comunicazione nei gruppi dev’essere brillante e ci dev’essere dietro una strategia di contenuti, nulla dev’essere lanciato al caso.

Ecco cosa suggerisco:

  • Promozioni. Però ricorda, le promozioni in Whatsapp devono essere veramente esclusive, gli utenti non devono incontrare le stesse in nessun altra parte e soprattutto devono essere effettivamente utili al gruppo. Molto importante è la condivisione di locandine e disegni personalizzati per ogni offerta ed ancora più importante è che queste immagini siano graficamente ottime e leggere in modo che siano facilmente scaricabili.
  • Concorsi. Crea concorsi per regalare coupon e sconti che i tuoi utenti possano spendere nel tuo shop (online ed offline) . Questi concorsi possono anche essere legati alla comunicazione sugli altri Social, ad esempio premi per chi condivide su Facebook, chi recensisce ecc…
  • Sii originale. E  ciò vuol dire utilizzare l’intero potenziale comunicativo dell’applicazione quindi anche audio e video.
  • Meme. Si potresti anche condividere meme o contenuti visivi di qualsiasi genere ma sempre mantenendo un profilo professionale e soprattutto consiglio mai fuori tema (assolutamente mai a contenuto erotico!)
  • Domande sui prodotti, sul sito e sulla qualità del servizio. Ciò ti porterà dei feedback dai diretti interessati e tali giudizi saranno per te oro colato, inoltre i clienti gradiranno l’essere stati presi in considerazione. Importante mai essere troppo oppressivi con queste domande.
  • Supporto ed aiuti. Ciò oltre ad essere effettivamente utile, darà di te un immagine molto professionale.
  • Offerte personalizzate. Ovvero dopo aver notato un bisogno di uno specifico cliente potrai inviargli una offerta super personalizzata, ovviamente in forma privata.

 Nota importante: Qualsiasi cosa tu decida di condividere è fondamentale che sia di effettivo valore ai tuoi clienti!! Questo in realtà vale non solo in Whatsapp ma per tutti i mezzi di comunicazione.

Conclusioni

Il tutto ti può risultare molto più facile utilizzando Whatsapp Web per usare l’app direttamente da desktop. Spero che tale articolo vi sia effettivamente utile e vi invito a lasciare commenti per condividere trucchi su come vendere via Whatsapp. Alla prossima!

Contattaci per sviluppare la tua Strategia su Whatsapp

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    mobile commerce

    Mobile Commerce: perché buttarsi ora

    Vincenzo Calicchio No Comments



    C’è un fenomeno di cui si sente parlare poco: il Mobile Commerce. Non ci sono tonnellate di guide ed articoli a proposito non ci sono aziende specializzate (o forse si) ma è tra noi e sta crescendo esponenzialmente. Si è discusso molto nel mondo del Marketing a proposito della crescita dell’e-commerce ed il suo modo di fare concorrenza al commercio tradizionale. E’ infatti sempre più evidente che avanza a passi da gigante e che sono sempre di meno coloro che non si affidano più alle vendite via web ed ancora meno solo coloro che non hanno fiducia nel comprare via Internet.

    Ma parallelamente al commercio elettronico tradizionale e non ancora a pieno nel dibattito (almeno da noi nel vecchio continente) è il Mobile Commerce (o anche M-Commerce). Mi riferisco ovviamente al commercio elettronico effettuato tramite dispositivi mobile che avanza a passi da gigante.

    L’utente con il passare del tempo non utilizza più il cellulare unicamente per comunicare ma ad oggi con gli Smartphone può (e vuole) fare una miriade di cose in più, tra queste c’è il comprare. Se con il tuo business non stai occupando ancora questo settore stai perdendo una grossa occasione, ma sono sicuro che vorrai farlo dopo aver visto queste statistiche di Business2Community.

    Crescita del Mobile Commerce

    Questo tipo di commercio sta crescendo a ritmi vertiginosi, tanto che sta per raggiungere il 34% del mercato globale . Addirittura il 42% degli intervistati rivela di preferire il mobile per realizzare transazioni. Ciò sicuramente ha a che fare con la comodità e la rapidità con cui è possibile effettuare compere. Ora infatti, l’utente può dedicarsi a fare shopping in tutto il mondo in qualsiasi momento ed ovunque lui si trovi.

    Inoltre anche dal lato dell’offerta il panorama è sempre più completo. Infatti è sempre più facile costruire siti con shop integrato (grazie ai CMS con WordPress in testa) ed è sempre più facile lanciarsi nel business grazie ad attività come il dropshipping.

    Previsioni sul Mobile Commerce

    L’ammontare delle vendite via m-commerce ha già i raggiunto i 77 milioni di dollari, e si prevede raggiungeranno a breve il 22% dell’intero mercato e-commerce. Tali numeri si prevede raddoppieranno da ora al 2019.

    Perché le vendite crescono così rapidamente?

    Il principale motivo risiede senza dubbio nella facilità con cui è possibile avere (ed avere a che fare) con gli smartphone. Sebbene ad oggi la maggior parte delle compere in Internet avvenga via desktop o via tablet, gli smartphone, ovviamente, sono il motore principale del m-commerce. I dispositivi da cui provengono la maggior parte delle vendite sono gli iPhone, mentre gli Android occupano la seconda posizione, sebbene molto da vicino.

    Ma motore principale delle vendite via mobile sono sicuramente i Social Network, come conferma questo studio di Shopify. A far la parte del leone in questo scenario è Facebook seguito a lunga distanza da Twitter, Pinterest e Instagram.

    Rendere il tuo sito web mobile-friendly

    Secondo uno studio di eMarketer, il 59% delle PMI si sta impegnando (o si è impegnato) ad ottimizzare i siti web proprietari in chiave mobile. Le imprese ed i business in generale hanno capito che bisogna rendere facile la vita agli utenti affinché questi realizzino transazioni.

    US Retail Mcommerce Sales Share, by Device, 2014 & 2015 (% of total)       Priority Level for Select Mobile Initiatives According to US Retailers, Oct 2014 (% of respondents)

    Offrire coupon e sconti

    Gli imprenditori, o qualsiasi persona voglia fare business online, devono adattarsi al cambiamento e lo stanno facendo. Sono sempre più diffuse nuove strategia di vendita e tra queste, va molto forte l’utilizzo di coupon per transazioni in m-commerce. Negli Stati Uniti ben il 40,5% delle imprese lavora in questo modo, ovviamente tali dati in Europa sono più bassi.

    Share of US Companies Using Mobile Coupons for Marketing Purposes, 2013-2017 (% of total)

    Conclusioni

    Con questi valori e le statistiche che ho appena descritto, è molto probabile che tu stia almeno pensando di ottimizzare il tuo business per il mobile commerce. Il trend delle transazioni realizzate è in forte crescita e senza dubbio cavalcare l’onda può favorire molto il tuo business. Cosa ne pensi? Siamo già nel futuro? Commenta.

    Contattaci per lanciare il tuo progetto di Mobile Commerce

    Vuoi saperne di più? Leggi l’infografica qui in basso.

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      10 Mind Boggling Stats About Mobile Ecommerce

      aumentare domani authority

      Aumentare il Domain Authority: 9 tecniche efficaci

      Vincenzo Calicchio No Comments


      Come aumentare il Domain Authority

      Aumentare l’autorità del dominio non solo ti aiuterà a posizionare i tuoi contenuti in maniera strategica attraverso qualsiasi parola chiave, ma farà si che qualsiasi contenuti tu produca, anche senza lavorare al posizionamento, sarà avvantaggiato rispetto a quelli dei tuoi competitor. E ciò accade semplicemente perché Google ti considera in qualche modo “di fiducia“. Ovviamente come già saprai, ciò si tradurrà in più visite e maggiori probabilità di lead.

      Se vuoi sapere come aumentare il tuo domain authority, in questo post ti spiegherò tutto ciò che devi tenere in conto e devi fare per migliorarlo nel minor tempo possibile.

      Cos’è il domain authority?

      Il domain authority è un indicatore che riflette l’autorità del dominio di un sito web. 
      Questo indicatore, che può andare da 0 a 100 laddove 100 è l’autorità massima, equivale a la qualità e autorevolezza che ha un portale per un qualsiasi motore di ricerca. Google tiene conto di tantissimi fattori per calcolare il posizionamento di un contenuto, e l’autorità del dominio è uno di questi fattori.

      Tale indicatore è stato sviluppato da Moz ed è basato su fattori differenti come il MozRank (popolarità), MozTrust (affidabilità), social media, numero totale di domini che linkano al sito, qualità di questi domini e di questi link, user experience di un qualsiasi utente nel sito, PageSpeed, traffico ecc…

      Il Domain authority è una metrica logaritmica, ossia passare da un DA di 20 ad un DA di 30 è più facile che passare da 80 a 90. Ovviamente solo alcuni portali con milioni di utenti come Wikipedia, Facebook o Google (immagino li conosciate) stesso hanno il punteggio massimo di 100.

      Nei seguenti casi:

      • Se il nostro sito smette di essere aggiornato.
      • Se riceve qualche tipo di penalizzazione da parte di Google.
      • Se cominciano ad esservi alcuni casi di broken link.
      • Se aumenta la PageSpeed.
      • Se si diffondono gli errori 404.

      Beh in tali casi quasi sicuramente il DA si riduce.

      Differenza tra Domain Authority e Page Authority

      Domain Authority è un concetto differente dal Page Authority ed entrambi seguono metriche diverse. Il DA si riferisce infatti alla autorità del dominio nel totale mentre il PA si riferisce a specifiche pagine di un sito.

      Tecniche per aumentare il Domain Authority

      Un Domain Authority alto è essenziale affinché il tuo sito ottenga visibilità nei motori di ricerca.  Se hai un DA basso, tra 10 ed 20, sarà molto difficile che riesca a posizionare  contenuti in base a specifiche keyword (ovvio dipende sempre dalla concorrenza). Invece con un DA alto avrai maggiore visibilità e quindi maggiori possibilotà di monetizzazione per il tuo business.

      Se vuoi aumentare il tuo Domain Authority, queste sono le 9 tecniche più utili per riuscirci.

      1) Ricevere link da più siti

      C’è da lavorare duramente alla Link Building e raccogliere link da domini diversi e soprattutto da domini con alta autorità, ricorda sempre:

      “Nel fare Link Building conta molto di più la qualità che la quantità”

      Pubblica contenuti che risultino effettivamente utili al tuo target ed aumenterai le possibilità che qualcuno ti linki da un altro dominio.

      Qui sotto passo alcuni articoli che ti saranno sicuramente utili per scoprire come fare al meglio Link Building e come conseguire link da domini con alta autorità.

      2) Lavora alla tua Strategia di contenuti

      Non solo significa pubblicare contenuti utili e di qualità, ma significa anche saper come promozionarli e diffonderli in maniera corretta. Il content marketing è uno strumento molto efficace se hai un e-commerce o un sito web di servizi. Devi far si che tali tuoi contenuti arrivino al maggior numero di persone possibile.

      3) Trova e “risana” i tuoi link in entrata (ogni tanto)  

      Prima ho detto che la cosa più importante è quella di ricevere link da altri domini, principalmente da domini con autorità, ragion per cui bisogna vigilare che non si ricevano link da siti di bassa qualità, da directories e da siti che sono in odore di penalizzazione.

      Quindi quello che devi fare è tenere sotto controllo il Google Webmaster Tool (o altri strumenti) per verificare le pagine che ti hanno linkato ed in caso di sospetto togliere i collegamenti che possano pregiudicarti.

      4) Costruisci una buona struttura di link interni al tuo sito

      I link interni sono quelli che partono dalle tue pagine o tuoi articoli e portano ad altre pagine o altri articoli del tuo stesso sito. Ogni volta che crei dei nuovi contenuti prova a linkare in maniera spontanea altri tuoi contenuti relazionati.

      Questa tecnica non è utile solo per un utente che sta leggendo un tuo articolo ed ha così modo di approfondire l’argomento ma ha anche degli effetti SEO in quanto influisce sia direttamente che indirettamente (vedi maggiore permanenza nel sito) sul posizionamento e sul Domain Authority.

      Per creare una buona struttura di link interni nel tuo sito segui le seguenti raccomandazioni:

      1. Utilizza diversi anchor text, non abusare si quelli ricchi in parole chiave. Questo è una dei fattori fondamentali da tener presente facendo link building.
      2. Prova a mantenere un equilibro in ogni post tra link interni ed esterni.

      Questo è quello che dice Google rispetto a quanti link dovrebbero apparire in ogni pagina:  :

      When we thought about how many links a page might reasonably have and still be under 100K, it seemed about right to recommend 100 links or so. If a page started to have more than that many links, there was a chance that the page would be so long that Google would truncate the page and wouldn’t index the entire page.

      5) Scrivi contenuti di altissima qualità

      E fallo sistematicamente, giorno dopo giorno. Un contenuto di alta qualità è un contenuto che porta realmente valore ai tuoi lettori.

      Hai bisogno di scrivere contenuti nuovi o, se esistono già contenuti simili, migliorarli ampliando le informazioni con le tue esperienze. Fai molta attenzione ai contenuti duplicati che sono causa di penalizzazione.

      Utilizza Google Trends e Buzzsumo per trovare contenuti rilevanti e di attualità. Analizza gli articoli dei tuoi competitor e prova a migliorarli con il tuo visto di vista.

      6) Lavora alla SEO Off Page

      In una buona strategia di SEO off page dovresti trattare i seguenti punti al fine di aumentare il Domain Authority:

      1. Guest posting: dimentica di fare guest posting unicamente per ricever link, ma sfruttalo anche per arrivare ad un pubblico maggiormente interessato alla tua tipologia di contenuti e quindi maggiormente interessato a condividerli. Se il tuo sito ancora non riceve molto traffico, fare guest posting dovrebbe essere una delle tue priorità.
      2. Siti di social bookmarking: Come Digg o Reddit. Sono siti che possono aiutarti a dare un impulso ai tuoi articoli e far si che questi arrivino a migliaia di utenti.
      3. Commenta in altri blog: commentando in altri blog potrai dimostrare la tua autorità e la tua competenza riguardo temi specifici ed arrivare ad un buon numero di follower interessati ai tuoi contenuti. Chiaramente quando dico di commentare non dico di limitarsi a frasi del tipo “Bell’articolo” oppure “Complimenti!” ma è fondamentale che i tuoi feedback lascino affettivamente valore. Tanto che quando un altra persona legga questo commento debba pensare: “Chi è questo? Quasi quasi vado a leggere un suo articolo…

      7) Social media

      Quando si parla di posizionamento nei motori di ricerca non è mai una buona idea quella di sforzarsi in un unica strategia. Quindi, parallelamente ai contenuti ed alla SEO OnPage ed OffPage, è fondamentale che utilizzi i social media per arrivare a quanti più utenti possibile. Ovviamente più utenti e soprattutto utenti più fidelizzati vogliono dire maggiore Domain Authority.

      Ma prima di lanciarsi a capofitto nei social media è importante pianificare la strategia social. O almeno questo è quello che dicono i guru della comunicazione, smentiti da alcuni casi emblematici di anti – strategia social di successo.

      Fai in modo che i tuoi contenuti social siano facili da condividere. Per esempio aggiungi i bottoni di share ai tuoi articoli. Crea e aggiorna sempre i tuoi profili social, ovviamente non è importante che tu utilizzi tutte le reti sociali, ma quello che conta è essere presenti in quelle rilevanti per la tua attività.

      8) Migliora la navigabilità e l’usabilità del tuo sito web

      Le tecniche dette fin’ora sono tutte importanti ai fini del Domain Authority. Però se ci fai caso tutte dipendono dalla seguente sequenza di azioni:

      • Qualcuno visita il tuo sito.
      • Questo qualcuno “consuma” il contenuto .
      • Sempre questa persona rimane talmente soddisfatta da tornare in breve tempo.

      Per raggiungere tali obiettivi il primo passo è rendere il tuo sito user friendly. A tal fine, questi sono i fattori più importanti:

      • Velocità: Il tuo sito dev’essere veloce e basta! Prova la velocità del tuo sito con il PageSpeed Insights, Google stesso ti dirà se è ok o se c’è qualcosa che non va, in tal caso ti segnala le soluzioni da implementare.
      • Usabilità: Fai attenzione alla grafica ed al disegno del tuo sito. Per esempio prova che tutte le pagine siano correttamente visualizzate da qualsiasi dispositivo tramite strumenti come ScreenFly.
      • Navigabilità: Ripassa di tanto in tanto il menù di navigazione del tuo sito. Analizza i menù ed i sotto menù e pensa a come migliorarli. Ottimizza i formulari del tuo sito, la sezione contatti e non dimenticare della pagina di Avvisi Legali.

      9) Abbi pazienza

      Aumentare il tuo Domain Authority è un lavoro a lunga scadenza, tanto che dovrai avere tanta pazienza. Utilizza qualunque tool tu voglia per misurare il progresso e l’evoluzione del tuo sito mese dopo mese. Confronta la tua evoluzione con quella dei concorrenti ed analizza ciò che puoi migliorare e ciò che invece ti sta dando i migliori risultati.

      Conclusioni

      Queste sono le tecniche più importanti per aumentare il tuo Domain Authority. Ricorda che questa missione è un po come una maratona, si tratta infatti di lavorare ed apportare valore giorno dopo giorno.

      Qual’è la tua strategia per migliorare il Domain Authority? Quali sono le tecniche che ti hanno funzionato meglio? Raccontacelo con un commento!

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        strategie social di successo

        Strategie Social di Successo: la pizzeria Ugi’s

        Vincenzo Calicchio 2 comments



        Alle volte il mondo dei Social Network si trasforma nel mondo dell’assurdo. E’ quanto ho appreso da questo illuminante articolo della rivista Spagnola Yorokobu. Quintali e quintali di libri e pubblicazioni in merito a strategie social di successo vengono resi inutili dalla pagina Facebook di un pizzaiolo Argentino. E’ l’ulteriore riprova che la regola “Il cliente ha sempre ragione” è una “Cagata pazzesca“.

        La non – strategia social di successo

        Catena di pizzerie di Buenos Aires, Ugi’s fu fondata da Hugo Solis (incredibile non sembra essere di origine italiane) alla fine degli anni ’80 e ad oggi può vantarsi (è un vanto?) di vendere la pizza più economica della Città.

        gestione social

        I migliori pizzaioli di Buenos Aires vecchia

        La formula per riuscire a mantenere i prezzi così bassi ovviamente prevede alcune rinunce per i clienti come:
        • Accettare che ti serva un solo tipo di pizza (quella con la mozzarella).
        • Che gli unici condimenti disponibili siano il sale e l’origano.
        • Che entrambi si presentino in una bottiglia di plastica da mezzo litro con un buco sul tappo.
        • Che l’arredo del locale sia in qualche modo “minimalista”.
        • Che non si effettuino consegne.
        • Che le salviette non siano il massimo della pulizia.
        • Che la scelta delle bibite sia molto limitata.

        best practices social

        Nonostante tutto, e sebbene siano in tanti a Buenos Aires a disprezzare tale offerta gastronomica, mangiare una pizza da Ugi’s è un obbligo quando si è nella capitale Argentina. Per poco più di 4 Euro è possibile, infatti, mangiare una pizza formato famiglia e una bibita (che aiuti a farla scendere). E noi Italiani conosciamo bene il prezzo delle pizze all’estero!

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        La Torre di Pisa di Ugi’s

        Se ancora il prezzo è troppo alto, si può in ogni caso optare per le generose porzioni singole con le quali la fame starà a bada per un bel po.  Inoltre Ugi’s è un posto dove è possibile sedersi accanto ad una clientela alquanto variopinta.

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        Parte della realtà della pizzeria restò immortalata anche in uno dei film più celebri per gli Argentini ovvero “Pizza, Birra y fasso” di Adrián Caetano e Bruno Stagnaro dove i protagonisti, non avendo altro, mangiano una pizza da Ugi’s prima di andare a scalare l’Obelisco di Avenida 9 de julio.

        Un film tanto famoso in Argentina che quest’Estate un giovane con la Maglia di Argentina ’78 ha voluto ripetere l’impresa finendo però male.

        Dai Social Network alla politica economica

        La presenza di Ugi’s all’interno della società dei cugini del Sud America è tale che recentemente è stato pubblicato l’Indice Ugi’s riferito al potere d’acquisto sulla falsa riga dell’Indice Big Mac negli Stati Uniti usato per determinare il reddito pro-capite secondo il prezzo del famoso hamburger. Autore della trovata è il popolare media Argentino Clarín che ha replicato l’idea nel paese latino basandosi invece sull’evoluzione dei prezzi della pizzeria.

        Secondo tale studio, l’evoluzione dei prezzi delle pizze di Ugi’s ha seguito la seguente impennata:

        • 1,99 pesos durante la presidenza Menem negli anni ’90.
        • 2 pesos con De la Rua nel 2000.
        • 3,5 nel 2004 con Kirchner marito.
        • 49,99 il 10 Agosto 2015 sotto la presidenza di Kirchner moglie.

        Se nel 2007, quando la crisi cominciava a colpire, era possibile comprare con un salario minimo 118 pizze, oggi tale numero è sceso a 96.

        Come conquistare i follower

        Ma la cosa più sorprendente, nonché l’effettivo motivo per cui ho deciso di condividere questo articolo, è che i responsabili di Ugi’s sono stati capaci di metter su un business di successo e con una propria personalità che va oltre la concorrenza fino al punto di sviluppare una strategia Social pazzesca o che potremmo almeno qualificare come peculiare.

        pagine facebook di successo

        Coscienti del prodotto che hanno tra le mani e sicuramente conoscendo la propria clientela, in Ugi’s non si risparmiano mai in quanto a sense of humor per ridere sia di loro stessi che dei clienti. Questa decisione ha generato una enorme comunità di follower  (più di 50 mila!) che sono ampiamente coscienti di ciò che troveranno una volta varcato l’uscio della pizzeria.

        Ecco una serie di scambi di battute tra il community manager ed i clienti del locale con relative traduzioni.

        gestione social network

        – “Pizzerie sporca” – “Tua madre”

        facebook manager

        – “Ugi’s, la pizza che ti fa venire l’ebola all’istante” – “Non parliamo della F*** di tua sorella allora…”

        Una nuova filosofia del Web Marketing

        Mentre le scuole di Social Media Marketing di tutto il mondo si affannano a dire che i social network sono luoghi in cui creare un buon rapporto con i propri clienti, leggere i litigi e gli insulti della pagina Facebook di Ugi’s rappresenta una nuova filosofia del web marketing. E la cosa più sorprendente di tutto ciò è che funziona alla grande!

        gestione fb

        – “Le peggiori pizze mai provate, per caso non sapete che le pizze vogliono il formaggio? Disastro” – “Ed i tuoi genitori non sapevano che bisogna usare il preservativo?”

         

        facebook gestione

        – “Con le due pizzerie che ci sono li vicino vanno a preferire la Mer** di Ugi’s?” – “Con le Put**** che ci sono li vicino vanno a preferire tua sorella?”

         

        Lontanissimi dal mantenere una comunicazione cordiale e simpatica con i loro clienti, il social media manager della pizzeria usa invece l’insulto per avere a che fare con coloro che capiscono il gioco e lo fomentano dando vita a esilaranti discussioni.

        gestione reti sociali

        Questa no, non la posso proprio tradurre!

        Però non ogni singolo post ed ogni singola risposta è violenta nei confronti dei clienti, infatti per creare una relazione con i follower hanno creato “L’angolo di Ugi’s” per tutti coloro che inviano foto in cui “assaporano” le pizze della catena.

        coinvolgi follower

        La strategia social di Ugi’s: mettere la polvere sul tappeto

        Questa strategia ha funzionato però c’è da dire che il gestore della pagina non sempre è riuscito (anzi non sempre ha voluto) controllare la spontaneità sia della foto che dei commenti.

        coinvolgere follower

        Nulla di meglio di un “Paquero” che mangia da ugi’s

        Per tutti i non Argentini, un “Paquero” è il consumatore di paco, la droga più economica, distruttiva e marginale delle periferie di Buenos Aires. Lo trovate un po forte vero? Il community manager di Ugi’s scherza su tutto, dall’igiene del locale ai suoi bagni, alle condizioni sociali del clienti. Il tutto alla faccia del politicamente corretto!

        Il tutto condito da foto di piccioni che entrano nel locale a mangiare le briciole lasciate dai clienti. Alcuni di loro sono stati adottati ed oramai vengono chiamati per nome. Qui in basso c’è Miguel.

        coinvolgere clienti

        Si scherza anche sul comportamento dei clienti. Nella foto in basso il meccanismo anti furto dell’origano.

        coinvolgi clienti

        E sull’aspetto dei clienti. In basso quando Cristiano Ronaldo si è presentato a sorpresa in pizzeria.

        rapporto follower

        E fanno anche insulti a catene ben più note (non certo per la qualità del cibo).

        gestione-reti-social

        Si scherza, inoltre anche con spot classici del politically correct come “Si alla pizza, no alla droga” che in Ugi’s si trasforma in “Si alla pizza, Si alla droga” che ovviamente ha fatto molto discutere vista la risonanza che ha a Buenos Aires questo locale.

        social network gestione

        – “Ma non era No alla droga..Si alla pizza? é orrendo questo messaggio” – “Basta che la droga sia buona Daniela”

        Conclusioni

        E’ mia personalissima opinione che la stragrande maggioranza del popolo della rete è stufa di strategia social ordinarie, tutti si aspettano che la pagina di una pizzeria posti foto di pizze super golose e che il Facebook di una gelateria condivida foto di coni strabordanti di gelato il tutto dove il rapporto coi i follower è limitato a “Venite a provare le nostre specialità…”. 

        In questo deserto di contenuti è assolutamente normale che una voce fuori dal coro, una voca fuori tendenza che mette effettivamente in pratica una anti – strategia di successo finisca per avere la meglio anche se, lo ammetto, ci vuole tanto coraggio per una comunicazione di questo tipo.

        Funzionerebbe questo stile in Italia? Mi piacerebbe sentire la vostra. A mio avviso l’Italia fa storia a se in quanto a gastronomia ed un strategia di questo tipo sarebbe alquanto pericolosa, non tanto per il rapporto con i clienti quanto per il rapporto con la ASL.

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          dropshipping conviene

          Guida al dropshipping: quando conviene? 3/3

          Vincenzo Calicchio No Comments



          Prima di approfondire quando il dropshipping conviene mi preme dire che c’è una enorme differenza tra chi fa e-commerce come impresa e dunque per lavoro, con l’obiettivo di far diventare tale business scalabile e chi lo fa solo per arrotondare o come hobby per avere tra le mani una piccola attività. La risposta alla domanda “E’ un business conveniente?” alla fine di questa Mega guida in tre parti in cui abbiamo prima capito cosa è il dropshipping e poi scoperto tutti i suoi contro è nella seguente frase:

          Per fare dropshipping come impresa hai bisogno di capitali mentre se vuoi solo migliorare il tuo reddito il dropshipping può essere una via giusta.

          Quando conviene il dropshipping

          Il meglio che tu possa fare lavorando in dropshipping  è quello di non lavorare con grossisti o con fornitori di massa, ma affidarti ad un tuo personale fornitore, una piccola impresa con cui iniziare una partnership. Essendo tale piccolo fornitore una tuo scoperta, se lavori bene puoi anche avere la esclusività della vendita.

          Ci sono molte attività retail come piccole imprese, negozi ecc…che hanno un bisogno enorme di aumentare le proprie vendite e che ancora non solo online. Sicuramente tantissimi di questi sono ben disposti ad una collaborazione di questo tipo.

          Approfitta di una nicchia di mercato

          A volta (o meglio sempre) vorremmo vendere tutto a tutti. Bene, non c’è nulla di più sbagliato che tu possa fare! Altro consiglio fondamentale per vendere in dropshipping è:

          Trova la tua nicchia e poi inizia a vendere!

          Se avvii un e-commerce di prodotti di massa come per esempio smartphone o tablet, e decidi di vendere tutti i modelli in tutto il mondo dovrai, ovviamente, metterti contro non solo il mondo intero (quello sarebbe battibile) ma anche i big player del mercato e, sappilo, non riuscirai mai a competere con loro!

          Il meglio che tu possa fare quindi sarà vendere:

          • Un prodotto di nicchia a tutti
          • Un prodotto per tutti ad una nicchia

          Ecco i prodotti di maggiore interesse per fare dropshipping in Italia

          Secondo una ricerca fatta con il Google keyword planner cercando la parola “dropshipping” e segmentando i risultati provenienti dall’Italia, le parole più cercate sono:

          • Dropshipping abbigliamento
          • Dropshipping sextoys
          • Dropshipping elettronica

          Questa è la lista nera dei prodotti da vendere in questo modo! Sono quelli da cui bisogna tenersi lontani per iniziare questo business in quanto le parole di maggiore interesse per tutti coloro che vogliono iniziare a vendere in dropshipping.

          Conclusioni

          Concludo questa guida dicendo che per avere successo con il dropshipping bisogna essere non competenti ma super competenti in comunicazione web, fondamentale per te sarà posizionarti ai primi posti di Google per avere sempre un buon livello di traffico.  Se curioso di saperne di più? vuoi una mano per iniziare? Contattaci per informazioni, mal che vada ci avrai guadagnato un caffè!

          Contattaci per lanciare il tuo progetto di dropshipping
          guida dropshipping

          Guida al Dropshipping: quello che non ti dicono 2/3

          Vincenzo Calicchio No Comments


          Dopo aver iniziato a parlarne nel primo articolo di questa Mega guida al dropshipping in tre parti, andiamo ora ad approfondire l’argomento. Questo post sarà utile a tutti coloro che intendono conoscere a 360° come funziona questa nuova (apparentemente miracolosa) maniera di fare e-commerce. Quindi ancor prima di sapere il motivo per cui sarebbe conveniente iniziare questo business ritengo fondamentale spiegare in questa guida al dropshipping il perché non dover cominciare affatto.

          Perché è meglio non iniziare a fare dropshipping

          • A volte il fornitore offre lo stesso catalogo, gli stessi prezzi e le stesse spese di invio a dozzine, centinaia o migliaia di venditore proprio come Te.
          • Non riuscirai mai ad avere prezzi competitivi in quanto gli ordini che gestirai saranno per la maggioranza ordini individuali, e non ci sarà concorrenza con tutti coloro che comprano in stock.
          • Incontrerai i tuoi concorrenti nei tuoi stessi canali di vendita, quindi eBay, Amazon ecc…
          • Essere in questi marketplace anche ha un costo infatti tutti lavorano guadagnando sulle fee, qui ci sono le fee di eBay e qui le fee di Amazon.
          • Non sempre è buono aver fiducia totale nei confronti di tali marketplace, infatti puoi finire per competere con Amazon proprio in Amazon come spiega bene questo articolo del Wall Street Journal.
          • I tuoi margini di guadagno saranno sempre i più bassi in quanto sarai sempre l’ultimo anello della catena, e la concorrenza accanita fa si che dovrai sempre più abbassare i prezzi.
          • Non hai alcun potere per quanto riguarda la consegna dei prodotti, sia per la consegna in se ma anche per la qualità dei prodotti ed in caso di problemi sarai tu a metter la faccia nei confronti del cliente, no il fornitore.
          • Inoltre regalerai al tuo fornitore per ogni ordine tutti i dati e le referenze dei clienti, parlo quindi di nome, cognome, telefono, mail ecc…
          • Non sei nessuno nel web (e fuori) e tanto meno puoi farti un nome in quanto i prodotti non sono i tuoi.
          • E’ veramente difficile incontrare fornitore che assicurano un servizio ottimale anche nei tuoi confronti, quindi non solo nei confronti del cliente.
          • Le maggiori difficoltà le avrai nel momento e nel caso in cui ci sono dei resi (vedi in caso di merce con danni ecc…), la gestione di questi ultimi infatti è uno dei fattori più problematici in quanto il cliente avrà a che fare con due soggetti con interessi diversi.
          • Tutto ciò che guadagnerai ti servirà unicamente per il tuo sostentamento e non avrai margini per comprare traffico e advertising.

          5 domande da farsi prima di iniziare un attività di dropshipping

          1. Perché un fornitore dovrebbe darmi un prezzo basso quanto quelle di altre organizzazioni che invece comprano in stock?
          2. Cosa posso offrire in più rispetto alla mia concorrenza?
          3. Il mio margine di guadagno sarà sufficiente in rispetto ai costi?
          4. So come generare traffico verso il mio negozio online? Considerando ovviamente che i miei margini saranno troppo bassi per fare campagne di advertising.

          Quello che ti aspettta facendo dropshipping (ma che nessuno ti dirà mai)

          Sono sicuro che se stai leggendo questo articolo qualcuno ti avrà già consigliato o almeno parlato del dropshipping. Ed è molto probabile che questo qualcuno ti abbia detto frasi del tipo:

          “Puoi fare e-commerce a costo zero…”

          “Con il dropshipping lavorerai comodamente da casa tua”

          “Dovrai solo gestire gli ordini e lavorare poche ore al giorno”

          Questo tuo amico non ti ha detto tutto, infatti questo è ciò che ti aspetta:

          • Creazione di un negozio online personale e realizzazione di e-shop nei maggiori marketplace generici e verticali.
          • Gestione ed ottimizzazione dei catalogo online.
          • Gestione e supporto ai clienti.
          • Amministrazione, fatture, pagamenti ecc;
          • Gestione delle problematiche come prodotti difettosi, consegne errate ecc…
          • Gestione dei conti della tua impresa e relazione con un consulente, pagamenti di tasse, contributi,ragion per cui si..

          La fiscalità del dropshipping è la stessa di quella di una impresa ordinaria

          A meno che tu non voglia sfidare la sorte (e lo stato) e fare tutto a nero. Ma è illegale, quindi lo sconsiglio vivamente!

          Conclusioni

          Le attività di cui ti dovrai occupare facendo dropshipping sono tutte attività che hanno un costo sia in tempo che in denaro, e che occuperanno gran parte della tua giornata. Alle volte (ahinoi!) pensiamo che il nostro tempo non abbia un costo, o che addirittura non abbia valore..ma non è affatto così!

          Ancora hai voglia di iniziare a vendere in dropshipping? Probabilmente no. Ma non disperare, nella terza parte di questa mega guida parlerò di Tutti quei casi in cui è conveniente fare dropshipping.

          guida al dropshipping

          Guida al dropshipping per principianti 1/3

          Vincenzo Calicchio No Comments



          Sarà colpa della crisi o del fatto che qualcosa sta cambiando nella mentalità della gente però sono sempre di più le persone che vogliono mettersi in proprio, diventare autonomi, e ciò grazie ad Internet è sempre più facile. E’ però possibile iniziare un attività di Business senza soldi?

          Si! È possibile, però solo a determinate condizioni e, inoltre, sempre si ha bisogno di denaro da investire, seppur meno che in una attività commerciale fisica. Alla fine l’unica cosa che conta affinché non perda tempo e soldi, è che la tua Idea sia attraente e nuova ma, bada bene, senza soldi non vuol dire senza lavorare duramente!

          Sto parlando del Dropshipping, uno modo di fare business sfruttando l’e-commerce e che consente di aprire negozi onlinesenza tenere una sede fissa, senza magazzini, senza spese postali, unicamente gestendo ordini. Questa è una Mega Guida in 3 parti per apprendere cosa è e come funziona il Dropshipping…se vuoi cominciare con questa attività sei nel posto giusto! Alla fine di questa guida avrai più chiaro come sviluppare questa attività e se può esserti conveniente o meno e soprattutto in quale settore. Vuoi vendere vestiti in dropshipping? Vuoi vendere scarpe? Profumi? In un attimo scoprirai come!

          Chi sono i soggetti del Dropshipping?

          I soggetti in ballo nell’attività di dropshipping sono tre:

          1. Cliente: colui che compra il prodotto dal venditore attraverso il suo sito (o pagina di E-Bay, Amazon ecc..).
          2. Venditore: colui che riceve l’ordine dal cliente, lo trasmette al fornitore ed incassa dal cliente.
          3. Dropshipper: è il fornitore, ovvero colui che invia il prodotto al cliente per conto del venditore ed incassa da quest’ultimo.

          Come funziona il DropShipping?

          L’attività di dropshipping si sviluppa nei seguenti 6 passaggi:

          • Un fornitore mette a disposizione il suo catalogo di prodotti.
          • Tu pubblichi questi prodotti del fornitore nel tuo sito e nei marketplace più famosi e ti occupi di venderli.
          • Vendi questi prodotti e guadagni direttamente dal cliente finale.
          • Invii l’ordine al fornitore con i dati personali e di fatturazione e lui invia il prodotto al cliente finale.
          • Tocca a te ora pagare il fornitore.
          • Così guadagnerai sulla differenza tra ciò che il cliente paga a te e ciò che tu paghi al fornitore.

          Vantaggi del Dropshipping

          • Nessuno spazio fisico, è una tipologia di lavoro che si può portare avanti tranquillamente da casa senza i costi tipici di un negozio o un ufficio. Hai bisogno solo di una connessione Internet.
          • Non ci sono prodotti da caricare o scaricare, non devi fare pacchetti, non c’è inventario e non c’è da gestire un magazzino.
          • Puoi comprare da qualunque fornitore e cercare le condizioni più vantaggiose del mercato
          • Hai bisogno di un basso investimento (in soldi ma non in tempo!).

          Svantaggi del Dropshipping

          • I margini di guadagno su ogni prodotti sono molto bassi ragion per cui le entrate cominciano a farsi interessanti solo su un gran numero di ordini
          • La concorrenza in alcuni settori è molto alta e ciò ti obbliga ancora di più ad abbassare i prezzi
          • Hai uno scarso controllo della catena di lavoro in quanto ogni fornitore si avvisa ad un trasportatore di fiducia però chi “ci mette la faccia” sei tu e nel caso succeda qualcosa durante la consegna del prodotto la responsabilità nei confronti del cliente è la tua.
          • Difficoltà nell’incontrare fornitori. Ciò soprattutto in Europa in quanto è una tecnica di business arrivata solo di recente e che non occupa tutti i settori. È tutto nelle te capacità il saper sfruttare le nicchie vuote e dunque arrivare per primo in determinati mercati.
          • Basso investimento vuol dire bassi guadagni!

          Un E-Commerce senza soldi..è possibile?

          Come si può immaginare un business non è mai di successo a prescindere. Non diventerai ricco unicamente perché hai cominciato a fare dropshipping. Infatti ancor prima di cominciare bisogna conoscere il mercato, capire le sue tendenze e  conoscere i propri clienti. Inoltre fondamentale è creare un ottimo sito e soprattutto curarlo in ottica di posizionamento in motori di ricerca. Anche in questo caso, come per tante altre iniziative, non si avrà successo se non si passa prima da Google, la SEO è indispensabile per farsi trovare è indispensabile per farsi trovare e soprattutto per vendere.

          Essere in cima alla SERP è come avere un negozio in Via Monte Napoleone a Milano o in Via del Corso a Roma, sei visibile a tutti ma arrivarci è duro. Non essere in prima pagina di Google lo sanno fare tutti ragion per cui ancor prima di competenze nella vendita è fondamentale avere competenze nel web, solo in questo modo sarà garantita la reddività con il dropshipping.

          Conclusioni

          Fin’ora sembrerebbe proprio che gli svantaggi sono molto meno importanti dei vantaggi e scommetto che stai già pensando di cominciare con il dropshipping però..non sai ancora tutto. Scoprilo leggendo la seconda parte di questa guida Tutto ciò che non ti dicono sul dropshipping.

           

          fattori link building

          I 6 fattori della Link Building da tenere sempre a mente

          Vincenzo Calicchio No Comments



          Senza dubbio per Google portare avanti una strategia intensiva di acquisizione di link vuol dire barare, quindi se non vuoi essere penalizzato bisogna far si che i backlink appaiano naturali ed a tal fine ci sono alcuni fattori della link building da tenere presente.

          Aspetto fondamentale per conseguire link è vigilare la concorrenza, ovvero:

          • Verificare per quali parole chiave sono posizionati
          • Che tipo di strategia stanno attuando,
          • Quanti backlink stanno ottenendo
          • Che tipo di backlink stanno conseguendo
          • Come si regolano con gli anchor texts
          • Con che velocità hanno ottenuto quei link
          • Da chi stanno ottenendo tali backlink

          Tutto ciò che dobbiamo fare è cercare di fare lo stesso. Il segreto sta nel seguire le best practices di mercato.

          Che tipo di azioni di Marketing stanno portando avanti? Quali gli stanno dando i migliori risultati? E’ per esempio possibile che la concorrenza abbia realizzato un evento, un video, un infografica ecc…e che di conseguenza hanno ottenuto menzioni e link oppure che abbia organizzato una campagna che, contrariamente, non ha ottenuto risultati degni di nota. Sono tutte cose che nell’organizzazione di una strategia dovremmo sapere, a tal fine ci aiutano tanto strumenti SEO come SEMrush, Sistrix, Majestic ecc…

          Ma quali sono gli elementi da tenere bene a mente, e quindi da non sottovalutare assolutamente, nell’attuare una strategia di Link Building?

          PERCENTUALE LINK NO FOLLOW E LINK DO FOLLOW

          Cosa sono i link NoFollow? e cosa sono i link DoFollow? Esistono due tipologie di backlink che si possono conseguire o creare in una pagina web, questi sono appunto i link NoFollow ed i DoFollow. Ciascuno dei due ha delle proprietà diverse sebbene entrambi servano per posizionarsi (anche se tanti dicono il contrario).

          Che differenza c’è tra i backlink DoFollow e NoFollow?

          I Dofollow sono la tipologia di link che più aiutano per il posizionamento. Nel momento in cui una pagina ci linka con questa tipologia, ci trasferisce PageRank e ciò conta anche come voto di qualità verso il nostro sito. Sebbene questo fattore non sia tanto importante come una volta continua ad essere importantissimo per Google.

          I Nofollow sono la maggioranza di link che si ricevono ed al contrario dei DoFollow non trasferiscono PageRank e servono per proteggersi da eventuali futuri problemi del sito web linkato, giacché se un sito è penalizzato e lo teniamo linkato,anche il nostro portale sarà passibile di penalizzazione.

          L’algoritmo di Google, nel momento di posizionare un sito considera ugualmente positivi anche i link NoFollow dal momento che un sito ci linka è perché considera i nostri contenuti degni di nota e se non lo fossero non sarebbero linkati, è evidente.

          E’ vero, i link DoFollow sono migliori dei Nofollow, ma la strategia migliore è quella di tenere un buon equilibro tra gli uno e gli altri giacché Google potrebbe arrabbiarsi se capisse che tali backlink sono conseguiti con l’unico scopo di posizionamento. Per quanto riguarda i link da un nostro sito ad un sito terzo, quello che raccomando è di porre il DoFollow unicamente se si è sicuri dell’affidabilità di tale portale, nel caso di dubbio è meglio usare un NoFollow

          In linea generale non esiste una percentuale esatta da tenere in conto, generalmente dipende dal mercato e dal settore in cui stiamo lavorando ma sicuramente ci sono da fare alcune considerazioni puramente statistiche. Se si hanno tutti i link dofollow è senza dubbio anomalo, naturalmente sarebbe molto difficile (se non impossibile) specialmente per siti che sono online da anni e ricevono numerosi backlink. Un ammontare di  backlink naturale sarà composto spontaneamente da link di vario tipo, sia dofollow che nofollow

          Quindi ciò che consiglio (come sempre ) è osservare la percentuale la percentuale di link NoFollow e DoFollow della concorrenza in SERP. A tal fine consiglio di usare il tool freemium Openlinkprofiler.org che da risultati del tipo questo in immagine.

          percentuale nofollow

          PERCENTUALE LINK ALLA HOME E DEEP LINK

          Laddove per deep link s’intendono tutti quei link alle pagine interne (quindi non la home). Una pratica molto comune è quella di indirizzare tutti i nostri backlink alla Home page, però tale consuetudine è più che penalizzata giacché linkare unicamente alla pagina principale non è naturale. Quindi fattore importante di link building da tenere a mente è portare backlink anche alle pagine interne, così facendo a queste sarà data una “forza” maggiore e si migliorerà il posizionamento delle pagine più profonde.

          Ciò che non bisogna fare, quindi, è conseguire collegamenti focalizzandosi solo sulla home, infatti di solito la maggioranza dei link arriva alle pagine interne (un articolo, un prodotto, un servizio ecc…). Anche in questo caso la giusta percentuale dipende dal mercato, per cui, anche in questo caso consiglio di osservare la concorrenza.

          percentuale-homelink

          VOLUME DI BACKLINK

          Per quanto riguarda il volume di link s’intende l’ammontare di:

          • Backlink
          • Domini di riferimento
          • IP di riferimento

          Al fine di analizzare in tal senso la concorrenza consiglio di usare la versione Freemium di Majestic da cui ho ricavato questo screenshot.

          volume backlink

          Anche in questo caso non esiste un valore preciso di questi fattori che dobbiamo seguire nella nostra strategia di Link Building,ma ciò che dobbiamo fare è tenerci sugli stessi livelli della concorrenza nella top 10. Possiamo anche avere valori più alti ma è consigliabile conquistarli nel tempo, altrimenti Google s’arrabbia.

          AUTORITA’ DELLE FONTI DI BACKLINK

          Nel fare SEO è molto meglio avere pochi link da siti considerati autorevoli che migliaia da siti irrilevanti e questo è un fattore della link building rilevantissimo! Ciò non vuol dire che dobbiamo rimanere con pochi link in entrata e tutti di qualità, però se vogliamo prestare attenzione nello sviluppare la nostra strategia dobbiamo far molta attenzione al bilanciamento tra fonti autorevoli e non.

          Quando una fonte è ritenta autorevole secondo Google?

          Quando parliamo di siti con autorità ci riferiamo a pagine con le seguenti caratteristiche:

          • Alto Domain e page authority (che possiamo calcolare con strumenti come questo di MOZ). Una interessante disputa sta nel capire se link da domini .edu o .gov abbiano un valore maggiore di domini standard, è probabile che sia così infatti tali domini di solito hanno un DA più alto ragion per cui sarebbe molto importante ricevere collegamenti da tali siti.
          • Che sono relazionati con la tematica che trattiamo nel nostro sito

          Ci sono quindi vari modi per misurare l’autorevolezza, oltre a DA e PA un altro è tener il Trust flow (riferito all’authority) ed il citation flow (riferito all’ammontare di link) di Majestic. Questi due tassi, calcolabili anche dalla versione Freemium sono riferiti quindi alla qualità ed alla quantità e devono essere il più bilanciati possibile. Se il trust flow è minore del citation flow allora dobbiamo lavorarci su. Per esempio un caso unico è quello di SEMrush che presenta un TF maggiore del CF (come si vede dall’immagine).

          trust flow majestic

          VELOCITA’ DI CONSEGUIMENTO BACKLINK

          Per velocità s’intende il tempo impiegato per raggiungere un determinato ammontare di link. Nel portare avanti una strategia  bisogna essere il più possibili naturali, non è normale ricevere un picco di link tutti nello stesso giorno (e soprattutto con cadenze fisse). Bisogna ripartire i nostri compiti di link builders durante tutto l’arco di un periodo, dunque evitare di dedicarsi a quest’attività sono un giorno specifico e laddove si abbia, per esempio, una media di 100 link in entrata al mese, cercare di mantenere tale media sebbene sia normale conseguirne poco meno o poco più. Ciò che non è normale è che un mese riceviamo 20 link, il mese dopo 30.000 ed il seguente ancora 200.

          La crescita dei link deve essere graduale nel tempo sia come numero di link che come numero di domini, soprattutto importante non fare avere una caduta nella crescita del backlink. Ciò suonerebbe innanzitutto innaturale,oltre che controproducente, infatti se la concorrenza continuasse a costruire link molto probabile scivoleremmo giù in SERP.

          velocità backlink

          ANCHOR TEXTS DEI LINK IN ENTRATA

          Con gli aggiornamenti che nel tempo Google ha apportato all’algoritmo, alcune delle pratiche che prima erano più gettonate sono diventate penalizzanti. Tra queste c’è il fare Link Building ricevendo backlink con anchor text (testi di ancoraggio) ricchi in parole chiave, ovvero inseriti su parole che costituiscono le nostre keyword su cui vogliamo posizionarci.

          Affinché possiamo posizionarci senza paura di essere penalizzati, oggi fattore fondamentale da tenere a mente nel fare link building è variare gli anchor text in maniera naturale, per esempio se stiamo lavorando per una pizzeria di Salerno chiamata “Pulcinella” non dobbiamo avere solo link con anchor text “Pizzerie Salerno” ma anche:

          • Pizzeria Pulcinella (anchor text di brand)
          • www.pizzeriapulcinella.comhttp://www.pizzeriapulcinella.com/ (anchor text di dominio)
          • Pizzeria Pulcinella Salerno, Salerno pizzeria Pulcinella ecc (anchor text di parola chiave e brand)
          • Raccomando fortemente di mangiare in questa pizzeria di Salerno, dove.. (parola chiave in una frase)
          • Sito web, Clicca qui, Scopri di più ecc..(anchor text generico)
          • Anchor text immagine

          Anche in questo caso, dunque, non esiste una percentuale perfetta di anchor text,  dipende dal settore ragion per cui ancora una volta ciò che consiglio è di analizzare la concorrenza. In immagine la variazione degli anchor text per SEMrush.

          anchor text semrush

           

          Questi sono i 6 fattori per me imprescindibili da tener presente quando si porta avanti una strategia di Link Building, dimenticare o sottovalutare anche una sola di queste variabili può essere fatale. Siete d’accordo? Ci sono altri fattori per voi fondamentali? Commentateli e sono ben felice di aggiornare l’articolo menzionandovi! 

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            Le 6 persone che condividono contenuti

            Vincenzo Calicchio No Comments



            Condividere informazioni non è qualcosa di nuovo nella nostra società, è parte della natura umana. Il mondo è pieno di persone che condividono contenuti.  Da sempre la gente esprime idee ed opinioni a proposito dei prodotti e dei servizi che considerano, in qualche modo, rilevanti. La grande novità è che tutto ciò oggi si fa online, più velocemente e più spesso, rivolgendosi ad una platea potenzialmente più vasta.

            Questo nuovo modo di relazionarsi e di condividere nella società contemporanea rappresenta un’opportunità per le aziende ed i brand. Questenorme mole di informazioni, provenienti dagli utenti di social e portali di ogni tipo, è oro colato.

            E’ quindi fondamentale per le imprese definire una buona strategia di contenuti. Ciò rappresenta un fattore chiave al fini di raggiungere gli obiettivi di engagement, conseguire leads ed, infine, vendere.

            Chi sono le persone che condividono contenuti?

            In uno studio del New York Times, The Psychology of sharing, Brian Brett è riuscito a segmentare gli utenti che condividono contenuti in sei tipologie:

            1. Gli altruisti. Condividono le informazioni che ritengono utili in quanto credono che qualcuno ne può avere bisogno. Normalmente, si aspettano in cambio una menzione o almeno un “grazie”.
            2. I professionisti. Sono le persone che condividono le informazioni relative alle loro finalità professionali e che scambiano idee per ottenere benefici in termine di reputazione, sia per la propria impresa che per una rete di contatti.
            3. Gli Hipsters. Sono quelli che hanno fatto della “condivisione” la loro filosofia di vita. Condividere informazioni li aiuta a sviluppare una propria personalità e a dare un immagine “moderna” di se stessi agli altri.
            4. I polemici. Sono utenti che condividono contenuti polemici e spinosi per generare un dibattito e provocare la reazione delle persone. Fare scalpore è il loro unico obiettivo.
            5. Gli organizzatori. Sono coloro che condividono avendo come unico obiettivo  organizzare eventi e serate, mettere in contatto altre, pianificare incontri, incontrare e relazionarsi con gli altri.
            6. I Selettivi: Sono gli utenti che condividono solo specifiche informazioni con specifiche persone, e solo fin quando ottengono un feedback dai loro contatti. Se non ricevono risposta ai loro contenuti, o se smettono di considerarli rilevanti, ne terminano immediatamente la condivisione.

            Questi profili di persone hanno, tra le varie cose, una caratteristica in comune: ragioni emotive, ovvero il desiderio condividere la propria quotidianità e la voglia di essere i primi a dare quella informazione.

            A mio parere, nell’articolo del Nyt si tralascia una categoria fondamentale, quella che ritengo più fastidiosa:

            • I compulsivi. Coloro che avvertono, per un motivo sconosciuto alla medicina moderna, la necessità di condividere tutto ciò che gli passa per la mente e che hanno avanti agli occhi. Fanno, dunque, sharing dei contenuti più assurdi, dai classici gattini agli articoli di Repubblica, dalle foto con citazione di Mussolini ai video di bimbi cinesi che suonano uno strumento raro. Inoltre sono i primi a postare notizie sulla morte (vera o presunta) di personaggi famosi.

            Segmentare in questo modo il pubblico a cui indirizzare la propria strategia di marketing rappresenta un enorme vantaggio per i copywriter: la possibilità di ottimizzare i contenuti in base al proprio target, in modo che questi vengano condivisi più facilmente.

            Fattori chiave per far si che i tuoi contenuti siano condivisi

            Nel New York Times, a conclusione dello studio, è stilata una lista di consigli per aumentare il tasso di condivisione dei propri contenuti.

            • Appellarsi alle motivazioni dei consumatori a connettersi tra loro (e non con il brand): infatti, le persone navigano l’internet più per ragioni sociali, come rimanere in contatto con amici e parenti, che per collegarsi alle imprese.
            • Dare ed ispirare fiducia. la fiducia nella fonte del contenuto è ciò che ne garantisce la condivisione. Gli utenti amano sentirsi presi in considerazione e, soprattutto, amano sentire le imprese vicine al loro modo di essere e di vivere.
            • Comunicare in modo semplice. è inutile perdersi in formalismi di linguaggio. Le persone sul web cercano informazioni rapide, semplici ed efficaci.
            • Fare ricorso al senso dell’umorismo. gli utenti del web navigano per passare dei momenti di leggerezza e spensieratezza. Essere divertenti è senza dubbio importante.
            • Dare un senso di urgenza. 

            Personalmente non sono approvo quest’ultimo punto. È vero che i contenuti di tale tipologia vengono condivisi più facilmente, ma sfruttano tecniche di click baiting delle peggiori. Sono fermamente convinto che tali tecniche, a lungo andare, non paghino: a lungo andare paga solo la qualità.

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