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Tag Archives: Black Hat SEO

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Black Hat SEO: quali sono le tecniche da evitare

Vincenzo Calicchio No Comments



Già ho avuto occasione in questo blog di occuparmi di Black Hat SEO in questo articolo in cui parlo delle Piramidi di Link e dei pericoli connessi. Tuttavia, sarà l’aura di magia che ruota attorno a queste tecniche, sarà il fascino del proibito ma ho potuto constatare che è uno degli aspetti della SEO che più incuriosiscono chi si sta ora avvicinando al settore.

Ragion per cui ho deciso di fare chiarezza. Ho preso spunto dalle linee guida che stesso Google fornisce ed ho scritto quest’articolo in cui spiego brevemente, nella maniera più semplice possibile, cos’è la black hat, parlo delle sue tecniche più comuni (lo dico sin da subito… quelle da evitare!) e do qualche consiglio per non essere penalizzati.

Che cos’è la Black Hat SEO?

tecniche-black-hat-seo

Le tecniche Black Hat Seo da evitare

Per cominciare dobbiamo differenziare tra due tipologia di SEO, ovvero:

White Hat SEO (quella buona). Utilizza tecniche che posizionano le nostre pagine in maniera naturale. Questo senza dubbio costa più tempo per conseguire un buon posizionamento ma è immune da penalizzazioni ed è duratura nel tempo.

Black Hat SEO (quella cattiva). Utilizza tecniche di posizionamento poco etiche ed “illegali”, queste (prima o poi) sono penalizzate da Google. Posizionano più rapidamente ma prima o poi Panda, Pinguino o qualunque altro animale nell’algoritmo di Google passera per il tuo sito, ragion per cui si consiglia di usarle solo per progetti web “temporanei” per cui non importa di essere penalizzato dopo un determinato periodo di tempo.

aggiornamenti-panda-e-penguin

I due aggiornamenti dell’algoritmo di Google più famosi sono Panda e Penguin

Alcune tecniche di Black Hat Seo 

  • Contenuti generati automaticamente: da software e programmi ad hoc.
  • Piramidi di Link (Tiered Link Building): ovvero fare link building in costruendo la struttura di backlink su vari livelli in forma piramidale, assolutamente non spontanea.
  • Testo occulto (Hidden Text):  Consiste nello scrivere parole chiave con le quali vogliamo posizionarci nello stesso colore del fondo del testo, così da essere invisibile agli occhi del lettore ma non del motore di ricerca. Negli anni 2000 tale tecnica (usata anche con parole generiche ma con altissime query come tutte quelle a carattere sessuale) erano un must ed assicurava posizionamento e guadagni. Ad oggi è forse la tecnica più aberrata da Google… statene alla larga!
  • Abuso di parole chiave (Keyword Stuffing): Consiste nel ripetere moltissime volte la keyword in un testo col fine del posizionamento. Anche questa tecnica ere geologiche fa era una manna dal cielo, ad oggi è penalizzata. Google infatti vuole che qualsiasi contenuto venga scritto per l’utente non per il bot, quindi bisogna essere quanto più naturali possibile.
  • Reindirizzamenti ingannevoli (Sneacky Redirects):  Ovvero quando si fa click in una pagina che però reindirizza automaticamente verso un altra pagina (che non ha nulla a che vedere con la precedente).
  • Cloacking:  Consiste nel mostrare un determinato contenuto agli utenti ed un altro completamente diverso ai bot dei motori di ricerca.
  • Domini scaduti (Expired domains): Alcune imprese o utenti smettono di pagare per il loro dominio (per qualche ragione) che conserva però la sua autorità e può essere comprato da un altra persona. Volete un esempio di questa pratica? date un occhiata a fantacalcioformazioni, un sito dove tutti si aspetterebbero di trovare informazioni sul fantacalcio… ed invece?
  • Contenuti duplicati:  Consiste nel creare contenuti copiati totalmente o parzialmente da altri siti, ovvero il classico copia-incolla. Oltre che poco professionale e deontologicamente scorretta, tale tecnica è mal vista da Google.

Caratteristiche dei siti che utilizzano queste tecniche

Naturalmente i siti che fanno ricorso alla black hat (e sono quindi in odore di penalizzazione) non hanno tutti le stesse caratteristiche, anche un sito che all’utente si presenta bene può essere in realtà in pericolo. In ogni caso vi consiglio di stare alla larga, e soprattutto di non collegare in alcun modo il vostro sito alle seguenti tipologie di pagine, o se proprio dovete farlo utilizzate un NoFollow (come ho fatto per il link precedente al sito di fantacalcio):

  • Quelle che interrompono la navigazione degli utenti con molta pubblicità, popup e link che portano verso altri siti.
  • Quelli che presentano pagine disordinate, con molte parole e call to action apparentemente senza senso.
  • Quelli che presentano malware nel sito (ovvio).

Come sapere se sei stato penalizzato da Google?

Generalmente sapere ciò dipende dal tipo di penalizzazione ma, su tutte, la prova definitiva per avere la certezza di essere stati penalizzati per l’intero sito si ha mediante la ricerca del proprio dominio con comando site, quindi cercando in Google “site:miosito.com” se non appare alcun risultato allora dovete preoccuparvi.

Altri segnali preoccupanti sono:

  • Il traffico nel tuo sito si riduce drasticamente
  • Il sito perde di visibilità per alcune o tutte le parole chiave
  • Alcune o tutte le pagine scompaiono dai motori di ricerca
  • Il dominio scompare da Google e qualsiasi altro motore di ricerca
sito-penalizzato

Gli effetti in Analytics della penalizzazione di un sito

Conclusioni

Innanzitutto per chi è super affascinato da questo mondo oscuro vi condivido questo video di Paolo dello Vicario in cui si parla anche di altre tecniche che non ho menzionato…

Per il resto mi preme dire che c’è chi afferma con sicurezza che le tecniche di black hat sono ancora valide (probabilmente non quelle di cui ho parlato), personalmente vi consiglio di non credere a queste persone, di bufale sulla SEO se ne trovano… e tante!

Secondo la mia modesta opinione (ma direi secondo il buon senso) è sempre buona cosa stare lontani da tali tecniche e conseguire un buon posizionamento grazie al lavoro costante e soprattutto offrendo contenuti da Valore. In questo modo i risultati arriveranno… non passare al lato oscuro!

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    tiered link building e piramidi di link

    Tiered Link Building: attenzione alle Piramidi di Link

    Vincenzo Calicchio No Comments



    Nei primi tempi in cui ho cominciato a studiare la SEO ovviamente sono rimasto molto incuriosito dalle tecniche di Black Hat che invece ora ripudio, infatti pur trovandole sempre affascinanti ritengo poco professionale affidare al caso (perché di questo si tratta) i progetti web dei tuoi clienti. Ma ognuno è artefice del proprio destino. Una tecnica al confine tra white hat e black hat è appunto la Tiered Link Building (o Piramidi di Link) di cui lessi per la prima volta in quest’articolo del blogger spagnolo Nicolás Marchal che oggi ho deciso di tradurvi ed integrare con alcune piccole considerazioni personali. Ma andiamo per gradi…

    Che cos’è la Link Building?

    La Link Building, ovvero la costruzione di link di qualità verso la tua pagina web, è uno dei fattori più importanti per il posizionamento nei Motori di Ricerca. Già mi è capitato di scrivere in passato a proposito di link building in un articolo sui fattori da tener presente durante nello sviluppare questa attività, ma c’è da ammetterlo, sta diventando sempre più complicato conseguire link nella maniera adeguata. Google pretende naturalità e grazie all’evoluzione del suo algoritmo si sta avvicinando parecchio a tale obiettivo ovvero una struttura web di contenuti e link assolutamente naturale. Una tecnica SEO (se così può essere definita) invece innaturale è proprio la Piramide di Link.

    Che cos’è la Tiered Link Building?

    Il web è pieno di forum e blog di black hat SEO dove si parla sicuramente con maggiore profondità di come sviluppare tali strategie, anche se la maggior parte sono in inglese (astenersi allergici alla black hat ed adoratori di Matt Cutts). La piramide di link consiste sostanzialmente nel realizzare vari livelli di link nella seguente maniera.

    piramidi di link

    Piramide di link: Livello 1

    Nel primo livello si realizzano verso il nostro sito (quello da posizionare) link in blog, directories o rassegne stampa (di qualità accettabile). Molto importante in questa fase è fare attenzione ai contenuti ragion per cui bisogna lavorare in siti che siano molto relazionati con la nostra tematica e possibilmente con valori accettabili di Domain Authority.

    Altra cosa importante da tenere a mente è che se, per esempio, in ogni pagina insieriamo 5 backlink, non possiamo utilizzarli tutti per indirizzare al nostro sito ed allora dovremmo linkare a 2 o 3 volte anche altri siti di settore rilevanti (che non siano competitors diretti). Se sei invece un fervido credente nella black hat sicuramente realizzerai 5 backlink verso il tuo sito.

    In rispetto, invece, agli articoli valgono le regole di sempre quindi:

    • Contenuti di qualità
    • Estensione minima di 400 parole
    • Contenuto 100% originale
    • Niente traduzioni con Translate
    • Aggiungere immagini, video e contenuti multimediali

    Secondo livello della Piramide di Link

    Qui inizia la parte interessante, che è ovviamente quella che comincia a puzzare di penalizzazione. Una volta che abbiamo terminato  il primo livello dobbiamo creare dei link in questo secondo che indirizzeremo ai siti su cui abbiamo lavorato nella prima fase, ovviamente faremo riferimento a tutti quegli articoli e contenuti che abbiamo realizzato prima (e che dunque linkano al nostro sito).

    Che tipo di Link dobbiamo realizzare in questa fase?

    Bookmark, wiki, o anche blog, commenti nei blog, link in directories, in video di youTube, Vimeo ecc…

    Terzo Livello

    E’ finalmente arrivato il momento dello SPAM puro. In questo livello e nei seguenti, tramite software come Senuke o anche tanti altri rintracciabili per il web, dobbiamo realizzare migliaia e migliaia di link verso il livello 2 (e poi verso il 3, il 4 e così via). Ovviamente si tratta di link della peggiore qualità. Un esempio lo potete vedere qui in basso in riferimento a dei commenti SPAM arrivati sul nostro articolo a proposito della Strategia Social della Pizzeria Ugi’s.

    commenti spam

    Altro aspetto da tener presente nello sviluppare una Piramide di Link o Tiered Link Building è quello degli Anchor text. Bisogna farci molta attenzione, bisogna diversificarli il più possibile così come la stessa regola vale anche per la pagina di atterraggio dei backlink del livello 2, quindi non solo verso la home page ma anche verso categorie di prodotti, articoli ecc…

    Se non ti è ancora ben chiara la struttura di una Piramide di Link condivido anche una immagine dello stesso Nicolás Marchal che dovrebbe renderti più facile la comprensione.

    tiered link building

    Tiered Link Building: perchè non usarla

    Una volta letto ciò sicuramente starai pensando che si tratta di una grande strategia con cui conseguire buoni risultati. Perché costruire una piramide di link dovrebbe far male alla SEO? La risposta è molto facile. La SEO è cambiata molto nel corso degli ultimi anni, tempo fa non era necessario variare l’anchor text, si poteva anche non tener presente il fattore tempo (velocità di conseguimento backlink) o anche il keyword stuffing era considerata una tecnica infallibile. Oggi però, cose così ti rendono passibile ti penalizzazione Google.

    Il fatto che oggi (per quanto ne sappia) le Piramidi di Link non sono direttamente penalizzanti, non vuol dire che Domani continuino ad esserlo giacché è palese che dal terzo livello in poi i link sono un autentica “merda” (scusate il francesismo), contrari ad ogni politica di qualità di Google. Rispondi alla seguente domanda:

    Realizzeresti mai link di terzo livello direttamente verso il tuo sito?

    Penso proprio di no (salvo casi estremi e comunque mai in una strategia a lungo raggio). Ed allora perché mai dovresti utilizzarli per contenuti che ti linkano direttamente? Google ogni volta migliora il suo algoritmo ed ogni volta scopre tutte le nuove tecniche per la manipolazione del posizionamento. Ed ogni volta penalizza chi usa queste tecniche dunque, perché correre il rischio? 

    Quando invece è raccomandabile fare Tiered Link Building e costruire Piramidi di Link

    Ciò però non vuol dire che in questi casi consiglio di usare queste tecniche, ma è altrettanto vero che dipende dal tuo settore e dalla tua strategia di Business. Ragion per cui non sconsiglio di usare le piramidi di link quando si tratta di:

    • Un attività stagionale unica. Ovvero per fare un esempio, se si avvicinano i mondiali e vuoi apparire in prima posizione per chiavi relative a scommesse o contenuti informativi sul mondiale puoi mettere in pratica una strategia di questo tipo in quanto il tuo interesse è scalare le SERP in poco tempo e per un periodo di tempo determinato. Una volta finito il mondiale, anche se Google ti penalizzerà poco importa.
    • Siti satellite. Puoi creare attorno al tuo sito di riferimento tutt’una serie di siti satellite che non indirizzino al sito ma che vendano i tuoi prodotti e servizi. Per tali siti puoi realizzare una strategia di tiered link building ma in ogni caso ti consiglio di non arrivare al terzo livello.

    L’articolo di riferimento da cui nasce questo articolo inserisce anche un altro caso in cui può essere utile costruire una piramide di link. Personalmente non sono convinto di ciò che dice l’autore in questo caso ma per completezza di informazioni condivido il punto.

    • Piccole nicchie di mercato. Laddove possiamo differenziare nicchia e piccola nicchia nel seguente modo:

      Nicchia: “Giocattoli
      Piccola nicchia: “Giocattoli per bambini con meno di 2 anni

    Se la funzione della SEO su una piccola o piccolissima nicchia è quella di posizionare un sito per parole chiave a basso o bassissimo volume di ricerca per poi passare alla keyword nella seguente piccola nicchia, allora la tiered link building può essere idonea a questo caso.

    In definitiva, e cosa fondamentale da tenere a mente, mai utilizzare questa tecnica per progetti a lunga scadenza o siti che sono la nostra fonte principale di ingressi!

    Non tutte le Piramidi di Link sono negative 

    Nei forum e nei gruppi spesso si aprono lunghe controversie a proposito di tiered link building. C’è chi le ama e chi le odia e di conseguenza ci sarà chi sarà totalmente d’accordo con quest’articolo e chi mi odierà per averlo condiviso.

    Nicolás, l’autore dell’articolo a cui mi riferisco, conclude dicendo che tali tecniche possono portare risultati totalmente negativi nel caso in cui non vengano applicate in maniera corretta, però se vengono utilizzate nella forma giusta e rientrando sempre nei canoni della qualità di un link (quindi se anche i link di 3 o 4 livello si mantengono di qualità accettabile) si possono raggiungere risultati molto positivi.

    L’ideale quindi per utilizzare questa tecnica è che tutti i link e quindi tutti i livelli in questione siano di qualità, ovvero che nessuno di questi sia in odore di penalizzazione. Così facendo si può anche raggiungere un posizionamento a largo raggio ed una ottima visibilità del progetto.

    A questo punto mi domando. Ma se costruiamo tutti link di qualità perché mai dovremmo farlo in una piramide di link? Non converrebbe più optare per una strategia di link building ordinaria? Il mio parere è che la tiered link building è utilizzabile (anzi non sconsigliabile) solo nei due casi descritti prima. Voi cosa ne pensate? Avete mai avuto esperienze in questo campo? Se si faccele sapere!

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