• +39 329 26 75 293
  • info@mianonnanonlocapisce.com

Author Archives: Vincenzo Calicchio

assoluzione erri de luca

Assoluzione Erri De Luca: come ha reagito la Rete

Vincenzo Calicchio No Comments



Ne sono convinto, nelle ultime ore chiunque di voi abbia dato un occhiata nei Social ha notato che tutti (ma proprio tutti) hanno condiviso contenuti a proposito dell‘assoluzione di Erri De Luca in merito al processo per le sue dichiarazioni sulla TAV. Che si tratti di un articolo, una foto con citazione o una foto con Erri nel giro di pochi minuti tutti gli utenti della Rete hanno saputo la notizia. 

Sono molto incuriosito ogni qualvolta c’è un effetto di Marketing Virale ed amo studiare come la rete reagisce in merito a notizie di questo tipo, diciamoci la verità tutta Italia è stata ben felice di gridare al mondo la tanto attesa notizia e ciò ha finito per creare un effetto virale come pochi nella storia (del Bel Paese intendo).

Da buon appassionato di web e Social Media la prima cosa che ho fatto è utilizzare alcuni strumenti per verificare cosa (e come) è effettivamente successo. Ragion per cui vi condivido quest’analisi delle reazioni del Web.

Come ha reagito la Rete in merito all’assoluzione di Erri De Luca?

La prima cosa che ho fatto è stato vedere come hanno reagito le persone utilizzando Google Trends ed ho notato che precisamente alle 12:52 di oggi (19 Ottobre 2015) la notizia ha cominciato ad essere virale mentre vediamo il picco massimo della curva alle 13:24. In questa mezz’ora tantissimi italiani hanno effettuato una mole enorme di ricerche per avere informazioni in merito alla notizia. Ma per essere più chiari mi sembra giusto spiegare…

assoluzione erri de luca

Che cos’è Google Trends?

Google Trends è un tool dell’Universo Google che permette di conoscere dati in merito alle ricerche effettuate sul più famoso Motore di ricerca al Mondo dagli utenti del Web. Le query possono essere facilmente targettizzate per:

  • Paese
  • Data ed orario
  • Categoria
  • Piattaforma di ricerca (ricerca Google, Immagini, YouTube, Google News ecc…

Nell’analisi fatta a proposito dell’assoluzione di Erri De Luca ho filtrato per “tutto il mondo” ed “ultimo giorno”. Inoltre è utile sapere come leggere la linea che si vede nel grafico, ovvero:

I numeri rappresentano gli interessi di ricerca rispetto al punto più alto del grafico. Se il 10% massimo delle ricerche per una regione e un periodo di tempo determinati riguardasse il termine “pizza”, verrebbe attribuito il valore 100. Questo valore non corrisponde al volume di ricerca assoluto.

Quindi si tratta di dati relativi e non assoluti. Qui ulteriori informazioni.

La maggior parte delle query arriva ovviamente dall’Italia, seguita dalla Francia (altro paese interessato alla TAV Torino – Lione)

analisi assoluzione erri de luca

Sono rimasto poi molto sorpreso nel constatare che la maggior parte delle ricerche non venga da Napoli (Erri De Luca è partenopeo) ma da Perugia. Questa cosa assolutamente non me la spiego considerando anche l’animo passionale dei Napoletani, ma facilmente nelle prossime ore tale dato potrebbe variare.

assoluzione erri de luca

L’analisi del caso Erri De Luca sugli strumenti di analisi delle voci Sociali

Spostandomi di piattaforma ed analizzando il caso su Topsy scopro che nelle ultime 2 ore (quest’articolo è pubblicato alle ore 16) la notizia è stata ripresa 3851 volte su Twitter (i 2/3 del totale dell’ultima settimana)erri de luca assoluzione

e che l’articolo più condiviso è quello di lancio di Repubblica.

erri de luca repubblica

Quest’ultimo articolo è stato condiviso su Facebook più di 8 mila volte in poco più di 2 ore (molto più bassi sono i dati sugli altri Social) e sono presenti più di 500 commenti sul sito stesso in cui continuano a controbattere persone a favore, persone contro e gli intramontabili “Gomblottisti”.

la repubblica erri de luca

Cosa mi ha sorpreso di più (o forse no)

Ma ammetto che c’è un dato che mi ha sorpreso molto più degli altri. Ovvero nel vedere gli argomenti di tendenza in generale su Google Trends il caso de Luca lo troviamo al 5° posto ma, triste sorpresa, vedete un po che query troviamo al 3°…senza parole!

tendenza google

Conclusioni

Questa è l’analisi a poco più di 2 ore e mezza dalla notizia. La rete ha fatto diventare immediatamente virale l’accaduto e la spiegazione di ciò la troviamo in questo post sulle persone che condividono i contenuti in rete tradotto dal New York Times ad inizio Settembre. A conclusione dell’articolo, tra i fattori chiave evidenziati dal NyT per rendere condivisibile un articolo c’è “dare un senso d’urgenza” (fattore a cui non sono molto affezionato come ribadisco nell’articolo stesso).

Gli Italiani avevano urgenza di urlare al mondo la notizia dell’assoluzione di De Luca…ed è ciò che è successo! E voi avete notato qualche voce della rete in particolare? Cosa ne pensate della reazione del Web in riferimento alla notizia? E’ successo ciò che vi aspettavate?

P.s. Modificherò questo articolo nelle prossime ore e nei prossimi giorni per rendere più completa l’analisi e senza dubbio più corrette le conclusioni.

Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

    La tua email (richiesto)

    Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

     

    tiered link building e piramidi di link

    Tiered Link Building: attenzione alle Piramidi di Link

    Vincenzo Calicchio No Comments



    Nei primi tempi in cui ho cominciato a studiare la SEO ovviamente sono rimasto molto incuriosito dalle tecniche di Black Hat che invece ora ripudio, infatti pur trovandole sempre affascinanti ritengo poco professionale affidare al caso (perché di questo si tratta) i progetti web dei tuoi clienti. Ma ognuno è artefice del proprio destino. Una tecnica al confine tra white hat e black hat è appunto la Tiered Link Building (o Piramidi di Link) di cui lessi per la prima volta in quest’articolo del blogger spagnolo Nicolás Marchal che oggi ho deciso di tradurvi ed integrare con alcune piccole considerazioni personali. Ma andiamo per gradi…

    Che cos’è la Link Building?

    La Link Building, ovvero la costruzione di link di qualità verso la tua pagina web, è uno dei fattori più importanti per il posizionamento nei Motori di Ricerca. Già mi è capitato di scrivere in passato a proposito di link building in un articolo sui fattori da tener presente durante nello sviluppare questa attività, ma c’è da ammetterlo, sta diventando sempre più complicato conseguire link nella maniera adeguata. Google pretende naturalità e grazie all’evoluzione del suo algoritmo si sta avvicinando parecchio a tale obiettivo ovvero una struttura web di contenuti e link assolutamente naturale. Una tecnica SEO (se così può essere definita) invece innaturale è proprio la Piramide di Link.

    Che cos’è la Tiered Link Building?

    Il web è pieno di forum e blog di black hat SEO dove si parla sicuramente con maggiore profondità di come sviluppare tali strategie, anche se la maggior parte sono in inglese (astenersi allergici alla black hat ed adoratori di Matt Cutts). La piramide di link consiste sostanzialmente nel realizzare vari livelli di link nella seguente maniera.

    piramidi di link

    Piramide di link: Livello 1

    Nel primo livello si realizzano verso il nostro sito (quello da posizionare) link in blog, directories o rassegne stampa (di qualità accettabile). Molto importante in questa fase è fare attenzione ai contenuti ragion per cui bisogna lavorare in siti che siano molto relazionati con la nostra tematica e possibilmente con valori accettabili di Domain Authority.

    Altra cosa importante da tenere a mente è che se, per esempio, in ogni pagina insieriamo 5 backlink, non possiamo utilizzarli tutti per indirizzare al nostro sito ed allora dovremmo linkare a 2 o 3 volte anche altri siti di settore rilevanti (che non siano competitors diretti). Se sei invece un fervido credente nella black hat sicuramente realizzerai 5 backlink verso il tuo sito.

    In rispetto, invece, agli articoli valgono le regole di sempre quindi:

    • Contenuti di qualità
    • Estensione minima di 400 parole
    • Contenuto 100% originale
    • Niente traduzioni con Translate
    • Aggiungere immagini, video e contenuti multimediali

    Secondo livello della Piramide di Link

    Qui inizia la parte interessante, che è ovviamente quella che comincia a puzzare di penalizzazione. Una volta che abbiamo terminato  il primo livello dobbiamo creare dei link in questo secondo che indirizzeremo ai siti su cui abbiamo lavorato nella prima fase, ovviamente faremo riferimento a tutti quegli articoli e contenuti che abbiamo realizzato prima (e che dunque linkano al nostro sito).

    Che tipo di Link dobbiamo realizzare in questa fase?

    Bookmark, wiki, o anche blog, commenti nei blog, link in directories, in video di youTube, Vimeo ecc…

    Terzo Livello

    E’ finalmente arrivato il momento dello SPAM puro. In questo livello e nei seguenti, tramite software come Senuke o anche tanti altri rintracciabili per il web, dobbiamo realizzare migliaia e migliaia di link verso il livello 2 (e poi verso il 3, il 4 e così via). Ovviamente si tratta di link della peggiore qualità. Un esempio lo potete vedere qui in basso in riferimento a dei commenti SPAM arrivati sul nostro articolo a proposito della Strategia Social della Pizzeria Ugi’s.

    commenti spam

    Altro aspetto da tener presente nello sviluppare una Piramide di Link o Tiered Link Building è quello degli Anchor text. Bisogna farci molta attenzione, bisogna diversificarli il più possibile così come la stessa regola vale anche per la pagina di atterraggio dei backlink del livello 2, quindi non solo verso la home page ma anche verso categorie di prodotti, articoli ecc…

    Se non ti è ancora ben chiara la struttura di una Piramide di Link condivido anche una immagine dello stesso Nicolás Marchal che dovrebbe renderti più facile la comprensione.

    tiered link building

    Tiered Link Building: perchè non usarla

    Una volta letto ciò sicuramente starai pensando che si tratta di una grande strategia con cui conseguire buoni risultati. Perché costruire una piramide di link dovrebbe far male alla SEO? La risposta è molto facile. La SEO è cambiata molto nel corso degli ultimi anni, tempo fa non era necessario variare l’anchor text, si poteva anche non tener presente il fattore tempo (velocità di conseguimento backlink) o anche il keyword stuffing era considerata una tecnica infallibile. Oggi però, cose così ti rendono passibile ti penalizzazione Google.

    Il fatto che oggi (per quanto ne sappia) le Piramidi di Link non sono direttamente penalizzanti, non vuol dire che Domani continuino ad esserlo giacché è palese che dal terzo livello in poi i link sono un autentica “merda” (scusate il francesismo), contrari ad ogni politica di qualità di Google. Rispondi alla seguente domanda:

    Realizzeresti mai link di terzo livello direttamente verso il tuo sito?

    Penso proprio di no (salvo casi estremi e comunque mai in una strategia a lungo raggio). Ed allora perché mai dovresti utilizzarli per contenuti che ti linkano direttamente? Google ogni volta migliora il suo algoritmo ed ogni volta scopre tutte le nuove tecniche per la manipolazione del posizionamento. Ed ogni volta penalizza chi usa queste tecniche dunque, perché correre il rischio? 

    Quando invece è raccomandabile fare Tiered Link Building e costruire Piramidi di Link

    Ciò però non vuol dire che in questi casi consiglio di usare queste tecniche, ma è altrettanto vero che dipende dal tuo settore e dalla tua strategia di Business. Ragion per cui non sconsiglio di usare le piramidi di link quando si tratta di:

    • Un attività stagionale unica. Ovvero per fare un esempio, se si avvicinano i mondiali e vuoi apparire in prima posizione per chiavi relative a scommesse o contenuti informativi sul mondiale puoi mettere in pratica una strategia di questo tipo in quanto il tuo interesse è scalare le SERP in poco tempo e per un periodo di tempo determinato. Una volta finito il mondiale, anche se Google ti penalizzerà poco importa.
    • Siti satellite. Puoi creare attorno al tuo sito di riferimento tutt’una serie di siti satellite che non indirizzino al sito ma che vendano i tuoi prodotti e servizi. Per tali siti puoi realizzare una strategia di tiered link building ma in ogni caso ti consiglio di non arrivare al terzo livello.

    L’articolo di riferimento da cui nasce questo articolo inserisce anche un altro caso in cui può essere utile costruire una piramide di link. Personalmente non sono convinto di ciò che dice l’autore in questo caso ma per completezza di informazioni condivido il punto.

    • Piccole nicchie di mercato. Laddove possiamo differenziare nicchia e piccola nicchia nel seguente modo:

      Nicchia: “Giocattoli
      Piccola nicchia: “Giocattoli per bambini con meno di 2 anni

    Se la funzione della SEO su una piccola o piccolissima nicchia è quella di posizionare un sito per parole chiave a basso o bassissimo volume di ricerca per poi passare alla keyword nella seguente piccola nicchia, allora la tiered link building può essere idonea a questo caso.

    In definitiva, e cosa fondamentale da tenere a mente, mai utilizzare questa tecnica per progetti a lunga scadenza o siti che sono la nostra fonte principale di ingressi!

    Non tutte le Piramidi di Link sono negative 

    Nei forum e nei gruppi spesso si aprono lunghe controversie a proposito di tiered link building. C’è chi le ama e chi le odia e di conseguenza ci sarà chi sarà totalmente d’accordo con quest’articolo e chi mi odierà per averlo condiviso.

    Nicolás, l’autore dell’articolo a cui mi riferisco, conclude dicendo che tali tecniche possono portare risultati totalmente negativi nel caso in cui non vengano applicate in maniera corretta, però se vengono utilizzate nella forma giusta e rientrando sempre nei canoni della qualità di un link (quindi se anche i link di 3 o 4 livello si mantengono di qualità accettabile) si possono raggiungere risultati molto positivi.

    L’ideale quindi per utilizzare questa tecnica è che tutti i link e quindi tutti i livelli in questione siano di qualità, ovvero che nessuno di questi sia in odore di penalizzazione. Così facendo si può anche raggiungere un posizionamento a largo raggio ed una ottima visibilità del progetto.

    A questo punto mi domando. Ma se costruiamo tutti link di qualità perché mai dovremmo farlo in una piramide di link? Non converrebbe più optare per una strategia di link building ordinaria? Il mio parere è che la tiered link building è utilizzabile (anzi non sconsigliabile) solo nei due casi descritti prima. Voi cosa ne pensate? Avete mai avuto esperienze in questo campo? Se si faccele sapere!

    Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

      La tua email (richiesto)

      Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

       

      neuromarketing ecommerce

      Neuromarketing: 3 principi per migliorare il tuo E-Commerce

      Vincenzo Calicchio No Comments



      Secondo Wikipedia il Neuromarketing consiste nell’applicazione di tecniche appartenenti alla neuroscienza applicate nell’ambito del Marketing. Si, non lo sapevo neanche Io prima di leggere questo articolo sulla rivista Initcoms. Ammetto che la lettura mi ha sconvolto e mi ha aperto un mondo di idee, ragion per cui ho deciso di tradurre l’articolo.

      Che cos’è il Neuromarketing?

      I principi di neuromarketing si basano sull’applicazione della psicologia del comportamento, con l’obiettivo di arrivare a costruire (nel nostro caso) siti web che risultino migliori dal punto di vista dell’esperienza dell’utente e da quello dell’engagement. Quindi ciò su cui va a lavorare il Neuromarketing è il ROI (Return on Investment), contrariamente al Marketing Virale che agisce più sulla quantità delle visite (non certo sulla qualità).

      Il cervello umano processa efficientemente migliaia di decisioni al giorno. Sotto un certo punto di vista siamo stati programmati affinché reagissimo sempre nella stessa maniera a determinati stimoli.

      neuromarketing

      Dove nasce il Neuromarketing: mamma tacchino e il “cip-cip”

      Tutti gli esemplari femmine di tacchino con dei cuccioli hanno l’obiettivo di crescere i proprio figli. Però gli scienziati hanno dimostrato che tale affetto e protezione dipende da un unica variabile ovvero il suono “cip-cip” emesso dai piccoli tacchini. Tutte le altre variabili come l’odore, il tatto, l’apparenza o i movimenti sarebbero dei fattori secondari. Quindi se un piccolo emette un determinato “cip-cip” sua madre lo proteggerà, altrimenti non lo farà ed occasionalmente potrebbe ucciderlo.

      Durante l’esperimento, gli scienziati hanno avvicinato alla madre un furetto finto e logicamente questa lo attaccava, infatti sono nemici naturali. Una volta assunto che mamma tacchino identificava la replica del furetto come un nemico, hanno inserito dentro di questo un dispositivo che emetteva un suono identico al “cip-cip” dei piccoli.

      Ciò che scoprirono è che la madre non solo ora non lo attaccava ma addirittura lo proteggeva collocandolo sotto di lei. Quando il dispositivo  smetteva di suonare, la replica del furetto si convertiva di nuovo in un nemico e la madre tornava ad attaccarlo.

      I biologi hanno dimostrato che questi modi di fare sono presenti in molte specie, tra cui anche gli essere umani. Quindi gli scienziati sono stati capaci di identificare quali sono gli stimoli che attivano questi comportamenti ed il Marketing ha pensato a come trasformarli in valore per le vendite al fine di sedurre i consumatori.

      Sulla base di ciò, ecco i 3 principi di Neuromarketing che puoi facilmente implementare nel tuo sito web per renderlo più persuasivo e migliorare i tassi di conversione.

      3 principi di Neuromarketing per migliorare le conversioni del tuo sito web

      1. Principio di contrasto

      Se entrate in un negozio per comprare un vestito ed una giacca, quale vi mostrerà per primo il venditore? Molti di voi diranno la giacca in quanto dopo aver comprato un vestito (sicuramente più caro) è poco probabile che siate propensi a spendere ancora e comprare anche la giacca.

      Però la realtà è diversa. Molte grandi griffe infatti istruiscono i propri venditori affinché mostrino prima i vestiti più cari. Una giacca di 90 Euro può sembrare cara, però dopo aver comprato un vestito da 800 Euro non sembrerà poi tanto cara.

      Il principio di contrasto dice che le persone sono più predisposte a comprare qualcosa quando ci viene presentata come seconda opzione ad un prezzo più basso rispetto ad una prima soluzione.

      Immagina che vuoi vendere un corso online per 100 euro. Secondo il principio di contrasto avrai più successo se, invece di mostrare all’utente direttamente il corso da 100€, prima gli fai vedere un altro corso ad un prezzo superiore (per esempio a 1000 Euro). Nel caso il visitatore non accetti questa offerta allora un corso da 100€ sarà sicuramente più appetibile

      E, nel caso accetti anche il corso da 1000 Euro, è probabile che compri anche quello da 100 pensando “Se già ho speso 1000€ per un corso, ne spendo un poco di più e me ne compro due”

      neuromarketing principi

       

      1. Principio di Reciprocità

      Se qualcuno ci fa un favore, allora dovremmo farne un altro in cambio. Se qualcun’altro ci fa un regalo di compleanno, ci sentiamo in dovere di fargli un regalo per il suo. Così come se una coppia ci invita ad una festa, dovremmo ricambiare l’invito appena possibile.

      Il riassunto del principio di neuromarketing della reciprocità è che ci sentiamo in dovere di ricompensare qualcuno che ci ha offerto o regalato qualcosa.

      Puoi offrire ai tuoi visitatori delle informazioni esclusive, un ebook, un white paper, insomma qualsiasi cosa apporti valore chiaro ad un utente.

      Il risultato sarà che, in questo modo, il visitatore sarà maggiormente disposto a registrarsi alla nostra newsletter o anche ad acquistare un prodotto o servizio. Se per primo offri qualcosa, il potenziale cliente si sentirà più disposto a darti qualcosa in cambio.

      principi di neuromarketing

      1. Il principio di Scarsità

      Le opportunità sono percepite come qualcosa di maggior valore se hanno una disponibilità limitata. Quando scarseggia qualcosa o ne restano poche unità, la gente sente un senso di urgenza nell’acquistare qualcosa prima che si esaurisca.

      Se l’utente che accede al nostro shop online sa che può riaccedervi in qualsiasi momento per comprare un prodotto, non sentirà alcuna urgenza di effettuare l’acquisto.

      Senza dubbio, se facciamo si che nel nostro eCommere sia visibile il numero di unità rimanenti di ogni prodotto, o mostriamo un avviso quando lo stock diventa inferiore ad un certa quantità, automaticamente creeremo la sensazione di urgenza giacché l’utente o compra il prodotto ora, o potrebbe non trovarlo più disponibile.

      Gli esempi più famosi del web a proposito di questo principio del neuromarketing sono senza dubbio Booking e Ryanair, come si vede dalle immagini in basso.

      neuromarketing scarsità

      scarsità neuromarketing

      Un consiglio a proposito di Neuromarketing

      Hai mai pensato di utilizzare tutti, ma proprio tutti, gli attuali mezzi a disposizione applicando tecniche di Neuromarketing? Non dimenticare mai di utilizzarle anche nella tua strategia social ed addirittura potresti provare ad usarle in una strategia di Whatsapp Marketing! Pensaci e dicci poi com’è andata…

      Cosa sai sul Neuromarketing? ora è il tuo turno

      Sperando che quest’articolo a proposito delle tecniche di neuromarketing vi possa essere in qualche modo utile mi piacerebbe completare il post con il vostro aiuto. Domande? Commenti? Qualcosa che secondo te dovremmo aggiungere o qualcosa a cui non sei d’accordo? Commentacelo!

      Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

        La tua email (richiesto)

        Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

        errori seo comuni

        8 Errori SEO comuni che forse stai commettendo

        Vincenzo Calicchio No Comments


        Senza dubbio la gente comincia ad essere cosciente che una buona strategia di SEO è fondamentale per lo sviluppo del proprio business e quindi sono sempre più coloro che si azzardano a intraprendere azioni per conto proprio. Ed è proprio in questi casi che avvengono i più comuni errori SEO commessi da principianti allo sbaraglio intenti ad applicare tecniche che non solo risultano inefficaci ma che spesso è volentieri sono in odore di penalizzazione.

        oops animated GIF

         

        Ma prima di parlare di quali sono gli errori più comuni per un SEO, diamo una rapida ripassata ad alcuni termini basilari relazionati che possono esserci utili per capire a meglio l’articolo.

        SEO. L’ottimizzazione per i motori di ricerca è il processo con cui si punta a migliorare la visibilità di un progetto online nei risultati organici dei differenti motori di ricerca. Come fa Google a decidere quali pagine mostrare per prime? Tenendo presente oltre 200 fattori di posizionamento come ben riassunti da questo articolo.

        SEM.  La pratica di pagare per annunci nei risultati dei motori di ricerca, il più noto strumento in questo senso è senza dubbio Google Adwords.

        SEO ON PAGE. Ottimizzazione di una pagina web fatta sulla stessa pagina web, sia nei confronti dei motori di ricerca che per migliorare l’esperienza dell’utente. Questa ottimizzazione si centra sul codice di programmazione, l’architettura web, i contenuti ecc…naturalmente in questa fase incontriamo la maggioranza degli errori SEO più comuni.

        SEO OFF PAGE. Azioni messe in pratica fuori dal sito web per migliorare il ranking nei motori di ricerca. Riassumendo consiste nel ricevere link (di qualità) da altri siti web e nel far si che i nostri contenuti vengano condivisi nei social network. Come ricevere questi link? Ciò è il compito della Link Building.

        LINK BUILDING. Consiste nel far si che altre pagine web linkino alla pagina (o alle pagine) del nostro sito che ci interessano. Generalmente fare Link Building consiste nel conseguire link in cambio di qualcosa (denaro, prodotti, menzioni ecc…) ma ciò è solo la base, ci sono da tenere in conto tantissimi fattori.

        Fate attenzione però. La Link Building è una pratica poco ben vista da Google in quanto è qualcosa di artificiale. G infatti non vuole che i link “appaiano” come naturali, bensì vuole che “siano” naturali! Se volessimo seguire tutte le leggi di Google non dovremmo fare Link Building, solo così realmente fuori da ogni possibilità di penalizzazione.

        LINK BAITING. Consiste nel creare contenuti tanto buoni e tanto incredibili da far si che altri soggetti del web vogliamo linkare o condividerli nelle proprie reti. Ciò ovviamente è più facile a dirsi che a farsi! Forse potrà esserti utile questa mini guida al Marketing virale.

        Qui passo un video di Matt Cutts a proposito di Link Building. Quali sono delle buone tecniche per conseguire link?

        Dopo questo ripasso generale, andiamo a vedere ora quali sono gli errori più comuni sulla SEO (che sicuramente anche alcuni pseudo professionista stanno commettendo!).

        Errori SEO comuni

        1. Contenuti duplicati

        Il re degli errori SEO è sicuramente il copiare parti di contenuti di altri siti web. Ciò non sono non aiuta nel raggiungimento del nostro obiettivo ma addirittura pregiudica il posizionamento SEO. Questo è comune specialmente in shop online dove si è soliti copiare direttamente le descrizioni dei prodotti del fabbricante o del fornitore. Ovviamente ciò fa male sia alla tua SEO che a quella del fornitore.

        Il contenuto del tuo sito dev’essere originale ed unico, altrimenti il tuo sito potrebbe essere penalizzato. Naturalmente ciò vale per testi copiati da altri siti web, ma vale anche per contenuti duplicati all’interno stesso del tuo sito!

        2. Non inviare a Google la tua Sitemap aggiornata

        La Sitemap è un riassunto (o mappa) della struttura e dei contenuti del tuo sito. Quando la inviamo a Google tramite la Google Search Console stiamo aiutando Google ad indicizzare più rapidamente e meglio il nostro sito web.

        Naturalmente la nostra sitemap dovrebbe contenere non solo le pagine del nostro portale, ma anche le immagini e qualsiasi altro tipo di elemento che vogliamo Google indicizzi. Se utilizzi wordpress tale compito viene svolto eccellentemente da plugin appositi, su tutti WordPress SEO by Yoast. Altrimenti puoi creare sitemap con strumenti online come questo.

        3. Bloccare parti importanti del tuo sito con il file robots.txt

        Ciò non è tra gli errori SEO più comuni in quanto solitamente i dilettanti non sono a conoscenza del file robots.txt. Questo è un file che si trova alla radice di un sito web ed indica a quali parti del tuo portale non vuoi che accedano i motori di ricerca. Normalmente si utilizza per evitare che Google indicizzi parti private o non importanti alla fine del business (come note legali o privacy policy).

        Un errore molto comune è che il file robots indichi di bloccare tutto il sito web. Ed è solito proporsi perché chi ha sviluppato il sito ha bloccato i contenuti finché non fosse del tutto finalizzato il lavoro dimenticando però di eliminare la direttiva una volta terminato lo sviluppo.

        Ovviamente la combinazione dell’errore 2 (mancato invio sitemap) con questo errore è catastrofica!

        4. Non utilizzare il Google Webmaster Tools

        Google Webmaster Tools è un servizio gratuito di Google per webmaster che, tra le altre cose, permette di:

        • Tenere sott’occhio lo stato di indicizzazione del sito.
        • Ottimizzare la visibilità.
        • Rendersi conto di qualsiasi tipo di problema.

        Attraverso il Google webmaster tools saremo avvisati di qualsiasi problema o errore trovato durante l’indicizzazione del nostro sito: contenuti duplicati, meta description e meta title troppo lunghi, link rotti ecc…

        5. Creare contenuti solo per riempire il sito

        Creare contenuti unicamente per creare contenuti non solo consumerà una parte importante del tuo tempo, ma addirittura pregiudicherà il tuo posizionamento in quanto uno dei fattori di posizionamento che Google tiene in conto è il comportamento dell’utente, ragion per cui devi creare contenuti che siano effettivamente utili a chi arriva sul tuo sito, possibilmente tanto utili da indurre alla condivisione.

        Se un utente arriva al tuo portale, legge tutto un articolo ed attraverso un link legge un altro articolo ancora e quindi rimane molto tempo nel sito, Google lo interpreta come sintomo che i tuoi contenuti siano effettivamente di qualità e ciò è oro colato per il posizionamento!

        Se al contrario gli utenti arrivano sul nostro articolo e lo abbandonano dopo pochi secondi (ciò è visibile dal tasso di rimbalzo del sito), Google capisce che il contenuto è di scarsa qualità e non è ciò che il visitatore si aspettava. Questo è ovviamente è pessimo per il posizionamento.

        6. Avere dei dead link

        I link in un sito si possono dividere in:

        • Link interni. Link ad altre pagine del nostro stesso sito.
        • Link esterni. Link a pagine di altri siti.

        Che si trattino di link interni o esterni, assicurati che il tuo sito web non contenga broken link (o dead link) e tanto meno i famosi errori 404. In quest’ultimo caso dovrai lavorare alle redirection 301 come ben consiglia questa guida.

        Puoi comprovare che il tuo sito abbia errori 404 e dead link attraverso il Google Webmaster tools o anche tramite svariati strumenti free.

        7. Ripetere troppe volte la keyword

        Tale tecnica SEO è completamente passata di moda ed è nota come Keyword stuffing. Ed è forse l’errore SEO più diffuso tra i principianti allo sbaraglio. Si, bisogna utilizzare le keywords, ma in maniera assolutamente naturale e senza sovra-ottimizzare.

        Invece di ripetere la parola chiave tantissime volte nell’articolo, utilizza quindi sinonimi e termini in qualche modo relazionati. Così facendo il tuo articolo sarà molto più leggibile e chiaro agli utenti ed inoltre sarà ottimizzato in maniera migliore per i motori di ricerca.

        8. Non utilizzare link interni per i tuoi articoli

        I tuoi articolo devono contenere link verso altri articoli del tuo stesso sito web, la risposta di ciò è sempre in riferimento a ciò che abbiamo detto prima sul tasso di rimbalzo.

        Questi link interni, non solo sono utili per il lettore giacché può continuare ad informarsi ed approfondire l’argomento di cui sta leggendo, ma appunto fanno aumentare il tasso di permanenza nel sito. Quindi far si che i tuoi contenuti siano intrecciati tra loro, in maniera logica, rinforza (e non poco) il posizionamento del tuo sito.

        Quali altri errori SEO comuni conosci che non sono presenti nell’articolo?

        Senza dubbio ci sono ancora tantissimi errori SEO che potrebbero essere aggiunti alla lista, quindi se qualcuno lo consideri davvero importante e credi dovrebbe apparire sarei felice di leggerlo nel commenti e di aggiungerlo nell’articolo.

        Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

          La tua email (richiesto)

          Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

           

          crowdfunding giardino minerva salerno

          Crowdfunding a Salerno: salviamo l’affresco del Giardino della Minerva

          Vincenzo Calicchio No Comments



          Anno solare 2015, un anno che sarà ricordato per tante cose come gli avvenimenti di Charlie Hebdo, la Guerra in Siria, la riapertura di un consolato USA a Cuba o per il referendum in Grecia promosso da Tsipras. Ma tornando su scala cittadina sarà un anno da ricordare in quanto finalmente anche il Crowdfunding è arrivato a Salerno, e ad accorgersene per primi è stato proprio chi gestisce uno dei gioielli più importanti della Città: il Giardino della Minerva.

          agenzie pubblicità salerno

          Giardino della Minerva, uno degli angoli più belli.

          Cos’è il Crowdfunding?

          Il Crowdfunding è una metodologia di finanziamento collettiva propria del web. Attraverso piattaforme virtuali che abilitano la diffusione di apporti economici da parte degli utenti, si permette a progetti di varia natura che mai conseguirebbero fondi in maniera tradizionale (banche, sussidi ecc…) di vedere la luce.

          Come funziona il Crowdfunding?

          Il meccanismo di finanziamento attraverso il crowdfunding si articola nei seguenti step:

          1. Pubblicare l’Idea: chiunque abbia un progetto (che sia di lavoro, d’impresa, artistico, di vita ecc…) lo presenta su una delle piattaforme a disposizione, tra le più famose ci sono Kickstarter (da qualche mese attivo in Italia) ed Eppela. In tale maniera le persone possono informarsi su tali progetti, farsene un idea ed eventualmente finanziarli con offerte che possono essere anche minime. La piattaforma utilizzata per la campagna del Giardino della Minerva è la napoletana Derev. Ovviamente ogni piattaforma è specializzata in determinate tipologia di progetti.
          2. Decidere Tempo ed Obiettivi: per finanziare un progetto in maniera collettiva è necessario  stabilire il monte di denaro obiettivo ed il tempo in cui lo si vuole raggiungere (tempo in cui la campagna sarà attiva).
          3. Decidere le ricompense: c’è da decidere anche i premi da dare per qualsiasi ammontare di finanziamento (sia per gli ammontari minimi che per quelli più importanti). Tali ricompense possono andare da un semplice grazie, ad una copia del prodotto che si sta finanziando, o un biglietto del cinema per il film che si farà grazie al tuo contributo ecc…
          4. La diffusione: una parte importante di questo processo è la diffusione dell’idea, in ciò ovviamente i social network sono fondamentali. Ciò che bisogna fare è condividere il più possibile la notizia in reti sociali, blog, portali, mail ecc….in tanti casi può essere fondamentale anche il fissare un budget da investire per la promozione del progetto, ed è ciò che stanno facendo al Giardino.
          5. La chiusura della campagna: se questa non raggiunge l’obiettivo non succede nulla ed il denaro donato tornerà ai donatori, se si raggiunge l’obiettivo si riceve il denaro per sviluppare l’idea e la piattaforma prenderà una percentuale sul totale. Ci sono anche casi di campagne in cui, anche se non si raggiunge l’obiettivo il promotore decide comunque di prendere il denaro ed è il caso della campagna del Giardino della Minerva (come da foto).
          crowdfunding giardino minerva

          Il Giardino della Minerva ha optato per una campagna “Keep it all”

          Un esempio di Crowfunding di successo

          Un telescopio spaziale: nato nel 2013, Arkyd è stato il primo oggetto finanziato tramite Crowdfunding ad andare nello spazio, partito a Giugno del 2015 renderà fruibile al grande pubblico l’osservazione dell’Universo. Solo un dato…l’obiettivo raggiunto dalla campagna ha superato il milione e mezzo di dollari!

          Il Crowdfunding al Giardino della Minerva

          Ma veniamo alla campagna organizzata dal Giardino della Minerva. L’obiettivo degli organizzatori (nella persona di Luciano Mauro, il direttore del sito) è quello di salvare e rendere fruibile un affresco del XVIII secolo situato all’ingresso dello storico Giardino, ad oggi in pessime condizioni.

          crowdfunding salerno

          L’affresco da restaurare grazie al Crowdfunding.

          La ditta che si occuperà (o potrebbe occuparsi) dei lavori ha preventivato un costo di 15.229,005 Euro, compreso di IVA al 10%. Ed infatti tale è l’obiettivo di finanziamento della campagna (forse non hanno tenuto conto della percentuale da dare a Derev?) e ad oggi ci sono 6 finanziatori per 162 Euro totali raccolti. Al termine della campagna mancano 71 giorni.

          Quindi Salernitani…diamoci una mossa e diamo una mano al gioiello del nostro Centro Storico!

          Questo è il sistema di ricompense:

          • Per un offerta di 6 Euro è previsto un ingresso gratuito al giardino.
          • Per 10 Euro sono previsti una tisana presso l’ottima tisaneria della struttura ed un ingresso.
          • Per 40 Euro c’è un abbonamento annuale al Giardino.
          • Per 100 Euro una visita guidata tenuta dallo stesso Luciano Mauro per un massimo di 30 persone (quindi tale ricompensa è pensata appositamente per gruppi).

          La reazione dei Salernitani

          Ma come hanno reagito i salernitani a questa proposta del Giardino della Minerva? Beh dirlo è presto in quanto la campagna è attiva da pochissimi giorni. In ogni caso il post di annuncio ha avuto un boom di like e condivisioni e questo lascia ben sperare per il prosieguo, anche se non manca chi non ha potuto fare a meno di polemizzare.

          reazioni crowfunding

          reazioni crowdfunding

          La colpa ovviamente non è di queste persone che probabilmente non conoscono il crowfunding, non conoscono le sue immense potenzialità e quindi lo scambiano per elemosina. Ricorre spesso la frase “perché non lo fa il comune?“, beh a mio modesto parere il crowdfunding è il miglior modo per liberarsi di questo giogo che è il soggetto pubblico in Italia. Basta aspettare…cominciamo a prenderci cura di ciò che è nostro!

          E devo dire che il gestore della pagina del Giardino della Minerva è sempre stato sul pezzo con risposte all’altezza come la seguente. Bravi!!

          facebook-giardino-minerva-salerno

          Alcuni consigli per la campagna di Crowdfunding del Giardino della Minerva

          Naturalmente tutti speriamo che l’affresco venga recuperato e benché ad oggi l’ammontare raccolto sia ancora basso siamo convinti della riuscita della campagna. Mi permetto, qualora possa dare qualche spunto, di dare qualche consiglio per l’ottimizzazione del progetto.

          • Abbassare la ricompensa più bassa da 6 a 3 euro sottolineando il fatto che si tratta dell’effettivo prezzo d’ingresso al Giardino. Ovviamente il premio dovrebbe essere un ingresso free.
          • Per quanto riguarda la ricompensa da 100 Euro coinvolgere le Scuole. Sarebbe una bella occasione per tutti di avvicinare i più piccoli alla storia di Salerno e fargli conoscere ciò che è oramai una realtà, ovvero il Crowdfunding che se già per noi grandi è la rivoluzione, darà a loro enormi possibilità in futuro!
          • Considerare per l’obiettivo finale anche la percentuale sul totale da dare alla piattaforma. Come stanno ora le cose infatti anche ad obiettivo raggiunto mancherebbe qualcosina per soddisfare il preventivo.
          • Lasciamo parola a voi…qualcuno ha altre idee? Come si può migliorare tale campagna? commentate ed informeremo l’Ente Giardino di tali proposte!

          Conclusioni e riferimenti

          Per chiunque volesse avere maggiori informazioni sulla campagna lasciamo il riferimento web:

          www.derev.com/it/giardinodellaminerva

          Mi raccomando commentate, condividete, avvisate parenti ed amici ma soprattutto mettete mano al portafogli così da diventare dei veri e propri mecenati!

          Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

            La tua email (richiesto)

            Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

            google my business guida

            Google My Business: SEO per dare visibilità al tuo Business Locale

            Vincenzo Calicchio No Comments



            Se hai un business locale ed ancora non conosci Google My Business ora è il momento giusto per fare una buona attività di Local SEO ed avere quindi maggiore visibilità su base locale. Ma partiamo dalle basi, di cosa hai bisogno per posizionare localmente la tua attività?

            • Una pagina web
            • Una mail Gmail
            • Un profilo in Google My Business

            Se hai solo i primi due puoi accedere alla pagina di My Business a questo link. Una volta che hai finito di leggere questo articolo, se seguirai tutti i miei consigli, i tuoi clienti ti troveranno molto più facilmente, in una massimo due settimane di tempo!

            Ci sono dei piccoli requisiti per raggiungere quest’obiettivo:

            • Che il tuo settore di riferimento non abbia una forte concorrenza online;
            • Che la tua città non sia Milano, Roma, Napoli o Torino (insomma una grande città/metropoli). In questi casi non ti prometto nulla, in quanto ci sarebbero da fare operazioni più mirate e specifiche.

            C’è tanto da dire in merito a Google My Business ragion per cui ho diviso l’articolo il 4 parti.

            Indice:

            1. Introduzione alla SEO Locale – Aiutati con Google My Business.
            2. Come registrarti a GMB?
            3. Fattori che influenzano la Local SEO
            4. Trucchi di Local SEO

            Si ma prima di tutto, Sai cosa è Google My Business?

            Cosa è Google My Business?

            Google My Business è una piattaforma attraverso la quale le attività locali (negozi, uffici, ristoranti, pizzerie ecc…) si vincolano con il territorio in cui operano. Se ancora continui a non capire a cosa mi stia riferendo ti condivido uno screenshot di una pagina esempio:

            google my business

            query: Pizzerie Salerno

            Come vedi, i primi risultati in SERP per keyword locali sono sempre tabelle con i profili Google My Business delle attività di settore. Approfondendo troviamo questa pagina in cui è possibile trovare:

            • Le pizzerie più vicine a te, nel momento della tua ricerca;
            • Le recensioni dei clienti di queste pizzerie;
            • Le pizzerie con i voti maggiori;
            • Ogni riferimento sull’attività in questione come orari, telefono, indirizzo, ecc.
            google my business

            query: Pizzeria Resilienza Salerno

            Inoltre per ogni attività che ha e cura un profilo in My Business per query specifiche vengono mostrate tabelle come questa riferita a questa famosa pizzeria di Salerno, in cui troviamo:

            • Foto
            • Mappa
            • Street view di indirizzo
            • Possibilità di indicazioni stradali specifiche
            • Voto totale dei clienti
            • Breve descrizione dell’attività
            • Indirizzo stradale
            • Telefono
            • Orari di apertura e relativo stato al momento della ricerca (Aperto/Chiuso)
            • Grafico a barre per orari e giorni in cui l’attività è maggiormente frequentata
            • Recensioni clienti

            Insomma un po’ come se un intero sito con tutte queste informazioni fosse racchiuso in una tabella!

            Vantaggi di Google My Business e della SEO Locale

            Dando uno sguardo agli esempi riportati prima, Google mette a disposizione:

            • Una ricerca più indirizzata alla conversione giacché alla query è direttamente collegata la localizzazione esatta del negozio ed il numero di telefono;
            • La possibilità di geolocalizzare foto di qualità del tuo negozio, questo per dare una visibilità maggiore e facilitare la ricerca;
            • Un valido strumento di conversazione e feedback con i clienti: ad ogni recensione, sia questa positiva o negativa, c’è la possibilità di rispondere per il proprietario dell’attività;
            • Tantissime statistiche, in riferimento alla pagina del business;
            • Un validissimo strumento di SEO che permette alle attività locali di essere competitive in chiave locale e non trovarsi a combattere contro dei veri “titani” (così per la query “pizzerie” non troviamo colossi come “PizzaHut” ma la pizzeria sotto casa).
            • Raddoppiare la possibilità di essere trovati facilmente, dunque non più solo nella SERP organica.
            statistiche google my business

            Statistiche di Google My Business

             

            Info-grafica: Vantaggi di Google My Business per la Local SEO

            vantaggi goole my business

            I 6 vantaggi di Google My Business

             

            Gli strumenti che offre Google My Business

            • Google+: oltre ad essere un Social Network, G+ aiuterà a posizionare più rapidamente il tuo sito ed a migliorare la tua visibilità per la Local SEO;
            • Insights: una volta che hai verificato la tua attività potrai accedere alle statistiche del tuo profilo e da qui monitorare la tua visibilità, la tipologia di tuoi utenti e l’engagement di riferimento;
            • Google Analytics:  ti offre un link diretto a tutti i dati di Google Analytics;
            • Hangout: ti permette di realizzare facilmente conferenze online con tutti gli altri utenti della rete di Google;
            • Reviews: attraverso questa finestra potrai monitorare ed amministrate tutte le recensioni avute dai clienti. Questo è molto importante in quanto tali messaggi sono pubblici, quindi leggibili da ogni tuo potenziale cliente.

            Introduzione alla Local SEO – Aiutati con Google My Business

            Tutti i risultati di attività commerciali che vedi su Google Maps non sono il risultato di una magia o del funzionamento dell’Algoritmo di Google, bensì sono i risultati di una, anzi tantissime, strategie di SEO Locale.

            Bene, in questa parte dell’articolo ti spiegherò come aprire un profilo in Google My Business (le fondamenta per la SEO Locale) e come far si che questa scheda GMD appaia delle ricerche con keyword a carattere geografico ristretto. Però, prima di tutto, consiglio la visione di questa breve video introduzione.

            Come registrarsi su Google My Business?

            1. Profilo in Google: la prima cosa da fare, ed è imprescindibile, è aprirsi un profilo nella rete di prodotto Google (innanzitutto Gmail);
            2. Accedi alla pagina www.google.com/business e seleziona “Inizia ora” per registrare il profilo della tua attività locale;
            3. Cerca la tua impresa nella mappa:
              – Se appare, selezionala e chiedi i diritti di amministrazione;
              – Se non appare, vai in “Aggiungi la tua attività” ed inserisci tutti i dati che GMB stesso ti chiede e scegliendo bene tra i diversi tipi di Business proposti;
            4. Verifica la tua impresa: Google invierà (dopo la tua effettiva richiesta) un codice all’indirizzo postale che hai inserito. La cartolina arriverà in 1 massimo 2 settimane ed una volta inserito tale codice nel profilo GMB della tua impresa l’iscrizione è completata;
            5. Completa il tuo profilo: fai una verifica in query e completa nei dettagli descrizione e tutte le informazioni richieste. Raccomando di seguire le istruzioni in Trucchi di Local SEO che trovi più in basso in questo articolo.

            Fattori che influenzano la SEO Locale

            Coerenza dei dati

            Naturalmente la coerenza dei dati non si riferisce solo al fatto che i dati che inserisci debbano avere un senso, ma questi devono anche essere esattamente identici a quelli che appaiono nel tuo sito ed in tutti i Social Network e directories in cui hai registrato la tua impresa.  Ti consiglio quindi di non dimenticare MAI di inserire:

            • Nome esatto dell’impresa
            • Indirizzo postale
            • Codice Postale
            • Numero di Telefono
            • E-mail

            Numero di attività simili in Google My Business

            La quantità di attività identiche o simili che già sono registrate in GMB influisce senza dubbio nella lista di imprese che appaiono per ogni ricerca, tenendo presente sempre che i primi ad apparire sono quelli con una votazione più alta ed i più vicini geograficamente.

            Rilevanza della localizzazione nella Local SEO

            La rilevanza della localizzazione per la tipologia di attività è forse un fattore chiave per la SEO a carattere locale. Questo fa si che Google terrà in conto di:

            • Recensioni e voto delle attività;
            • Categoria in cui l’attività è stata inserita!

            Questo è facilmente dimostrabile verificando che per determinate query ad apparire nelle prime posizioni sono le imprese con migliori feedback, questo a discapito di quelle localizzate più vicine mentre per altre query Google da più importanza al fattore geografico. Si può quindi affermare che l’algoritmo distingue se la vicinanza o meno è rilevante al fine della ricerca che si sta effettuando. Cerco di spiegarmi meglio con un esempio:

            • Per una Web Agency non è importante se questa sia vicina o lontana al luogo di riferimento della ricerca, questo perché l’utente è interessato a sapere unicamente come la stessa lavora e cosa ne pensano i suoi clienti passati (attraverso le recensioni);

            Contrariamente al primo caso Google sa molto bene che, se stiamo cercando una Farmacia, il fattore della localizzazione diventa fondamentale, ragion per cui farà apparire sempre prima le farmacia più vicine alla nostra posizione!

            fattori seo locale

            Query: Farmacie Salerno

            Le recensioni della tua attività

            I feedback del tuo business sono vitali per la SEO Locale. Se vogliamo occupare le famose e tanto ricercate “prime posizioni” e quindi ricevere più visite è necessario che il nostro voto medio delle recensioni sia tra le 4 e 5 stelle.

            Cosa ci darà un buon punteggio?

            Maggiore visibilità e quindi un maggior CTR, soprattutto nel caso in cui le altre imprese del settore non abbiamo tali recensioni;

            • Maggior rilevanza per Google,anche in chiave SERP organica.

            Affinché la tua attività cominci ad apparire nei risultati (con annesse stelline) è necessario che si abbiano almeno 5 recensioni. Se vuoi conoscere qualche trucchetto per ottenere un voto maggiore e migliore, te lo dico dopo, più in basso in questo articolo!

            Riferimenti in directories locali e di settore

            Possedere dei link in pagine con alto PA fa bene tanto alla SEO “normale”, quanto a quella Locale. Questo fattore farà capire a Google e al suo Algoritmo che la nostra attività ha rilevanza e non è fittizia (giacché le attività di puro SPAM solitamente non sono iscritte a portali o Reti Sociali).

            Vi lascio qui alcuni tra le maggiori directories a carattere Locale:

            Autorità della nostra attività in Rete

            Data la grande rilevanza dei Social Network non solo come mezzo di comunicazione, Google oggi più che mai avvalora l’autorità che il tuo business ha in rete in termini di followers, fans, likes, +1, ecc. L’Algoritmo G considera positivi segnali di questo tipo, migliorando il tuo ranking su scala Locale (e non solo) e dandoti maggiore possibilità di visualizzazione nelle ricerche organiche ed in Google Maps.

            Altro punto importante da tenere in conto è la presenza (o meno) nel Social preferito da Google ovvero Google Plus. Pubblicare, interagire, condividere ed essere condivisi su G+ , oltre che commentare e essere commentati, aiuterà senza l’ottimizzazione in chiave di Motori di Ricerca.

            Autorità del dominio

            L’autorità del dominio è un altro punto che Google tiene in conto. Google infatti preferirà sempre, o almeno darà qualche punto in più, a tutti quei domini considerati autorevoli. Come fare per aumentare la tua Domani authority? Ti consiglio di seguire questa semplice guida:

            Recensioni in altri portali

            I portali di feedback e recensioni sono un altro fattore da tenere in conto, giacché sono un modo per confermare a Google la veridicità di ciò che si dice nei prodotti della sua rete. Approfitto di questo argomento specifico per suggerire (anzi intimare!) di non comprare mai recensioni di alcun tipo, infatti nel momento in cui Google se ne accorge si diventa passibili di penalizzazione (pratica che accade praticamente ogni giorno e ad ogni aggiornamento dell’Algoritmo).

            Alcuni tra questi portali sono:

             

            fattori local seo

            Infografia: 8 Fattori che influenzano la Local SEO

             

            Trucchi di Local SEO

            SEO Locale nel tuo profilo di Google My Business

            La configurazione dei seguenti elementi dev’essere perfetta, per apparire nelle ricerche locali di Google:

            • NAP (Name, address, phone)

            Usa lo stesso nome, indirizzo e numero di telefono. Se puoi copiali direttamente dalla pagina web perché l’ideale è che sia tutto esattamente lo stesso. Fai questo sempre, sia per GMB, sia per G+ che per gli altri portali su cui sei presente con la tua attività.

            • Categorie

            Riempi le categorie. E’ importante inserirne almeno 3 diverse, ovviamente sempre pertinenti all’ambito della tua attività.

            • Orari

            Sempre devono essere riempiti per intero. Google considera fondamentale quest’informazione, questo per dare valore e migliorare sempre il servizio ai suoi utenti.

            • Immagini

            A Google piacciono le immagini, ancor di più quelle originali e di impresa. In questa sezione caricarne 5 va più che bene, più avanti parlerò di alcuni trucchetti sulle immagini che è importante che tu conosca!

            • Presentazione

            Una presentazione lunga tra le 200 e le 300 parole che spieghi alla perfezione a cosa si dedica la tua attività, senza dimenticare di inserire le parole chiave per cui si vuole esser trovati e ricercati. Contrariamente a ciò che è il pensiero comune, Google tiene molto in considerazione il fatto che la descrizione d’impresa coincida precisamente con quella del quadro generale di Google stesso.

            google my business

            Pagina di Mia Nonna non lo capisce in Google My Business

            Trucchi di Local SEO con immagini

            Bisogna fare molta attenzione alle immagini che carichi in Google. Solitamente tutti pensano che non sia un fattore importante, invece questa pratica può darti dei punti in più, che possono fare la differenza contro la tua concorrenza! Ecco alcuni di questi trucchi:

            • Una buona pratica è quella di cambiare il nome di questa immagine. Ed ovviamente andremo a mettere come nome la o le parole chiave per cui ci interessa posizionarci localmente. Non ripetere sempre le stesse parole e se puoi inserisci un nome correlato al contenuto che vai ad inserire;
            • Prima di caricare una foto geo-localizzala. Come? Con strumenti online come GeoImgrche è molto facile da usare:
              – Carica l’immagine che vuoi geo-localizzare;
              – Segnala nella mappa la sua localizzazione;
              – Scarica l’immagine geolocalizzata e caricala in Google My Business!

            Consiglio di ripetere ciò anche per le immagini chiave del sito web dell’attività. Questa pratica è molto efficace in termini di ottimizzazione Locale, quindi non dimenticare mai di effettuarla!

            Trucchi di Local SEO On Page

            Ripeti sempre la tua città e provincia! Questo affinché, a Google e alla sua utenza, risulti molto chiaro dov’è la tua attività e che questa appaia nelle ricerche locali. Fai in modo che questa appaia in:

            • Meta Titolo: è più che raccomandabile inserire la città o la provincia alla fine o ancora meglio all’inizio del titolo. Già solo grazie a ciò sarà possibile apparire nelle SERP a carattere locale. Se per esempio gestisci una pizzeria dovrai scrivere in questo modo: Meta Titolo: Pizzeria Salerno – Nome pizzeria;
            • Meta description: Suggerisco che questa sia uguale alla descrizione in Google My Business;
            • Nella URL: questa pratica moltiplicherà tantissimo la tua forza in chiave locale, ma fallo solo se effettivamente la tua attività ed i tuoi clienti sono vincolati al 100% al territorio (ad esempio: SI per un bar, NO per una web agency);
            • Nei contenuti: questo renderà ancora più coerente il tutto;
            • Nel testo Alt delle immagini: questo è un fattore che in pochi tengono in conto ed ottimizzano.

            Le recensioni aiutano la tua SEO Locale

            Un altro buon trucco per fare Local SEO è quello di conseguire buoni feedback dai clienti, infatti a partire dalla quinta recensione, queste cominceranno ad apparire nel nostro profilo GMB. Naturalmente questo plus ci darà visibilità e migliorerà di molto il nostro CTR. Dunque, come ricevere più recensioni e migliorare la nostra media?

            • Incentivi o sconti personalizzati a coloro che lasciano un feedback sulla tua pagina GMB;
            • Aggiungere link in posti visibili, affinché nel momento in cui un cliente ritorni sul sito si ricordi di lasciare il suo parere e la sua esperienza;
            • Inviare e-mail nel post acquisto, chiedendo di lasciare una recensione!

            Non dimenticare mai di rispondere alle recensioni! (soprattutto a quelle negative…)

            Come aumentare tale traffico?

            • Social Network: condividi la URL di Google+ sui tuoi Social;
            • Pubblicazioni: pubblica ogni giorno, commenta altri profili e partecipa ogni giorno alle community di settore;
            • Followers: quanti più followers hai tanta più rilevanza avrai per Google.
              • Segui altre imprese e fai in modo che queste ti seguano;
              • Condividi il profilo di G+ nel tuo sito affinché sia facilmente raggiungibile dai tuoi visitatori.

            Evidenziatore di dati per imprese locali

            Se hai accesso alla tua pagina di Google Webmaster Tools ti raccomando l’utilizzo dell’Evidenziatore di Dati. A questi potrai accedere dalla sezione “Aspetto nella ricerca” una volta dentro, devi “dire” a Google che l’informazione da porre in risalto è quella di impresa locale, così facendo la tua attività sarà più facilmente riconosciuta.

            Qui ti lascio un video esplicativo che spiega facilmente come evidenziare i dati nella tua pagina web:

            Segmentazione internazionale GoogleWebmaster tools

            Altro trucco per la Local SEO, sempre se hai accesso al Webmaster Tools, è l’orientazione del tuo sito. Naturalmente se il tuo dominio e .it / .es / .co.uk / ecc. non avrai bisogno di questa pratica in quanto questa informazione è già presente nel dominio. In caso contrario invece devi specificarla così:

            • Andare nella sezione “traffico di ricerca” / “targeting internazionale
            • Indicare a Google il paese verso cui è orientato il nostro sito.
            targeting internazionale google

            Google Webmaster tools / Traffico di Ricerca / Targeting Internazionale

            Conclusioni

            Spero che questa lunga guida all’utilizzo di Google My Business sia stata in qualche modo utile. Se gestite un attività locale e volete un consiglio andate immediatamente ad aprirvi un nuovo profilo! Siete d’accordo con quello che avete appena letto? Conoscete altri trucchi per la Local SEO? Se si vi prego di commentare… condividere è bello!

            Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio… condividi ed iscriviti alla nostra Newsletter!

              La tua email (richiesto)

              Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

              foto su instagram

              Foto su Instagram: quello che non ti mostrano

              Vincenzo Calicchio No Comments



              Realizzare correttamente quella determinata postura di Yoga necessita di ore ed ore di Yoga…oppure dell’aiuto di una buona amica che ci trattenga le gambe per non farci rotolare a terra! L’importante è fare i fighi con le nostre foto su Instagram. Ragion per cui “Internet” ha inventato migliaia di strumenti per ritagliare e modificare foto…se non per questa ragione allora perché? Perché lasciare che la realtà rovini un ottima foto?

              In Thailandia a mostrare la verità ci ha pensato, a quanto apprendo da quest’articolo di Bored Panda,  la fotografa Chompoo Baritone che ha fatto sua la battaglia contro lo “Spararsi le pose” con una serie di immagini in cui svela ciò che realmente si nasconde dietro molte di queste.

              Le foto di Chompoo si sommano ad altre foto, come queste di Barbie Hipster, che prendono di mira proprio il ritrovarsi in Instagram (se nei social in generale) a rincorrere stereotipi e mostrare il lato migliore di se che spesso e volentieri neanche esiste.

              Non so se si evince dall’articolo ma non sono un simpatizzante di questo social network e delle foto su Instagram in generale. Questo è solo il primo di tanti articoli in cui ne parlo male anche se spero vivamente in qualcuno che mi faccia cambiare idea. Tu cosa ne pensi? Lo trovi realmente utile? Pensi che ne sia un reale bisogno? La mia risposta penso sia facile da intuire!

              slowlife6

              slowlife1

              slowlife4slowlife5

              slowlife3

              slowlife2

              Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

                La tua email (richiesto)

                Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

                marketing virale

                Marketing Virale tra Strategia e Spontaneità: il caso di “Sono Giapponese”

                Vincenzo Calicchio No Comments



                “Traffico” è una delle parole cruciali in materia di Online Marketing. Senza traffico web e visite alla nostre pagine è tutto inutile, anche se abbiamo i contenuti migliori, i prodotti migliori o il sito più bello di tutti i nostri competitor. Sarebbe come avere un negozio in un centro commerciale abbandonato… ma il Marketing Virale può venire in nostro soccorso!

                Decidendo di elaborare un buon piano ed entrare in azione, potrete generare grandi quantità di traffico e visite. Gli strumenti ed i metodi a disposizione sono gli stessi per tutti, l’unica differenza sta nella vostra creatività. Ciò che rappresenta allo stesso tempo uno dei migliori risultati ottenibili e un elemento propulsivo della vostra attività è il Marketing Virale, che possiamo definire come:

                L’uso di tecniche di marketing online che vengono impiegate affinché una campagna, un prodotto o un’informazione si propaghi attraverso i social network, nei forum, nei blog e in tutti gli altri canali di comunicazione, in modo da creare una reazione a catena che faccia espandere rapidamente il messaggio. 

                Il marketing virale aiuta a generare traffico e presenta anche eccellenti benefici in termini di branding, giacché il marchio che diffonde il messaggio sarà esposto a migliaia, milioni di visualizzazioni.

                Esempio di Marketing Virale – Blendtec Blender

                Uno dei casi di marketing virale che ha avuto più successo nel web è stata la campagna realizzata da Blendtec, una impresa statunitense (ad oggi forse la più famosa) che vende frullatori.

                Per dimostrare il potere dei loro prodotti (specialmente il Total Blender) hanno caricato in Youtube video in cui il fondatore dell’impresa Tom Dickson frulla differenti prodotti di ogni tipo, dal cibo ad oggetti elettronici ecc….

                Il loro canale conta più di 700 mila iscritti e le visualizzazioni totali hanno superato i 300 milioni…e ciò senza dubbio ha aiutato sia il branding che la vendita di frullatori!

                Qui il video in cui vengono frullati l’iPhone 5c ed il 5s (rammaricato per gli Apple-dipendenti!)

                Strategia di Marketing Virale in Internet

                In questo articolo vedremo alcune delle principali modalità in cui si può mettere in pratica una strategia virale nel web. Alcuni implicano lo spendere soldi e tempo, altre solo tempo.

                Considero il Marketing virale come una serie di strumenti e tecniche che funzionano se messe in pratica tutte insieme. Non si tratta, quindi, di strategie isolate o individuali da eseguire una sola volta, ma di tutto un sistema che si aiuta e si alimenta in se stesso affinché la campagna può esser considerata di successo. .

                Video marketing

                I video sono una forma eccellente di creare e condividere contenuti in Internet, soprattutto se stiamo parlando di video divertenti, che intrattengono. Conosciamo bene i tanti casi di video virali che riescono ad avere milioni di visite, e ce ne sono in tutti i settori, per tutti i temi e non sempre “volontari”.

                 Consigli di video marketing

                • Video per intrattenimento.  Più i video sono divertenti, più piaceranno alle persone e più saranno condivisi. Nessuno condivide un video noioso!
                • Durata perfetta. I video non devono essere troppo lunghi ma nemmeno troppo corti, devono avere una durata tra 1 e 3 minuti in linea generale, ma ovviamente tutto dipende da settore, nicchia di mercato e messaggio da trasmettere.
                • Requisiti. Non c’è bisogno di essere registi per creare video virali, basta infatti una camera discreta (come quella di uno Smartphone) ed un software basico di video editing.
                • Qualità è meglio che quantità. Ma nonostante ciò, è meglio postare un video di alta qualità che 5 di pessima.

                I video sono un pilastro del marketing virale e senza dubbio hanno un livello di interazione superiore a quello di testi o anche di immagini.

                Social Network

                Se il video funge da mezzo di interazione con gli utenti del web, i social network funzionano affinché tali video vengano condivisi in ogni lato e affinché abbiamo effettivamente impatto ed influenza.

                Il successo delle campagne web dipenderà in larga parte dall’effetto a macchia d’olio in Facebook e Twitter ( i due titani dei Social media).

                Facebook

                La rete sociale più grande ed estesa del web, offre strumenti differenti al fine di portare avanti una strategia di marketing virale:

                • Pagine fan. Per essere sempre in contatto con la propria utenza e condividere contenuti di valore ed intrattenimento, l’obiettivo della gestione di queste pagine è avere il maggior engagement possibile.
                • Facebook Ads. E’ il sistema di pubblicità di Facebook e funziona per far crescere pagine fan o dirigere traffico verso il tuo sito. In una strategia di viral marketing può essere molto importante al fine di dare un impulso iniziale alla campagna abbassando poco a poco l’investimento man mano che aumentano le condivisioni ed i like spontanei.

                Facebook è un potenziale enorme per qualsiasi campagna!

                Twitter

                Secondo me è il miglior social network per campagne che hanno l’obiettivo di diventare virali giacché consiste in piccoli messaggi di 14o caratteri ed avere un retweet di un influencer è molto più facile rispetto a Facebook.

                Un semplice retweet di qualcuno con un buon numero di follower può fare la differenza tra una campagna fallimentare ed una di successo. Ora immagina 10, 20 o 30 retweet da parte di questa tipologia di utenti.

                Consigli sui Social Network

                • Non abbandonare mai i tuoi fan o i tuoi follower. Che si tratti di Facebook o di qualsiasi altro social è sempre importante mantenere una comunicazione costante con il tuo pubblico. Smettere di postare per alcuni giorni o addirittura settimane fa si che i tuoi utenti si sgancino dal tuo brand e dai tuoi prodotti.
                • Crea relazioni. Come già abbiamo visto, conoscere persone con influenza nella tua nicchia o settore è importantissimo oltre che necessario!
                • Crea solo contenuti originali, genuini e divertenti. 
                • Cura il copywriting. Quello che scrivi nei tuoi post da un lato può attrarre l’attenzione ed i click ma dall’altro lato può essere come se non fosse mai stato pubblicato.

                Plugin WordPress per la Viralità

                Se usi WordPress (e te lo raccomando tanto!) esistono diversi plugin che si possono usare affinché i tuoi contenuti diventino virali. Qui ci sono alcuni esempi.

                • Optin Monster. Per creare popup, generare iscritti e raggiungere più persone.
                • Click to Tweet. Affinché i tuoi lettori tweettino frasi o link tramite il tuo utente.
                • Social Locker. Eccelente plugin per far si che gli utenti tengano accesso a determinati regali, contenuti unicamente se condividono sui social media.

                Qual’è la parola magica? GRATIS!

                Una buona strategia di viral marketing è quella di regalare o offrire qualcosa di gratuito, sicuro e che apporto reale valore come può essere un eBook, un corso, un plugin, un applicazione ecc…ovviamente questo regalo dev’essere qualcosa relazionato con il tuo business.

                Anche i concorsi (contest) funzionano molto bene, si può sorteggiare un regalo al compiere di un azione, per esempio tra tutti coloro che condivideranno un post.

                Altre fonti di traffico per il Viral Marketing

                • Forum. Eccellente opzione in quanto sono (ancora) il posto dove si riuniscono ed interagiscono utenti con passioni ed interessi in comune. Ovviamente la scelta dei forum dev’essere ben pensata e specifica in riferimento al settore.
                • Email marketing. Si, la mail è ancora un validissimo strumento nel marketing online.

                Il Marketing virale è un opportunità per tutti?

                Ovviamente il marketing virale può avere anche un effetto negativo se si fa nella forma sbagliata in quanto il messaggio può arrivare a milioni di persone, ragion per cui la campagna va ben pianificata e bisogna fare attenzione.

                Un consiglio importantissimo è quello di far si che la campagna non lasci indifferenti a nessuno. Bisogna creare emozioni nella gente, che si tratti di felicità, di sdegno, di rabbia…l’importante è emozionare. Non è importante se a qualcuno non piacerà, è impossibile piacere a tutti.  

                “Sono giapponese” – Quando la viralità è spontanea

                Sicuramente negli ultimi giorni avrete visto nelle forme più variegate questo video:

                Benché non si tratti di una strategia comunicativa d’impresa, è il re del web in Italia in questo momento e forse non sono l’unico a chiedermi..ma lui lo saprà?!?!

                In ogni caso trattasi di un intervista rilasciata durante la festa di San Gennaro a Napoli nel Settembre 2014 da FanPage e dopo un anno esatto questo piccolissimo pezzo di un video ben più ampio è diventato virale.

                Perché?

                Sarebbero tanti i motivi, infatti contiene tutti i punto spiegati in quest’articolo:

                • Contenuto video.
                • Fa ridere.
                • Diffusione nelle reti sociali (Facebook su tutti).

                Ma penso che l’elemento di differenza sia stato soprattutto l’intrecciarsi con un altro fenomeno virale del momento ovvero la canzone dell’ora esatta del TG5. Infatti gira per i social il video in cui l’intervista al malcapitato nipponico è remixata in chiave canzone dell’ora esatta. E che io sappia è l’unico caso in cui da un fenomeno virale ne nasce un altro, un po come se ne fosse il figlio.

                Oppure sbaglio? Conoscete altri casi simili? Sapete spiegarvi la nascita e la diffusione del fenomeno? E più in generale quali pensi che siano le chiavi per il successo? Commenta per farci sapere la tua esperienza e la tua visione!

                Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

                  La tua email (richiesto)

                  Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

                  whatsapp marketing

                  WhatsApp Marketing: la mini guida

                  Vincenzo Calicchio No Comments



                  Controllare Whatsapp è probabilmente la prima cosa che facciamo ogni giorno. Controllare Whatsapp è anche una delle attività che facciamo più spesso durante il resto del giorno. E’ presente in ogni istante delle nostre giornate, e ciò per qualcuno è sicuramente una croce ma per tanti può diventare una delizia…mi riferisco al Whatsapp Marketing.

                  Ora rispondi a questa domanda:

                  Perché ancora non vendi attraverso Whatsapp?

                  Non so esattamente a cosa tu stia pensando in questo momento, ma consiglio di leggerti questo post in cui parlerò di come spremere fino all’ultima goccia le potenzialità di questa applicazione geniale. Lo stanno cominciando a fare anche i Brand più importanti e sicuramente è un occasione da non lasciarsi scappare.

                  Dunque parlerò del Whatsapp Marketing e di come stia diventando uno degli strumenti più redditizi per fare e-commerce e soprattutto parlerò di come dovrebbe essere utilizzato per iniziare a vendere e fidelizzare i clienti del tuo business online.

                  Facebook statistiche 2015

                  Perché è importante vendere via Whatsapp?

                  • E’ tra le piattaforme sociali col maggior numero di utenti attivi!

                  • Perché il commercio elettronico si sta spostando sempre di più sul mobile, tant’è vero che si inizia a parlare già da un po di Mobile Commerce.
                  • E’ economico, molto economico. Per meno di un euro l’anno puoi usarlo come mezzo di comunicazione.
                  • E’ una forma molto affidabile di arrivare alla tua utenza in qualsiasi momento.  Praticamente tutto il mondo usa Whatsapp ma non solo, tutte queste persone (e dunque anche tu) lo consultano decine di volte al giorno, tutti i giorni della settimana per 365 giorni l’anno. Conosci un altra forma di arrivare più facilmente ad un qualsiasi target? 
                  • Permette di relazionarti in modo molto più personale con la tua clientela. Tutti conosciamo il tipo di linguaggio che si usa su Whatsapp, è un tono amichevole ed informale ciò senza dubbio finisce per avvicinare il tuo pubblico, anche se ovviamente bisogna sempre fare attenzione al target.
                  • E’ una fonte affidabile per raccogliere feedback dai tuoi utenti. Essendo una via di comunicazione molto diretta, gli utenti sono soliti scambiare informazioni apertamente e ciò ovviamente può riguardare anche il processo d’acquisto o il tuo prodotto.

                  statistiche whatsapp

                  Premesse per vendere con Whatsapp

                  Ora che ti stai convincendo ad implementare le tue vendite tramite WhatsApp ti vado a svelare alcuni punti essenziali prima di iniziare a metter mano all’operazione:

                  • Proibito fare SPAM. Già ho detto prima che la comunicazione via Whatsapp è caratterizzata dal fatto che è la più naturale tra tutti gli strumenti di Marketing, ed è proprio per questo motivo che è proibito saturare i tuoi clienti con comunicazioni commerciali indesiderate, altrimenti finiranno per sentirsi trattati come clienti ordinari e cominceranno a porsi male nei tuoi confronti.
                  • Scegli la persona giusta. Per la gestione della comunicazione via Whatsapp bisogna designare una persona capace di trattare correttamente con ogni tipo di cliente e con ogni tipo di situazione. Inoltre è fondamentale scegliere qualcuno che non commetta errori grossolani di grammatica o di scrittura. Lo screenshot può trasformarsi in un arma contro la tua professionalità.
                  • Non utilizzare mai il profilo personale. Nel momento di sviluppare una strategia per Whatsapp assicurati innanzitutto di avere un numero telefonico proprio e specifico del tuo business, non utilizzare mai il tuo numero personale. Te lo consiglio anche perché altrimenti non riusciresti più a staccare il lavoro dalla tua vita privata.
                  • Scegli una foto profilo adeguata. L’immagine di profilo sarà determinante per generare fiducia nei clienti e se ci pensi bene è l’unico riferimento visivo che l’utente avrà nel momento in cui ti contatta. Quello che consiglio è di inserire il logo dell’attività o, ancora meglio, una foto personale professionale con logo.
                  • Fai attenzione allo stato. Scrivi gli orari ed i giorni in cui risponderai, ringrazia e possibilmente scrivi qualcosa di divertente legato all’attività.
                  • Rispondi quanto più rapidamente possibile ai messaggi. Come ben sai nel fare business (soprattutto sul web) la velocità di risposta a dubbi e bisogni dei clienti è fondamentale. Questa cosa su Whatsapp si moltiplica per 100. Ma se vuoi un consiglio, come già detto al punto precedente, dai degli orari di risposta certa, il resto del tempo tienilo per te.

                  Consegui contatti per la tua strategia di vendita su Whatsapp

                  La cosa più importante nel momento di iniziare una strategia di vendite con quest’applicazione è sicuramente avere una buona base di dati. Inizialmente potresti iniziare a mandare messaggi ai numeri di telefono che già possiedi dei tuoi clienti, però è un azione che non ti consiglio.

                  Perché?

                  Perché è fuori dubbio che tantissimi utenti che ricevono un messaggio da un impresa sul loro numero personale considererebbero ciò un intrusione. Così facendo quindi potresti avere l’effetto inverso.

                  Quindi, per iniziare col piede giusto, ti consiglio:

                  • Prima opzione: Invia una mail a tutti i tuoi contatti, qualcosa del tipo…
                    Ciao XXX, Tutto bene?
                    E’ un piacere salutarti di nuovo.Sperando di fare cosa gradita  ti scrivo per informarti che noi di XXX siamo diventati Mobile friendly ed ora comunichiamo ed offriamo promozioni speciali anche su Whatsapp! A partire da questo momento, se hai dubbi in merito ai nostri prodotti o ai nostro servizi, o semplicemente se hai voglia di sfogarti ci puoi scrivere al nostro numero:
                    XXX XX XX XXXChiaramente abbiamo preso questa decisione unicamente per offrire un miglior servizio ai nostri clienti ed in nessuno modo faremo SPAM. Inoltre potrai essere cancellato/a dai contatti in qualsiasi momento. Grazie!Un Abbraccio!Nome Cognome
                  • Seconda opzione: comincia a raccogliere numero di telefono da zero. Questa è l’opzione più “legale” oltre che la più utile infatti ti permette di fare una segmentazione sin dal primo momento ed è meno intrusiva. Fondamentale è, però, verificare che i numeri di telefono che hai tra le mani siano reali e funzionanti. Importante inoltre per questa seconda opzione sarà il costruire call to action specifiche per contattare via Whatsapp e per avvisare chiunque arrivi sul tuo sito di questo nuovo servizio. Importantissimo l’ottimizzazione in questo senso sia per desktop che per mobile.

                  Facilita la comunicazione creando un gruppoWhatsapp

                  Una volta che hai i contatti degli utenti sarà fondamentale creare un gruppo (si proprio quello…) per rendere più facili tutte le comunicazioni.

                  Grazie al gruppo, non sono eviteremo di contattare uno ad uno tutti i clienti (o potenziali tali) ma farai si che questi si sentano parte di una piccola casta a cui, questo si è fondamentale, saranno concessi sconti e promozioni speciali.

                  Cosa comunicare ai contatti via Whatsapp

                  Questa è la “Grande domanda” del Whatsapp Marketing…come ho detto prima la gente odia lo SPAM e lo odia soprattutto in questa applicazione. La comunicazione nei gruppi dev’essere brillante e ci dev’essere dietro una strategia di contenuti, nulla dev’essere lanciato al caso.

                  Ecco cosa suggerisco:

                  • Promozioni. Però ricorda, le promozioni in Whatsapp devono essere veramente esclusive, gli utenti non devono incontrare le stesse in nessun altra parte e soprattutto devono essere effettivamente utili al gruppo. Molto importante è la condivisione di locandine e disegni personalizzati per ogni offerta ed ancora più importante è che queste immagini siano graficamente ottime e leggere in modo che siano facilmente scaricabili.
                  • Concorsi. Crea concorsi per regalare coupon e sconti che i tuoi utenti possano spendere nel tuo shop (online ed offline) . Questi concorsi possono anche essere legati alla comunicazione sugli altri Social, ad esempio premi per chi condivide su Facebook, chi recensisce ecc…
                  • Sii originale. E  ciò vuol dire utilizzare l’intero potenziale comunicativo dell’applicazione quindi anche audio e video.
                  • Meme. Si potresti anche condividere meme o contenuti visivi di qualsiasi genere ma sempre mantenendo un profilo professionale e soprattutto consiglio mai fuori tema (assolutamente mai a contenuto erotico!)
                  • Domande sui prodotti, sul sito e sulla qualità del servizio. Ciò ti porterà dei feedback dai diretti interessati e tali giudizi saranno per te oro colato, inoltre i clienti gradiranno l’essere stati presi in considerazione. Importante mai essere troppo oppressivi con queste domande.
                  • Supporto ed aiuti. Ciò oltre ad essere effettivamente utile, darà di te un immagine molto professionale.
                  • Offerte personalizzate. Ovvero dopo aver notato un bisogno di uno specifico cliente potrai inviargli una offerta super personalizzata, ovviamente in forma privata.

                   Nota importante: Qualsiasi cosa tu decida di condividere è fondamentale che sia di effettivo valore ai tuoi clienti!! Questo in realtà vale non solo in Whatsapp ma per tutti i mezzi di comunicazione.

                  Conclusioni

                  Il tutto ti può risultare molto più facile utilizzando Whatsapp Web per usare l’app direttamente da desktop. Spero che tale articolo vi sia effettivamente utile e vi invito a lasciare commenti per condividere trucchi su come vendere via Whatsapp. Alla prossima!

                  Contattaci per sviluppare la tua Strategia su Whatsapp

                  Hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

                    La tua email (richiesto)

                    Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

                     

                    mobile commerce

                    Mobile Commerce: perché buttarsi ora

                    Vincenzo Calicchio No Comments



                    C’è un fenomeno di cui si sente parlare poco: il Mobile Commerce. Non ci sono tonnellate di guide ed articoli a proposito non ci sono aziende specializzate (o forse si) ma è tra noi e sta crescendo esponenzialmente. Si è discusso molto nel mondo del Marketing a proposito della crescita dell’e-commerce ed il suo modo di fare concorrenza al commercio tradizionale. E’ infatti sempre più evidente che avanza a passi da gigante e che sono sempre di meno coloro che non si affidano più alle vendite via web ed ancora meno solo coloro che non hanno fiducia nel comprare via Internet.

                    Ma parallelamente al commercio elettronico tradizionale e non ancora a pieno nel dibattito (almeno da noi nel vecchio continente) è il Mobile Commerce (o anche M-Commerce). Mi riferisco ovviamente al commercio elettronico effettuato tramite dispositivi mobile che avanza a passi da gigante.

                    L’utente con il passare del tempo non utilizza più il cellulare unicamente per comunicare ma ad oggi con gli Smartphone può (e vuole) fare una miriade di cose in più, tra queste c’è il comprare. Se con il tuo business non stai occupando ancora questo settore stai perdendo una grossa occasione, ma sono sicuro che vorrai farlo dopo aver visto queste statistiche di Business2Community.

                    Crescita del Mobile Commerce

                    Questo tipo di commercio sta crescendo a ritmi vertiginosi, tanto che sta per raggiungere il 34% del mercato globale . Addirittura il 42% degli intervistati rivela di preferire il mobile per realizzare transazioni. Ciò sicuramente ha a che fare con la comodità e la rapidità con cui è possibile effettuare compere. Ora infatti, l’utente può dedicarsi a fare shopping in tutto il mondo in qualsiasi momento ed ovunque lui si trovi.

                    Inoltre anche dal lato dell’offerta il panorama è sempre più completo. Infatti è sempre più facile costruire siti con shop integrato (grazie ai CMS con WordPress in testa) ed è sempre più facile lanciarsi nel business grazie ad attività come il dropshipping.

                    Previsioni sul Mobile Commerce

                    L’ammontare delle vendite via m-commerce ha già i raggiunto i 77 milioni di dollari, e si prevede raggiungeranno a breve il 22% dell’intero mercato e-commerce. Tali numeri si prevede raddoppieranno da ora al 2019.

                    Perché le vendite crescono così rapidamente?

                    Il principale motivo risiede senza dubbio nella facilità con cui è possibile avere (ed avere a che fare) con gli smartphone. Sebbene ad oggi la maggior parte delle compere in Internet avvenga via desktop o via tablet, gli smartphone, ovviamente, sono il motore principale del m-commerce. I dispositivi da cui provengono la maggior parte delle vendite sono gli iPhone, mentre gli Android occupano la seconda posizione, sebbene molto da vicino.

                    Ma motore principale delle vendite via mobile sono sicuramente i Social Network, come conferma questo studio di Shopify. A far la parte del leone in questo scenario è Facebook seguito a lunga distanza da Twitter, Pinterest e Instagram.

                    Rendere il tuo sito web mobile-friendly

                    Secondo uno studio di eMarketer, il 59% delle PMI si sta impegnando (o si è impegnato) ad ottimizzare i siti web proprietari in chiave mobile. Le imprese ed i business in generale hanno capito che bisogna rendere facile la vita agli utenti affinché questi realizzino transazioni.

                    US Retail Mcommerce Sales Share, by Device, 2014 & 2015 (% of total)       Priority Level for Select Mobile Initiatives According to US Retailers, Oct 2014 (% of respondents)

                    Offrire coupon e sconti

                    Gli imprenditori, o qualsiasi persona voglia fare business online, devono adattarsi al cambiamento e lo stanno facendo. Sono sempre più diffuse nuove strategia di vendita e tra queste, va molto forte l’utilizzo di coupon per transazioni in m-commerce. Negli Stati Uniti ben il 40,5% delle imprese lavora in questo modo, ovviamente tali dati in Europa sono più bassi.

                    Share of US Companies Using Mobile Coupons for Marketing Purposes, 2013-2017 (% of total)

                    Conclusioni

                    Con questi valori e le statistiche che ho appena descritto, è molto probabile che tu stia almeno pensando di ottimizzare il tuo business per il mobile commerce. Il trend delle transazioni realizzate è in forte crescita e senza dubbio cavalcare l’onda può favorire molto il tuo business. Cosa ne pensi? Siamo già nel futuro? Commenta.

                    Contattaci per lanciare il tuo progetto di Mobile Commerce

                    Vuoi saperne di più? Leggi l’infografica qui in basso.

                    Intanto…hai trovato interessante questo articolo? Se si, dacci forza e coraggio…condividi ed iscriviti alla nostra newsletter!

                      La tua email (richiesto)

                      Cliccando su "Iscriviti" acconsentirai a ricevere aggiornamenti tramite email da Mia Nonna non lo capisce. La tua mail non sarà mai venduta (o ceduta in qualsiasi altra forma) a nessuno. Per qualsiasi altra informazione in merito al trattamento dei dati rimandiamo alla Privacy Policy.

                      10 Mind Boggling Stats About Mobile Ecommerce

                      Contattaci per una consulenza gratuita...o per un caffè!

                      Sei interessato ai nostri servizi? Vuoi parlarci di una tua idea? Siamo disponibili ad ascoltarti con piacere...